L’Olimpico torinese non è certo una biblioteca o il teatro Regio: si canta, si urla, si fischia, si gode (ogni tanto) e si soffre.
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Balzaretti sfida il suo passato e fischi della sua città
L’Olimpico torinese non è certo una biblioteca o il teatro Regio: si canta, si urla, si fischia, si gode (ogni tanto) e si soffre.
Ma quando quello stadio vestito di granata vede Federico Balzaretti , il volume inesorabilmente si alza: i fischi mutano in boati di disapprovazione, l’insulto diventa la regola, l’antipatia sfocia in rabbia. La “colpa” del biondo terzino sinistro è arcinota: superare la sponda del Po mentre la squadra che lo aveva cresciuto calcisticamente, il Toro, affondava nel dramma del fallimento. Un fuggi fuggi generale che travolse tutto e tutti: in pochi rimasero, la maggioranza transitò altrove. Ma Balzaretti finì alla Juventus e tale spostamento venne vissuto dal popolo granata come alto tradimento. Il grande amore, che storicamente i tifosi granata nutrono verso i ragazzini forgiati nel vivaio, si trasforma a volte in un sentimento altrettanto vibrante, seppur estremamente negativo: ecco allora che il numero 42 domani sera si attenderà dal suo vecchio pubblico una poderosa dose di disapprovazione.
Ormai ci è abituato, Balzaretti. E nonostante ciò è capitato di lasciarsi travolgere dal sentimento, esternando nervosismo: ad Aprile, nell’ultima visita all’Olimpico, il difensore esterno è incappato in un’espulsione per doppia ammonizione in uno stadio che si era trasformato in una bolgia. Balzaretti si era accontentato, si fa per dire, di godersi la vittoria: un successo giallorosso in casa granata maturato grazia a un prodigioso sinistro di Erick Lamela , con Masiello a guardare. Era un’altra Roma, ben più abbordabile di quella fin qui travolgente del comandante Garcia : nell’equilibrata gestione degli uomini, Balzaretti ha trovato spazio e considerazione, Il granata, cresciuto nel vivaio giallorosso, è simpatizzante romanista. Ma non è mai stato profeta in patria rivedendo lo spiraglio dell’azzurro e coprendosi di gloria nel derby, con un gol decisivo alla Lazio. Adesso cerca di ripetersi nel suo derby personale e per farlo dovrà sfidare un altro candidato a vestire la maglia della Nazionale in Brasile. E’ una sfida azzurra, ma è soprattutto un duello dei destini incrociati quello che vedrà Alessio Cerci opposto all’ex juventino.
(tuttosport.it)
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