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Balzaretti: “Difendo la Roma: grande gruppo. Il futuro è nostro, restiamo uniti”

"Pallotta è 'malato' della Roma. De Rossi mi è stato sempre vicino, lo ringrazio. Sabatini è il ds più bravo d'Italia. Finale 26 maggio? Giorno più doloroso della mia vita a livello sportivo"

Redazione

Federico Balzaretti, terzino sinistro della Roma, è rientrato da poco dopo la lunga riabilitazione e oggi è l'ospite di SlideShow, programma in onda su Roma Tv. Ecco le sue parole:

Torino

Città dove sono nato, ho vissuto tutta la mia infanzia e ci sono i miei affetti. E’ una città dove ho vissuto fino ai 25 anni, sono molto legato. Per motivi familiari ci torno meno, si vive bene, è bella ed ho tanti amici di infanzia. Non sono del centro di Torino ma di Bugliasco, mi piace molto la zona in cui sono cresciuto, è molto adatta ai bambini, mi ricordo quando facevamo il torneo grandi contro piccoli. Una vita vissuta all’aperto, dedicata al gioco, c’erano meno computer e tecnologia, si viveva la strada e c’era vita sana.

Esordio in serie A

Non ricordo la data, era settembre, la pima o seconda giornata di campionato. Ero in panchina con il Torino, ero tornato dai prestiti. Ho giocato laterale di destra, lo ricodo bene come esordio perchè contro l’Inter è stato come toccare il cielo, non pensavo a quella che poteva essere la mia carriera. Pesavo 65kg, sul fisico ci ho lavorato moltissimo. È stata una stagione fortunata per me, ma sfortunata per il Toro, mi ha fatta esordire Camolese che ha avuto fiducia con me e lo ringrazio per avermi fatto esordire nel grande calcio.

Champions League - Juventus

È stata l’altra squadra di Torino per la quale ho vestito la maglia, ho passato dei mesi difficili quando ho fatto il passaggio perchè ero cresciuto nel Toro ed ero tifoso del Toro, senza ombra di dubbio. Eravamo tornati dalla serie B alla A poi c’è stato il fallimento della società e eravamo tutti svincolati, poi ho scelto di andare alla Juve. Potevo anche restare nel Toro, c’era una cordata prima di Cairo con cui sono andato a parlare due volte ma non ho trovato i presupposti perchè come si è rivelato era stata una cordata fantasma. In quell’anno li è nata Lucrezia e ho deciso di restare in città anche se era un passaggio difficile. Sono stato in una Juventus parecchio forte, la Juve 2005/2006. Ho fatto il primo anno 26 partite con loro e questo mi ha dato grande forza, mi sono allenato con campioni come Ibrahimovic, Nedved, Buffon con Capello allenatore. Si dice che è burbero ma con me si è comportato in maniera splendida.

Palermo

Sono stati 5 anni bellissimi. dove ci siamo ritagliati delle soddisfazioni bellissime. Sono stato veramente bene, è una città che mi appartiene come carattere, un po’ come Roma, dove c’è il clima solare e c’è gente passionale. Io come persona mi sento più del Sud pur essendo cresciuto per più di 20 anni a Torino. Abbiamo rischiato di andare in Champions League, ho giocato con gente fortissima come Pastore, Cavani, Sirigu e vederli vincere campionati con il PSG e aver condiviso la loro crescita è stato motivo di grande orgoglio e soddisfazione.

Nazionale

Sono stati 4 anni molto belli, quando si veste quella maglia è un sogno che si realizza. Esserci arrivato a 29 anni per un calciatore è un motivo di orgoglio. Gli Europei sono stati il periodo più bello di quel ciclo dove abbiamo sfiorato la vittoria perdendo con la Spagna. Ricordo che con Daniele, Diamanti non si dormiva la notte, preparavamo la partita. In queste manifestazioni c’è un clima speciale, magico che ci ha permesso di battere la Germania che ha vinto poi il Mondiale la scorsa estate. Avevamo sopperito al divario tecnico con una grande organizzazione e forza.

Prandelli

Ho avuto alcuni problemi a Firenzi. Non ci siamo capiti subito, i primi sei mesi sono stato in un gruppo fantastico, poi il fatto di andare 12/13 volte in tribuna ha influito sul fatto che io potessi cambiare aria. Io non do mai colpa all’allenatore quando non gioco, un giocatore non deve crearsi degli alibi. Non è stata una sua colpa, lui faceva scelte giuste e ha portato alla qualificazione Champions la Fiorentina. Quando in Nazionale l’ho riavuto, ho avuto un grandissimo rapporto con lui e lui anche aveva una consapevolezza diversa. Mi ha fatto giocare con continuità e avuto grande considerazione di me durante la Nazionale.

