C'è qualcosa che va studiato, analizzato, capito. Qualcosa d'impercettibile, indecifrabile, incomprensibile. Ma che avvolge e travolge la Roma da anni. E' il black out, la fase cruciale. Il periodo di tempo, generalmente breve, in cui il cervello si spegne e succede l'irreparabile. L'ultimo esempio è fresco fresco. Il Bayern dei cannibali ha calpestato i resti di una Roma semplicemente assente. Fuori gara, fuori causa, fuori tutto.
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Black out Roma: il virus maledetto
C'è un momento fatidico in cui il cervello si spegne, e in pochi minuti la nave sprofonda. Alla Roma succede ormai da anni, ciclicamente
Non c'è una motivazione. Non esiste. E se mai ci fosse, è introvabile. La Roma di Garcia, che ormai conosciamo nei dettagli, è tutto fuorché una squadra disattenta, impaurita, deconcentrata. E' l'opposto. E' esattamente ciò che abbiamo desiderato per anni: un collettivo tosto, organizzato, tignoso e mai domo. Un'orchestra di cui andare orgogliosi.
Però ieri è accaduto qualcosa di anomalo, che si era già verificato a Napoli, lo scorso anno. Era la semifinale di ritorno di Coppa Italia, 12 febbraio 2014. Un crocevia determinante per la stagione. La Roma, "forte" del 3-2 ottenuto all'andata, riuscì a tenere bene il campo per 33'. Poi arrivò il gol di testa di Callejon, lasciato inspiegabilmente libero dai difensori romanisti, e la notte dei sogni si trasformò in un incubo. Nel giro di 18 minuti, intervallo escluso, si materializzò il crollo. E finì 3-0 sotto i colpi di Higuain e Jorginho, con la Roma delusa, a testa bassa e fuori dal torneo.
Una serata che ci ricordò molto da vicino periodi ormai passati, messi nel cassetto. Quella stessa partita del San Paolo venne in seguito classificata come "caso": un'eccezione nel percorso giallorosso di Garcia. Vero. Ma ieri? E' successo di nuovo. E poco conta che di fronte ci fosse la squadra più forte del mondo. Il Bayern Monaco ha vinto di misura, per 1-0, sia contro il Manchester City che contro il CSKA Mosca. Ergo, non è normale vedere sul tabellino un risultato del genere: 7-1. Al di là del punteggio, occhio alla modalità. Due gol presi in 14', tre in 16', quattro in 21', cinque in 27'. In sostanza, il Bayern si è trovato di fronte il vuoto. Per nove minuti la gara è stata in equilibrio. Dopo l'1-0 di Robben, la Roma è come se fosse uscita dal campo. Si è lasciata divorare. Con Garcia a bocca aperta in panchina. Esterrefatto. Perché una cosa del genere quasi non ha senso. Di certo, non appartiene alle abitudini di questa Roma. Che ha nel dna storico un dettaglio da rivedere. Probabilmente un virus da debellare.
A molti, ieri sera, è tornato in mente il travaglio sportivo di Manchester. Ovvio, un altro 7-1 fa male. E non può che ricordare quel terribile 10 aprile 2007. Ma quella dell'Old Trafford, in fondo, non fu che una tappa di un processo lunghissimo, iniziato anni prima. Quando? Difficile cogliere il momento esatto, che forse però si può individuare in una partita: la finale d'andata di Coppa Italia giocata all'Olimpico il 20 maggio 2003. Quella sera, la motivatissima Roma di Capello affrontò le riserve del Milan di Ancelotti con la testa già a Manchester (guarda un po', i casi della vita...) per la finale di Champions League contro la Juventus. Il primo tempo si chiuse 1-0, gol di Totti. Nulla sembrava poter togliere la coppa dalla bacheca giallorossa. Nella ripresa, accadde però qualcosa di incredibile. Il Milan, al 62', trovò il pari con un rigore di Serginho. Un gol che spense completamente la luce. Nel giro di dieci minuti, Ambrosini e ancora Serginho colpirono nuovamente. Prima del 4-1 di Shevchenko in extremis. La Roma, in casa, nel proprio stadio, davanti ad un pubblico immenso ed entusiasta, crollò. D'incanto. Senza preavviso.
