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forzaroma news as roma Boniek a FR: “Gasp sta facendo un piccolo miracolo. Dybala? Se stava bene era da Real”

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Boniek a FR: “Gasp sta facendo un piccolo miracolo. Dybala? Se stava bene era da Real”

Lorenzo Scattareggia
Lorenzo Scattareggia Collaboratore 
Le parole del campione polacco in esclusiva a Forzaroma.info: "Futuro in società? I rapporti sono buoni con tutti, ma non si è mai fatto vivo nessuno. Sabato finirà in pareggio, prevedo un 1-1"

Figura simbolo del calcio anni Ottanta, oggi Vice Presidente della Uefa e membro della Hall of Fame del calcio italiano, Zbigniew Boniek continua a osservare il pallone con lo sguardo lucido di chi ha vissuto spogliatoio e grandi notti europee. In un'intervista esclusiva rilasciata a Forzaroma.info, il campione polacco ripercorre i due capitoli centrali nella sua carriera, Juventus e Roma, chiarendo senza ambiguità come, col passare degli anni, il legame con il mondo giallorosso sia rimasto più forte di quello bianconero, anche per una scelta di vita che lo ha portato a fermarsi a vivere nella Capitale. Con la maglia della Roma Boniek ha collezionato 92 presenze, 23 gol e 2 assist, conquistando la Coppa Italia nella stagione 85/86. Dal piccolo "miracolo" della Roma di Gasperini, Ranieri e Massara al talento fragile di Dybala, fino ad un possibile futuro all'interno del mondo giallorosso, Zibi analizza il calcio di oggi con franchezza e spirito critico, a pochi giorni da Juventus-Roma, una sfida che per lui resta inevitabilmente speciale.

Boniek, Juventus e Roma sono due capitoli fondamentali della sua carriera. Che legame conserva oggi con questi due mondi? “Nella mia storia di calcio giocato sono due club che hanno svolto un ruolo importantissimo. Sono stato perfettamente bene alla Juventus dall’82 all’85 e poi altrettanto bene alla Roma dall’85 all’89, tant’è vero che poi a Roma mi sono fermato e vivo tuttora qui. Erano forse i due club più importanti dell’epoca, gestiti da personaggi straordinari. Alla Juventus c’era Boniperti o l’Avvocato Agnelli, a cui piaceva parlare di calcio. Alla Roma c’era Dino Viola e si sapeva che l’onorevole Andreotti era un grandissimo tifoso della Roma. Erano due squadre molto seguite, molto apprezzate, che lottavano per lo scudetto. Due sfide importantissime. Io sono stato bene sia da una parte sia dall’altra.”

E poi come si è evoluto questo rapporto nel tempo? C’è stato anche il caso della stella tolta dallo Stadium. “Questo è un problema loro. Mi hanno dato la stella e dopo cinque mesi è arrivato Andrea Agnelli che ha detto che voleva togliermela, perché… non si sa perché. Io ho sempre detto una cosa: faccio parte della storia della Juventus, sono stato uno dei giocatori più importanti a livello internazionale per la Juventus per quanto riguarda i risultati ottenuti nelle varie finali. Ho sempre detto: ‘Signori miei, fatemi vedere un articolo, una mia dichiarazione, una mia frase che possa giustificare il fatto di togliermi la stella. Pago 1000 euro a scopo benefico dove volete’. Fino adesso non si è presentato nessuno. Forse dà fastidio che alla fine della carriera io sia più legato alla Roma. Vivo a Roma, sono più legato alla Roma, ma questo non vuol dire che non voglia bene alla Juventus. Ti dico solo una cosa: oggi, se domandi chi sono i giocatori della Juventus che hanno la stella, non riesci a nominarli tutti. Invece tutti riescono a nominare chi è quello a cui la stella è stata tolta. Se gli piace così, cavoli loro.”

