Attimi di terrore e paura, di apprensione e tristezza allo stadio 'Re Baldovino' di Bruxelles dopo che un attentatore ha ucciso a colpi di kalashnikov due tifosi svedesi nel centro città fuggendo poi a bordo di uno scooter. Belgio e Svezia hanno giocato il primo tempo all'oscuro di quanto era successo un paio d'ore prima, venendone a conoscenza solo nell'intervallo. A raccontare il retroscena con Romelu Lukaku protagonista è stato 'Het Laatste Nieuws', che spiega come si è arrivati alla decisione di sospendere la partita. Tutto è partito dal capitano della Svezia Victor Lindelof, che ha portato nello spogliatoio del Belgio il sentimento della sua squadra, che non se la sentiva assolutamente di riprendere la partita, cercando l'appoggio dei giocatori Red Devils. Un sostegno che è arrivato prontamente in primis dallo stesso Lukaku (ieri capitano) e da Vertonghen: il giocatore della Roma (ex compagno di Lindelof allo United) ha preso le redini della situazione parlando a nome dei compagni e mostrando totale e immediato supporto alla volontà della Svezia. E accelerando così il processo decisionale che ha portato poi la Uefa ad annunciare la sospensione definitiva della partita intorno alle 22.30.
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Belgio-Svezia, Lukaku leader: ha parlato a nome dei compagni per far sospendere il match
Lindelof ha spiegato nel postpartita in conferenza stampa: "Ho parlato con i compagni di come si sentivano, e poi ho sentito che dovevo parlare con il Belgio. Ho spiegato come vedevamo la situazione. Eravamo molto chiari sul fatto che non volevamo continuare a giocare e i giocatori belgi erano completamente d’accordo". Poi anche le parole di Vertonghen:"Ci siamo detti subito che non ci interessava nulla della partita o del risultato e che non importavano gli altri impegni che avremmo avuto. Ci sono cose più importanti del calcio".
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