Da allora, il virus del black out non ha più mollato la Roma. I casi più celebri? Prendiamo la sfida con la Juve del 19 novembre 2005. Gran primo tempo dei ragazzi di Spalletti, colpiti solo nel finale da Nedved. In apertura di ripresa, dal 56' al 61', mattanza bianconera: Ibra e doppio Trezeguet. 0-4. Altri due casi identici con l'Inter, sempre all'Olimpico, nel settembre 2007 (tre gol in 11' sull'1-1, dal 57' al 68') e nell'ottobre 2008 (tre gol in 9' sullo 0-1, dal 47' al 56'). Storica anche l'eliminazione ai sedicesimi di Europa League, nel 2010, contro il Panathinaikos. Sull'1-0 (risultato che avrebbe qualificato la Roma di Ranieri), i greci riuscirono a segnare tre reti addirittura in quattro minuti, ponendo fine alla contesa. L'anno dopo, in Champions contro lo Shakhtar, stessa storia: dopo l'1-0 di Perrotta, ecco il tris ucraino in 13' con Jadson, Douglas Costa e Luiz Adriano. Infine, le disfatte dello Juventus Stadium con Luis Enrique (0-4) e Zeman (1-4), con esiti già scontati dopo la miseria di una mezzora scarsa.
Undici anni, svariate ere. Da Capello a Garcia, passando per Spalletti, Ranieri ed altri. Tanti protagonisti diversi in campo, dai reduci post scudetto del 2003 ai validi ragazzi di oggi. Impressionante, quasi ai limiti dell'inquietante la somiglianza tra le varie cadute. Identiche le modalità. Si parte bene, si resta in partita fino al primo schiaffo subito. Poi, si va al tappeto. E non ci si rialza più. Roma-Bayern è l'ultimo episodio di una lista incredibilmente lunga. Il punto non è capire se il 7-1 di ieri potrà o meno avere delle ripercussioni in campionato e nella stagione. La squadra di Garcia ha basi e fondamenta solide, ne verrà fuori. La chiave di volta è capire da cosa derivino questi black out e per quale motivo il virus si tramandi di generazione in generazione, d'organico in organico, d'allenatore in allenatore. Persino di proprietà in proprietà. Il rischio è che un disastro stile Old Trafford o Bayern possa capitare all'improvviso e in qualsiasi momento, guastando un periodo positivo o magari compromettendo buona parte di una stagione, come accadde lo scorso anno a Napoli. Il bug andrà eliminato, debellato, affossato. Il modo per riuscirci è però ancora oggetto di studio.
I BLACK OUT CELEBRI DEGLI ULTIMI ANNI
Stagione 2002-2003
20/05/2003, Roma-Milan 1-4 (tre gol in 10')
Stagione 2004-2005
25/09/2004, Bologna-Roma 3-1 (tre gol subiti in 32')
Stagione 2005-2006
19/11/2005, Roma-Juventus 1-4 (tre gol subiti in 5')
12/03/2006, Ascoli-Roma 3-2 (tre gol subiti in 22')
15/04/2006, Palermo-Roma 3-3 (tre gol subiti in 29')
Stagione 2006-2007
10/04/2007, Manchester United-Roma 7-1 (tre gol subiti in 8')
Stagione 2007-2008
29/09/2007, Roma-Inter 1-4 (tre gol subiti in 11')
Stagione 2008-2009
19/10/2008, Roma-Inter 0-4 (tre gol subiti in 9')
15/02/2009, Atalanta-Roma 3-0 (tre gol subiti in 7')
21/03/2009, Roma-Juventus 1-4 (tre gol subiti in 19')
25/04/2009, Fiorentina-Roma 4-1 (tre gol subiti in 26')
Stagione 2009-2010
25/02/2010, Roma-Panathinaikos 2-3 (tre gol subiti in 4')
Stagione 2010-2011
11/09/2010, Cagliari-Roma 5-1 (tre gol subiti in 22')
16/02/2011, Roma-Shakhtar Donetsk 2-3 (tre gol subiti in 12')
20/02/2011, Genoa-Roma 4-3 (quattro gol subiti in 33')
Stagione 2011-2012
07/04/2012, Lecce-Roma 4-2 (tre gol subiti in 12')
22/04/2012, Juventus-Roma 4-0 (tre gol subiti in 29')
Stagione 2012-2013
16/09/2012, Roma-Bologna 2-3 (tre gol subiti in 18')
29/09/2012, Juventus-Roma 4-1 (tre gol subiti in 7')
11/11/2012, Lazio-Roma 3-2 (tre gol subiti in 11')
Stagione 2013-2014
12/02/2014, Napoli-Roma 3-0 (tre gol subiti in 18')
Stagione 2014-2015
21/10/2014, Roma-Bayern Monaco 1-7 (cinque gol subiti in 27')
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