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Da Benatia ad Astori, due anni di sorpassi romanisti. E le altre stanno a guardare

Passano i mesi ma non si affievolisce la seduzione del progetto capitolino: gennaio è il mese di Nainggolan, tassello perfetto nel mosaico disegnato da Rudi Garcia.

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Un'intuizione. Semplice come un “si”. È il pane quotidiano di Walter Sabatini, colonna portante di una Roma spietata sul mercato: “hungry for glory” lo slogan che abbraccia il sentimento comune di tutti i tifosi, una fame atavica stuzzicata dalla stagione esaltante del primo Rudi Garcia.

Il tecnico francese e lo stratega umbro, una coppia improbabile che nella realtà ha costruito anima e corpo della nuova Roma: calciomercato in crescendo, prendendo spunto dalla creatività e dalle intuizioni di uomini tirati su a pane e pallone, senza disdegnare il colpo di scena “sfizioso”.

La storia recente delle operazioni giallorosse ha vissuto di momenti esaltanti, scontri più o meno distanziati con le “nemiche” di sempre: il primo colpo, Benatia, messo a segno dopo una telenovela con il Napoli, profondamente interessato al talento dell'Udinese, un matrimonio fallito grazie al blitz di Sabatini, per niente spaventato dalla presunta “corsia preferenziale”(parole di Andrea Carnevale, responsabile scouting dei friulani) tra bianconeri e azzurri.

Passano i mesi ma non si affievolisce la seduzione del progetto capitolino: gennaio è il mese di Nainggolan, tassello perfetto nel mosaico disegnato da Rudi Garcia. La lotta è con la Juventus, disposta a tutto pur di rafforzare il proprio centrocampo: la marcia di avvicinamento al belga è scadenzata da titoli di giornale trionfalistici (“a giugno Nainggolan è della Juve” titolo a tutta pagina di un noto quotidiano piemontese) e da bruschi risvegli. La doccia fredda è l'accordo tra Cagliari e Roma, le foto del mediano con la maglia giallorossa sanciscono un sorpasso compiuto sul filo del rasoio.

L'attualità è nell'incertezza di questa estate, la pioggia di luglio che si confonde con le lacrime amare di Juventus e Lazio: l' uno-due di Sabatini manda al tappeto le speranze delle pretendenti, regalando Juan Iturbe e Davide Astori al popolo romanista. “Iturbe è della Juve”, spreco di carta e inchiostro dei soliti quotidiani che relegano in secondo piano la mossa giallorossa: il Verona saluta il fuoriclasse, Antonio Conte getta la spugna, Sabatini sorride e riparte.

“La Roma scippa Astori alla Lazio.” È la quadratura del cerchio: sedotto e abbandonato, Lotito si rifugia nel silenzio, mentre la Roma prende il difensore che la Lazio ha inseguito per tutta l'estate. Fascino, prospettive e idee chiare, la formula di Sabatini colpisce ancora.