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Baldissoni: “Dietro questa rinascita c’è molto di Pallotta. Lo scudetto non vince ad ottobre”

Ecco le parole di Mauro Baldissoni, Direttore Generale della Roma, ai microfoni di SkyTg 24.

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Ecco le parole di Mauro Baldissoni, Direttore Generale della Roma, ai microfoni di SkyTg 24.

Roma con un gol subito ha insieme all'Olympiakos la difesa meno battuta d'Europa...

I numeri hanno un valore perchè raccontano la realtà e sono sempre indiscutibili, questo è segno che si sta lavorando. Ovviamente dopo sette partite si può fare un bilancio che è estremamente provvisorio, per ora siamo contenti ma sappiamo che in realtà non abbiamo fatto nulla

Allo scudetto non ci si pensa?

Lo scudetto non si assegna ad ottobre, quindi non ha senso per noi parlarne. Dobbiamo occuparci dei presupposti e delle cause, non degli effetti. Vincere lo scudetto sarebbe un effetto dei punti che si raccolgono e delle partite che si vincono, noi dobbiamo curare il presupposto che è quello di lavorare per far si che la Roma si presenti in campo in condizioni di vincere tutte le partite e fino ad oggi è riuscita a farlo

Certi momenti bisogna goderseli, in questi anni c'è stato molto fango e scetticismo. E' il momento di levarsi dei sassolini dalle scarpe...

I sassolini ce li teniamo ancora dentro le scarpe, perchè ancora non abbiamo fatto tutto quello che noi vorremmo fare in futuro, non abbiamo vinto nulla. Scetticismo comprensibile in un momento di passaggio, forse qualche opinione espressa nei confronti di questa società non è stata generosa, spero che però che chi l'ha espressa si possa ricredere in fretta. Diciamo che l'ambiente mediatico romano è molto intenso, segno della passione che esprime questa città, consideriamolo solo un effetto della passione e speriamo si possa trasformare in positivo.

Adesso siete un po' tutti con i piedi per terra?

Il calcio è sport ed intrattenimento, il suo più grande seguito è determinato dalla passione, quindi abbiamo il privilegio di lavorare per far felice la gente. E' altrettanto doveroso però che noi continuiamo a lavorare con la stessa determinazione e serietà che stiamo mettendo sin dal primo momento senza farsi trascinare da emozioni e gioie, non giustificate ad aoggi, che potrebbero solo farci lavorare male.

La società Roma sta cercando soci per renderla ancora più forte ed appetibile?

Parlando in generale credo che il fatto che ci siano investitori stranieri che vogliono investire in questo paese è un elemento positivo, tra l'altro in una congiuntura economica internazionale che non è delle più favorevoli e in un'industria come quella del calcio che è una delle più importanti, la quinta o sesta industria del paese. Recepiamo così anche il nuovo potenziale intervento del signor Thoir nell'azionariato dell'Inter e per questo ritengo che l'investimento fatto dell'attuale proprietà della Roma, da Pallotta e soci, sia da accogliere con grande attenzione, forse più attenzione e generosità di quella ricevuta fino ad oggi. Ed è ovvio che se ci sono investitori che decidono di investire in questa città e questa squadra sarebbe per noi un bel segnale. Vorrebbe dire che noi stiamo lavorando bene, che investire nella Roma è un buon affare, quindi siamo favorevoli ed aperti.

Crescita della Roma e crescita del calcio italiano, ci sono state dichiarazioni importanti di Agnelli che ha detto: “In altri campionati ci sono maggiori ricavi e competitività mentre noi siamo immobili” Attacco diretto alla Lega di Serie A. Che ne pensa?

Non credo fosse un attacco, più che altro un richiamo ad una maggiore efficienza ed attività. Immobilismo non mi piace, credo sia anche irrispettoso per chi lavora in Lega ed attorno alla Lega. E' vero che la Lega ha il compito di massimizzare il campionato italiano e l'interesse che può avere all'estero e siamo d'accordo con Agnelli che si dovrebbe fare di più e meglio, ma è assolutamente ovvio che è l'interesse di tutte le squadre che compongono la Lega. Quindi ci possono essere differenze di opinione nel come raggiungere questo obiettivo, differenze di opinioni che si valutano poi in sede di Lega nel dibattito che è in corso

Garcia o Totti chi è l'uomo della svolta?

Non credo al concetto di uomo della provvidenza e credo sia anche ingiusto per organizzazioni complesse e in uno sport di squadra. Sarebbe ingeneroso per tutti gli altri a partire da giocatori e staff tecnico che lavorano a questo progetto. Credo che questa Roma non nasca sotto un cavolo a luglio a Riscone di Brunico o dalla bacchetta magica di un uomo che sia l'allenatore o il nostro capitano. E' un lavoro che va a vanti da due anni e nasce da quello fatto negli anni passati, inclusi gli errori. Nasce dalla capacità di individuare e correggere gli errori fatta, nasce dalla sofferenza che c'è stata, dalla voglia di riscatto che hanno tutt'ora i giocatori e nasce dalla scelta di un ottimo allenatore e c'è molto del presidente Pallotta dietro a questa stagione, che ha voluto essere molto più presente in tutte le scelte, sia della sociali che quelle tecniche, essendo lui un uomo di sport e che vive nello sport da tanti anni sa anche come incidere in questo campionato

Garcia è l'uomo nuovo, ha imparato subito l'italiano, ha le idee chiare ha conquistato il gruppo e quindi ci sono tutte le possibilità che possa essere un allenatore del futuro. Ha un contratto di due anni, la Roma come si comporterà con lui?

Garcia sta dimostrando di essere un ottimo allenatore, ed è esattamente quello che speravamo e ci aspettavamo. Posso dire che la filosofia di questa proprietà e del presidente è quella di dare continuità e stabilità ad un percorso tecnico e quello che non ha funzionato è stato proprio questo, ossia la mancanza di continuità nel non portare avanti quello è un discorso tecnico. Hanno un progetto che è a medio lungo termine e ritengono fondamentale la stabilità, hanno sempre detto che le organizzazioni stabili vincono e non sono le organizzazioni che vincono ad essere stabili è quindi evidente che c'è l'intenzione di avere un rapporto più lungo possibile con la nostra guida tecnica, ma non è certamente ora che dobbiamo cominciare a parlarne. Sul contratto ne parleremo più avanti

Il 19 o 18 ottobre ci sarà lo scontro al vertice Roma-Napoli. La Roma non vuole giocare a Napoli, non vuole l'inversione di campo, vuole giocare per non falsare il campionato.

Più semplicemente la Roma vuole rispettare il calendario perchè riteniamo sia importante per la regolarità del campionato. Crediamo che questo sia un principio che è in tutti i regolamenti non solo nel campionato italiano ma anche all'estero. Abbiamo un grande rispetto per l'ordine pubblico, un grande rispetto per le istituzioni che sono tenute a prendersi cura di questo delicatissimo tema, abbiamo grande rispetto per il prefetto Pecoraro che sta cercando di trovare una soluzione. Ovviamente la soluzione più vicina al rispetto del calendario è quella che preferiamo, ossia l'eventualità di giocare a Roma, anche un giorno in meno e quello previsto. Le altre soluzioni le prenderemo in considerazione quando sarà necessario.

Favorevole a giocare venerdì alle 20.45?

Se fosse possibile sarebbe la scelta migliore

FINE