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Beretta: “Impensabile chiedere soldi alle società con la legge sugli stadi”

«Non è pensabile di utilizzare una legge per chiedere soldi a vario titolo alle società per destinazioni ‘esoterichè». Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, si esprime così in relazione alla legge

Redazione

«Non è pensabile di utilizzare una legge per chiedere soldi a vario titolo alle società per destinazioni 'esoterichè». Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, si esprime così in relazione alla legge

sugli stadi che ha ricevuto il via libera dalla Commissione Cultura della Camera in sede referente.

 

«Non abbiamo un testo sul quale esprimere un giudizio compiuto, quindi non c'è una posizione della Lega», dice Beretta ai microfoni di 'La politica nel pallonè su GR Parlamento. «I punti fermi su cui la Lega chiede una legge credibile sono fondamentalmente 3-4: serve un meccanismo che assicuri la sostenibilità dell'investimento, quindi servono compensazioni correlate visto che non verrà speso denaro pubblico. C'è bisogno di procedure certe, con un confronto senza divieti pre-esistenti», dice Beretta. «Vogliamo una legge che non costi nulla al contribuente, si può pensare di fare una legge senza sostegno diretto di denaro pubblico», aggiunge prima di esprimersi su alcune ipotesi:«Non è pensabile utilizzare una legge per chiedere soldi alle società», dice. Se tali criteri non venissero rispettati, «meglio prendere atto che questa strada non è percorribile». «Avverto uno spirito costruttivo, ringrazio l'onorevole Crimi per il lavoro di cucitura fatto in questi mesi -dice riferendosi all'opera del sottosegretario allo Sport-.Qualche elemento ci induce ad essere cauti. Il testo licenziato dal Senato con un lavoro di altissima qualità era considerato da noi e da tutti equilibrato e molto positivo. Ora, vediamo nel merito quanto ci si discosta da quell'impianto».

L'altro tema che sta a cuore alla Lega è la mutualità. «Noi facciamo uno sforzo importante: prendiamo il 10% delle risorse televisive e le diamo in mutualità, come previsto dalla legge Melandri. Nessun movimento calcistico al mondo sopporta un simile sforzo. Abbiamo dato vita ad una fondazione per attuare questo trasferimento di risorse». «La quota di mutualità non può essere assolutamente ritoccata al rialzo, altrimenti il nostro calcio verrà ulteriormente penalizzato rispetto alla concorrenza internazionale. Chiediamo che non venga utilizzata la legge sugli stadi per inserire qualche altro balzello», ribadisce. Nel calcio italiano, spicca attualmente l«anomalià della Juventus, che a settembre ha aperto i battenti del suo nuovo impianto: »Lo stadio della Juventus è l'unico in linea con gli standard europei. Il presidente Agnelli nella cerimonia di inaugurazione ha detto 'welcome homè: un conto è avere una casa, un conto è andare in una camera d'albergo, dove nessuno pensa di investire«. »È importante creare le condizioni affinchè tutte le società possano costruire la propria casa: tutte devono essere aiutate dal punto di vista di procedure e compensazioni«, ribadisce.

(Red-Spr/Col/Adnkronos)