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Avv. Rombolà a FR: “Dalla Lega nessun vincolo ai calciatori sul taglio degli stipendi. L’Aic non ha dato un bel segnale”

Damiano Tommasi

Queste le parole dell'esperto di diritto sportivo: ''Serviva un clima di maggiore collaborazione. E' possibile che ci siano ricorsi da parte dei giocatori''

Gianluca Viscogliosi

Lega Serie A da una parte e l'Aic dall’altra, in un clima simile più a un incontro di boxe che a una partita di pallone. Eppure sul tavolo delle trattative è in gioco il futuro immediato del calcio italiano. “La Lega ha fatto una mossa condivisibile prefigurando il taglio delle quattro mensilità rimanenti qualora non si riesca a riprendere il campionato, mentre la dura replica dell’Aic mi ha sorpreso”. A forzaroma.info prova a mettere ordine l’avvocato esperto di diritto sportivo Carlo Rombolà, che ha analizzato il botta e risposta tra le parti.

Come cambia lo scenario dopo il comunicato della Lega in merito alle linee guida sul taglio degli stipendi, un taglio 'stile Juventus'?

Mi aspettavo un comunicato del genere da parte della Lega Serie A, condivisibile sia nelle premesse che nei contenuti, che ha l’indubbio valore di indicare una strada con riferimento alla gestione degli stipendi. Si tratta pur sempre, tuttavia, di una linea comune dei Club, tutt'altro che vincolante per i calciatori, elemento che appare in tutta la sua chiarezza laddove si dice che “resta inteso che i Club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati”. In altre parole, i club si sono messi d’accordo sulla linea da seguire, adesso viene il difficile, ovverosia accordarsi con gli atleti. E infatti poi è arrivato il comunicato dell'AIC, non un bel segnale…

“Una proposta vergognosa e irricevibile”, un messaggio duro: si aspettava questi toni?

Non mi aspettavo un comunicato così duro. Sono piuttosto sorpreso.

Sarà quindi rottura totale tra le parti?

Di certo, adesso, se non sarà rottura totale come dice lei mi aspetto quanto meno delle forti tensioni fra le parti, che rischiano di avvelenare una trattativa che si sarebbe dovuta condurre in un clima di maggiore collaborazione. Anche a tutela di chi guadagna il cosiddetto minimo sindacale. Non esistono, infatti, soltanto i grandi campioni, ma anche e soprattutto una categoria di atleti professionisti che non guadagna cifre esorbitanti e per i quali probabilmente sarà necessaria una trattativa più articolata.

Come dovrebbero comportarsi le società adesso? Questo comunicato ha un valore vincolante per loro?

Il comunicato discende da un accordo fra i Club ed è quindi vincolante soltanto per i Club stessi. Ma è altresì importante precisare che una dichiarazione così come è stata concepita ha carattere programmatico: serve cioè da stella polare per orientarsi sulla linea da seguire nel contesto di accordi che dovranno essere definiti caso per caso.

Secondo lei questa potrebbe essere una mossa per cercare di tamponare l'eventuale emergenza relativa alla deadline del 30 giugno?

Beh, diciamo che in un periodo di assolute emergenze, ogni misura idonea a far risparmiare i club è ben accetta nell'ottica di una maggiore sostenibilità del sistema calcio. In questo caso, il taglio delle voci di uscita in bilancio verrebbe fatto ricadere sugli stipendi dei calciatori. Da un punto di vista economico è un’ottima cosa, che ha una base giuridica molto precisa: se non si gioca e non ci si allena, viene meno il diritto a percepire la retribuzione così come originariamente quantificata.

E’ possibile che i calciatori possano singolarmente pensare a dei ricorsi?

E’ un’eventualità possibile, soprattutto se le parti non riuscissero a raggiungere un accordo. In questo senso, mi aspetto molto dalle prossime settimane, durante le quali le governance del calcio, italiano, continentale e globale, dovranno obbligatoriamente trovare una quadra con riferimento alla sistemazione dei calendari e allo spostamento del termine della stagione in corso, in relazione al quale la scadenza dei contratti in essere verrebbe a sua volta posposta.