Finale Spagna

Non c’è stato il rammarico di aver perso la finale, è stata talmente superiore che non c’è stata partita. Abbiamo commesso l’errore di averli affrontati a viso aperto. In quella partita ci hanno surclassato, il peccato è stato di essertela giocata, il 4 a 0 è pesante, sono stati superiori ma rimane dal nostro punto di vista un grande europeo.

De Rossi

Persona che stimo particolarmente, ci conosciamo dai tempi dell’under 20, avevamo avuto già ai tempi dell’under 20, under 21 delle esperienze insieme e il fatto di averlo trovato in Nazionale e poi alla Roma è stato bello. Ho una stima profonda per questo ragazzo, mi piace tutto di lui, come persona e come calciatore e sopratutto per quello che dà in campo. Dà tutto per la maglia, è un esempio e è un leader nella Roma e nella Nazionale. Ce ne fossero di persone come lui, mi è stato sempre vicino anche nei momenti difficili e gli dico grazie. Ha una famiglia splendida, una moglie splendida, gli auguro il meglio.

Moglie e figlia

Parliamo di un amore profondo che va oltre a tutto. E’ la persona che ha cambiato la mia vita, io avuto due figli da una precedente relazione che sono Lucrezia e Ginevra, sono state sempre con me e sono orgoglioso di loro. Poi ho conosciuto mia moglie, amore della mia vita, con la quale stiamo condividendo un percorso familiare insieme a cui devo davvero tanto, siamo uguali e, al di la dell’amore che provo, la stimo come donna. Indipendente, forte, passionale, generosa. Ringrazio Dio che mi ha dato una persona del genere e cerchiamo di coltivare questo amore. Abbiamo sempre fatto sacrifici per vederci, delle levatacce e per questo abbiamo un amore così grande perchè non pensiamo a noi stessi ma al nostro amore. Di bambini ne ho 4, tre bambine e un bambino di 3 mesi e mezzo, sono la mia forza, il mio orgoglio. Ci sono infiniti momenti che si possono descrivere con loro. Io cerco di essere per loro un esempio, l’educazione per me è l’esempio. L’amore deve essere incondizionato, tu devi dare tutto quello che hai sperando che loro ricevano quello che ti gli dai senza condizioni.

Matrimonio

È stata l’emozione più forte, vederla entrare in Chiesa con l’abito da sposa è stata l’emozione più forte della mia vita, ho avuto quasi un mancamento. È stato un giorno fantastico, di festa, una cerimonia intima con 140/150 persone. Siamo stati tra amici, tra persone a cui si voleva davvero bene. Ci siamo sposati a Palermo e poi abbiamo fatto il ricevimento sul mare, un ricordo unico ed indimenticabile.

Sabatini

È una persona a cui devo tanto, conosce il mio percorso. Mi è stato vicino tanto, è il più bravo direttore sportivo che c’è in Italia. Volevo venire alla Roma da quando il direttore mi fece una telefonata, dicendomi che se veniva fuori la possibilità di prendere un terzino voleva me. Li io gli ho dato la mia parola, nonostante avessi tantissime richieste. La mia volontà era quella di venire alla Roma, perchè a me piace un tifo caldo, la gente passionale e mi piacciono le sfide. So che posso solo attraverso le sfide si può crescere, le cose facili non mi appartengono.

Preparazione estiva

Eravamo con Zeman, insieme a Mattia e Piris. Impatto positivo da subito, contento della scelta che ho fatto. Nonostante la prima stagione non sia stata brillantissima, poi in quella stagione avevamo avuto meno vacanza e questa cosa un po’ l’abbiamo patita. Mi piace lavorare e correre, l’ambizione il sacrificio sono cose che fanno parte della mia persona, del Federico calciatore.