Andiamo al presente. Tempo fa ha definito il trio Massara-Gasperini-Ranieri una scelta molto positiva per la Roma. Siamo a metà stagione: come valuta il loro lavoro? “Molto bene, molto molto bene. Soprattutto Gasperini sta facendo un piccolo miracolo. Questa non è una squadra che può lottare per i primi due o tre posti, secondo me non c’è il materiale umano per arrivare così in alto. Però grazie all’applicazione, al modo di giocare, al pressing e alla corsa, la squadra sta facendo un campionato straordinario. Questo è un grande merito di Gasperini. Poi Claudio Ranieri è inutile aggiungere altro: è un uomo dentro la società, fa da tramite, ha esperienza, copre le spalle a Gasperini, può parlare con i calciatori. Fa solo che bene. Massara mi piace perché è silenzioso, uno che lavora, che si dedica a quello che deve fare. Penso che questo trio stia facendo molto bene. A me piace Gasperini: mi piace come reagisce, come parla, non si nasconde, non dice le frasi di circostanza che dicono tutti. Parla chiaro, parla forte, e i giocatori lo seguono. Facciamo anche caso che la Roma sta facendo risultati pur dovendo rinunciare spesso a Dybala, che non si è ancora inserito del tutto per i problemi fisici.”

Può lottare per lo scudetto? “Per lo scudetto sarebbe un miracolo. Però può lottare per arrivare tra i primi quattro. Questa è la differenza. Se riuscisse a vincere lo scudetto sarebbe uno scudetto storico.”

La partita con la Juventus può essere un crocevia? “Se vince va a mettere un bel distacco, ma non è una partita che decide tutto. La prossima con il Genoa sarà ancora più importante: se vinci a Torino e poi ti confermi col Genoa, allora la storia cambia. La Juventus vuole fare risultato, ha qualche problema di gioco ma è sempre una squadra tosta, organizzata. Con Spalletti cerca sempre di portare a casa un risultato positivo. La Roma ha delle speranze e i presupposti per far bene ci sono. Non c’è Ndicka, che è un faro della difesa, bisognerà agire in maniera diversa.”

A proposito della Juventus: c’è stata una vera inversione di tendenza con Spalletti?“La Juve ha dei campioni, giocatori forti, ma non ha veri fuoriclasse. Forse Yildiz è quello che può fare una grande carriera. La Juventus può migliorare nel disegno di gioco, può fare qualcosa di più. Però contro la Juventus è sempre difficile giocare: è un ambiente serio, concentrato, dove vogliono vincere a tutti i costi. Spalletti è in panchina da poco, è ambizioso e cercherà sicuramente soluzioni per migliorare la squadra.”

Che tipo di partita si aspetta sabato? “Penso che alla fine verrà fuori un pareggio, 1-1.”

Guardando al mercato, dove dovrebbe intervenire Massara? “Non mi interessa il mercato. Potrei dire che servono due esterni o una punta centrale, ma sarebbe una frase di circostanza.”

Soulé si è imposto come punto fermo sulla trequarti: anche lui, come lei, ha vestito entrambe le maglie. Ha le qualità per diventare un leader di questa Roma? “Soulé è cresciuto molto. All’inizio era un po’ leggerino, adesso ha più struttura e dà di più alla squadra. È giovane, può ancora migliorare. Deve trovare soluzioni offensive più complete, perché ormai tutti sanno che finta e poi rientra per tirare col sinistro. Se migliora anche questo aspetto può dare tantissimo. Ha un sinistro importante e ha segnato gol decisivi. È cresciuto molto, davvero bravo.”

E Dybala? Nell’ultimo periodo sembra meno centrale nel progetto e anche il rapporto con i tifosi appare cambiato. “Per Dybala il discorso è semplice: se potesse assicurarti che gioca il 90% delle partite e sta bene fisicamente, non sarebbe a Roma ma al Real Madrid o al Barcellona. Come qualità è un giocatore di livello superiore, ma i tanti infortuni non gli permettono di trovare continuità. È un problema anche per l’allenatore, perché Dybala dovrebbe essere il faro offensivo, ma non sai mai se c’è o non c’è. Il limite di Paulo è questo, perché come qualità è straordinario.”

Vede ancora un futuro di Dybala alla Roma? “Questo non spetta a me dirlo.”

In chiusura, ci sono novità su un suo possibile coinvolgimento all’interno della Roma? In passato ha detto che le farebbe piacere dare una mano e che i rapporti con la società sono ottimi. “I rapporti sono buoni con tutti, ma non si è mai fatto vivo nessuno. Io sto bene come sto adesso. Certo, se uno potesse fare qualcosa per la propria società lo farebbe con piacere, ma andiamo avanti così. Saluto tanti amici a Torino. Forza Roma.”