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Belli a metà

La Roma si sta abituando a non vincere, e l’assuefazione sembra aver colpito anche l’ambiente, nella maggioranza soddisfatto del punticino raccolto a San Siro, contro un’Inter troppo spaventata per essere vera.

Redazione

La Roma si sta abituando a non vincere, e l'assuefazione sembra aver colpito anche l'ambiente, nella maggioranza soddisfatto del punticino raccolto a San Siro, contro un'Inter troppo spaventata per essere vera.

I giallorossi hanno mostrato un'apprezzabile identità di gioco fino alla trequarti avversaria per poi mostrarsi inconcludenti o poco cinici, nelle rare occasioni in cui è stato impegnato Julio Cesar.

In diversi momenti della gara, inoltre, l'idea di compiacere Luis Enrique ha prevalso sulla voglia di vincere la partita: è mancata la profondità, mentre nella ripresa sono bastate un paio di contromosse di Gasperini per tarpare le ali ad una Roma predisposta a subire i contropiedi avversari. Va meglio, ma non va bene. Per questo motivo sono auspicabili alcune modifiche tattiche.

Mario Sconcerti nell'analizzare brillantemente l'esperimento di sabato scorso ha paragonato il gioco di Lucho al vecchio metodo praticato ottanta anni fa in Italia, con De Rossi nelle veci di Fulvio Bernardini. Quindi non proprio un gioco innovativo, semmai dimenticato. Interessante, ma l'orgoglio ed il radicalismo non sono le vie giuste da seguire per ottenere i risultati: occorre un minimo di apertura mentale. Due partite sono già volate via e fra tre giorni c'è il Siena. Vamos!

Valerio Nasetti (calciomercato.com)