Esordio Roma

È stato contro il Catania. I primi due mesi e mezzo sono partito bene, ld mie prestazioni sono state abbastanza positive, attuavamo unc alcio particolarmente offensivo, voleva corsa e sovrapposizioni. Il modo di giocare di Zeman a livello offensivo offriva tanti tiri e occasioni da gol. La fase difensiva era curata meno, ed era una delle più grosse lacune. Concedevamo troppe occasioni da gol, poco equilibrati come nelle corde delle squadre di Zeman. Nel calcio si vince chi ha più continuità ed equilibrio ma non ce l’avevamo, alternavamo partite buone a prestazioni negativo e questo si paga. Poi ho avuto un paio di infortuni e non mi sono espresso in tutte le mie potenzialità. Quando non riesco a dare il 100% e non riesco ad essere positivo per la squadra sono uno che ci soffre, ma non mi abbatto mai. Cerco di dare il 200% per migliorarmi. Nonostante l’età nel calcio puoi migliorare e con il lavoro puoi rimanere ad alti livelli.

Finale 26 Maggio

Giorno più doloroso della mia vita a livello sportivo. Il fatto di giocare contro la Lazio a Roma, sembrava una finale del campionato del Mondo. Oltre il valore della Coppa Italia sembra una finale del Campionato del Mondo, anche Daniele e Francesco dicevano questo, il mese vissuto prima della finale è stato qualcosa di forte e pesante, purtroppo non siamo riusciti a dare in campo quello che dovevamo dare. Poi è chiaro che i tifosi si arrabbiano, stanno male, ma noi stiamo male ancora di più. Io sono stato una settimana senza aprire bocca, è stato un trauma però è la vita, ne ho perse tre in tre anni di fila, la cosa positiva è che arrivi in fondo. Farsi sfuggire l’obiettivo alla fine rimane dentro e questa partita è stata speciale dove a livello sportivo è stato il giorno peggiore della mia vita

Gol al derby

Giorno più bello a livello professionale della mia carriera. In questo gol c’è tutto quello che sono come persona. Al di la del calciatore credo che quello che rimane alla gente è quello che dai in campo e la persona che sei ed è questo che mi piacerebbe che i compagni passati, la gente, la società si ricordassero di me. Il giudizio sul giocatore è relativo, ho il mio e mi basta, sulla persona invece è qualcosa di importante. In quel derby, in un’estate così difficile dove sia io che Daniele, Miralem siamo rimasti a Roma, dove vi garantisco non era facile rimanere, e il mettersi in discussione e tornare più forti di prima e il fatto che sia toccato a me è stato veramente un motivo di rivalsa per tutti. È stata come l’inizio di un altro percorso e l’inizio di un’altra squadra, di un altro appeal con la gente ed entusiasmo. Io lo vivo da un punto di vista umano e collettivo da parte di tutta la squadra quel gol al derby. Le lacrime poi sono state una conseguenza naturale della rabbia e dell’orgoglio di uscire da quel momento.

La festa

Quello che si vive a Roma nel derby è qualcosa di veramente “pesante”, vorrei giocarle sempre questo tipo di partite, un giocatore importante ama queste pressioni e io le amo. Il fatto di riuscire a dare della gioia a tutta la gente ti fa piacere, il fatto di condividere la gioia tutti insieme. Per vincere qualcosa di importante c’è bisogno di unità, sia quando si va bene che quando si va male. Il tifoso è normale che contesti quando le cose non vanno bene, se però vogliamo vincere qualcosa di qui bisogna essere uniti sempre nei momenti belli e difficili. Garcia è stato grandissimo, quando è arrivato ha dato una grande fiducia a tutti, ha dato carica e consapevolezza. Quello che ha fatto in pochi mesi è stato un capolavoro. Ha lavorato sull’aspetto umano delle persone. Il calciatore è importante, ma l’uomo calciatore è molto più importante. I giocatori tranne una decina che sono fenomeni, sono tutti simili dal punto di vista umano e se riesci a stimolare le persone fai il salto di qualità, è riuscito a tirare fuori il meglio da noi. Del mister posso solo parlare bene, mi è stato sempre vicino in qualsiasi momento, durante l’infortunio, è stato speciale per me e come allenatore e come uomo. Ha da parte mia grande considerazione e rispetto.

