Benatia spacca-Roma. Non la squadra o lo spogliatoio, bensì la tifoseria. Gli applausi in occasione dell'Open Day, quando tutta la squadra è stata presentata ed è passata in rassegna sotto la Curva Sud, sono arrivati scroscianti anche a lui. Come se ogni tifoso giallorosso, per quei pochi intensi secondi, avesse messo da parte settimane e settimane di voci e spifferi di calciomercato che hanno sempre allontanato il marocchino da Roma. Tutto iniziò con un'intervista in cui Mehdi fece intendere chiaramente che le attenzioni che le big d'Europa iniziavano ad avere su di lui (si avvicinava anche la finestra estiva di mercato) lo lusingavano. Lo tentavano. E alle tentazioni di cede. A volte. Perchè basta declinare una proposta più o meno indecente e rispedirla al mittente. Quella dunque fu la goccia che fece traboccare il vaso, un vaso di Pandora, il pretesto, la scintilla che appiccò il fuoco che sotto il sole estivo è diventato un polverone di notizie, indiscrezioni, avvistamenti, addii solo annunciati.
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Benatia spacca-Roma. Tifosi divisi tra chi incolpa la società e chi vuole che il difensore vada via
Le reazioni dei tifosi al caso Benatia. Tra chi ritiene che la società doveva affrontare la situazione in modo diverso e chi vuole il marocchino lontano da Roma
Poi arrivò Walter Sabatini. Lui, il direttore sportivo che vende e compra, ma non solo: lui tiene, mantiene, sostiene e declina, appunto. Nella conferenza stampa che inaugurò il mercato giallorosso fissò il prezzo per il piede 'sbagliato' di Benatia. Un'iperbole. Ma dai più fu interpretata come un'elezione del centrale marocchino ad elemento incedibile della Roma 2014/2015. Sabatini blindò Benatia, con un lucchetto di poesia, forse troppo poco rispettato per chi vive con la calcolatrice in mano. L'estate è proseguita con una Roma regina del mercato. Colpi su colpi, da Ucan a Cole, da Emanuelson a Keita fino alla ciliegina Iturbe e poi ancora Astori. Ha dominato il calciomercato, ha costruito un'immagine inattaccabile di squadra forte sul campo, società solida negli uffici, e corazzata amata dalla propria tifoseria sempre più unita. Tutto liscio insomma ma un eco ruvido non ha tardato ad arrivare. Un mercato tanto entusiasmante quanto importante, economicamente. Dopo gli investimenti e le spese si è guardato a questo altro capolavoro di calciomercato al grido di: 'La Roma ora però deve fare cassa'. Previste cessioni dunque, sacrifici quasi. Niente a che vedere con i 9 milioni per Dodò all'Inter, il pensiero è andato ad operazioni del calibro di Marquinhos al PSG, o Lamela al Tottenham. Sia dal punto di vista economico che emozionale.
Ora a dominare pagine ed etere è proprio una situazione che vede intrecciarsi il lato economico ed il lato sentimentale di un legame. Un rapporto che i tifosi hanno voluto custodire come la migliore condivisione di una passione gratuita. Finora. Per questo non c'è da stupirsi se adesso una parte del tifo giallorosso invita Benatia a lasciare Roma, se una permanenza è fonte per lui di disagio (economico ed emozionale). Invitato a lasciare la Capitale perchè non degno di tutto questo affetto, non giustificato a percepire più di quanto sia stato stabilito dal contratto da lui firmato. Si può forse accusare chi tira in ballo un centrale bianconero (con, ahinoi, tre Scudetti vinti consecutivamente) i cui adeguamenti contrattuali non raggiungono le cifre che ogni giorno riflettono le richieste dello stesso marocchino che con la Roma ha giocato ancora troppo poco per poter arricchire la sua personale bacheca con un trofeo? Oppure chi incolpa la società di non essere abbastanza forte da imporre la propria volontà su qualcosa di 'proprio'? Oppure ancora chi ritiene che se la dirigenza fosse andata incontro alla richiesta economica espressa non saremmo giunti a questa situazione? "Chi era Benatia prima di venire alla Roma?", domanda sprezzante. Ma sarebbe approdato a Trigoria se fosse stato un giocatore mediocre? Il risentimento genera confusione, allora le colpe, se non sono del giocatore nè della società, ricadono sulla stampa. Perchè gonfia, demolisce, destabilizza. Perde la sua funzione di informatore delle masse e travisa, millanta, costruisce.
Il mercato, croce e delizia di quest'estate romana, finirà il prossimo 2 settembre. La stessa data è anche il termine ultimo per consegnare la lista Uefa dei giocatori in rosa che, nei rispettivi club, prenderanno parte alla fase a gironi di Champions League. C'è ancora tempo per comprare e vendere, per essere comprati ed essere venduti. Per rinforzarsi e lasciar andare. Si attendono sviluppi sul futuro di uno di quei giocatori che nella stagione 2013/2014 ha contribuito al record delle dieci vittorie consecutive ad inizio campionato, che a suon di buone prestazioni ha anestetizzato un dolore recente, uno degli uomini della prima Roma di Rudi Garcia: Mehdi Benatia. Ormai diventato un vero caso. Anagramma di caos.
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