Pallotta

Lo stimo, mi piace tutto di lui. Mi piace come vede lo sport, non è maniacale, ho un modo americano di vederlo ed è quello che serve al calcio italiano. Ci parlo, riusciamo a capirci. Ha grande cultura, è simpatico e ci puoi parlare di tutto. Quando viene illumina tutto, è un leader insieme a Sabatini, Francesco, Daniele e il mister. Dà entusiasmo, quando lo vedo gli dico sempre di trasferirsi a Roma, perchè Boston è bellina ma a Roma si sta meglio, poi ci serve e serve la sua presenza qui. I giocatori della Roma, la Roma stessa deve essere contenta di avere un presidente del genere. Sta investendo tanto, ha un progetto serio e forte, si vede che lui ha passione per la Roma. È innamorato della Roma, non vuole fare i suoi investimenti, si è innamorato di questa gente e so che soffre tantissimo. Sono stato con lui a Boston, lui è malato per la Roma, è andato a vedere la partita in un fan club a Boston ed è andato li a vederla insieme ai tifosi della Roma e questo la dice tutta sul presidente.

Roma-Sassuolo

È stata l’ultima partita che ho giocato, già avvertivo un dolore incredibile. Nessuno se ne è accorto ma un dolore del genere non l’ho mai vissuto. Dopo la partita contro il Torino, quella prima, ho iniziato ad avvertire un po’ di bruciore sul pube, ma non gli ho dato importanza. Poi ho fatto questa partita e alla fine non riuscivo nemmeno a camminare e da li è iniziato un periodo difficile della mia vita, però mi sono promesso che quella non sarebbe stata la mia ultima partita perchè abbiamo preso gol all’ultimo secondo.

Conferenza stampa

È stato il periodo più complicato, il dolore, le tre operazioni, poi in ritiro avvertivo dolore a correre. Poi ho fatto la risonanza ed ho visto che la situazione era peggiorata e credo che li in tanti hanno pensato che la mia carriera fosse giunta al capolinea, ma non avevano fatto i conti con me stesso. Mi sono rimboccato le maniche, ho parlato con il cuore aperto dicendo che non sapevo se sarei tornato a giocare a calcio. In quel momento mi sono detto di mettercela tutta, volevo dimostrare che una persona ce la può fare, era diventata una sfida per mia moglie, per i miei figli. Direttore, presidente, allenatore e compagni mi sono stati sempre vicini, la Roma è una famiglia e mi sono sentito dentro una famiglia era facile abbandonarmi, ma mi sono stati vicini sempre. Volevo essere per loro un piccolo esempio ed uscire da una situazione del genere non lo pensava nessuno e il fatto che io adesso sto bene mi rende più che orgoglioso.

Ritorno in campo

Giorno fantastico, ho intrapreso dopo quel periodo un percorso da solo. Al direttore e al mister ho chisto di lasciarmi solo per trovare la mia strada, mi sono affidato a persone di fiducia con le quali abbiamo lavorato fortissimo, abbiamo lavorato per 4/5 mesi. Ho più voglia di un bambino che vieni qui a dare i primi calci, mi sento rinato perchè mi è venuto a mancare in questi 17 mesi tutto quello che di bello c’è sul campo. Il ritiro, le pressioni, le vittorie, le sconfitte.

Partita Primavera

Ero emozionatissimo, è stata la stessa identica emozione dell’esordio. La cosa che mi fa piacere, avendo 33 anni. Sono stato contento di aver vissuto questa cosa con il papà di Daniele, lo apprezzo per il modo che ha di lavorare con i giovani, mi ha messo a mio agio.

Partita Napoli

Mi ha fatto un regalo grande e i compagni ancora più grande. Una bella prestazione, ottimo risultato e spirito di gruppo che era venuto a mancare, si era spento. In quella partita lo abbiamo ritrovato. Dentro di me queste sensazioni le faccio mie, dal momento dell’ingresso in campo agli applausi della gente alla fine. Come finirà questa stagione non lo so, dobbiamo essere uniti tutti. In questo momento serve unità per vincere e centrare un obiettivo come la Champions che è un bellissimo obiettivo. Dobbiamo sapere che qualsiasi cosa succeda in questa stagione ripartiremo, il progetto Roma non finisce a giugno 2015, finirà chissà quando e andrà avanti. Ci sono le basi per essere duraturo, dobbiamo essere ottimisti e sereni, rimanere uniti. Capisco i tifosi arrabbiati, ma abbiamo bisogno del loro apporto. Insieme a loro vogliamo vivere questo momenti, società e tutti siamo una famiglia. E una famiglia si vede che funziona soprattutto nei momenti di difficoltà. È impensabile che una società come la Roma relativamente giovane non possa avere alti e bassi. Difendo i miei compagni e il mio gruppo alla morte, questo è un gruppo forte ed una squadra forte. Non finirà mai a questo giugno. Dobbiamo restare uniti perchè insieme è più facile ottenere risultati.