«Oggi non c’è il presidente che non può essere qua ma lavora tutti i giorni per la Roma». In un italiano con forte accento americano, Italo Andres Zanzi, amministratore delegato dell’As Roma, ha giustificato l’assenza del presidente James Pallotta, aprendo l’assemblea della società di calcio, capolista in serie A dopo la vittoria di domenica contro la Fiorentina. Pallotta, l’imprenditore americano che - secondo i dati ufficiali - è l’azionista di maggioranza dell’As Roma con l’82% del capitale, ancora una volta ha disertato l’assemblea annuale dei soci della Magica, ieri a Trigoria, 33 i soci presenti.
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As Roma, sì al bilancio senza Pallotta
L’imprenditore americano che - secondo i dati ufficiali - è l’azionista di maggioranza dell’As Roma con l’82% del capitale, ancora una volta ha disertato l’assemblea annuale dei soci
La Borsa ha festeggiato (+1,9% le azioni giallorosse a 0,587 euro, meglio delle altre quotate nel calcio: +1% Juventus e +1,6% Ss Lazio), i piccoli azionisti no. Diversi soci hanno criticato, oltre all’assenza del presidente che sta a Boston, i conti ancora in rosso della Magica, la perdita al 30 giugno 2015 è aumentata da 38,6 a 41,2 milioni nel bilancio consolidato malgrado l’aumento dei ricavi da 128,45 a 180,6 milioni.
Il patrimonio netto consolidato è negativo per 102 milioni, nonostante sia stata completata la ricapitalizzazione da 100 milioni. Bilancio approvato a maggioranza, con il voto favorevole delle due società di Pallotta che possiedono l’82% del capitale. Il patrimonio netto della Spa capogruppo resta positivo per 16,5 milioni (ma è inferiore di oltre un terzo al capitale, che è di 59,6 milioni) grazie alla plusvalenza infragruppo creata nel 2007 con lo scorporo del marchio conferito alla controllata Soccer Sas, un’operazione di cosmesi contabile della precedente gestione. In febbraio la Soccers Sas è stata svuotata: attività commerciali, marchio e diritti tv sono stati conferiti in una nuova controllata dell’As Roma, la Asr Media and sponsorship Srl, le cui quote sociali sono state date in pegno a Unicredit. Questo a garanzia di un nuovo finanziamento di 175 milioni, firmato con Unicredit e Goldman Sachs il 12 febbraio. Sul debito, durata 5 anni, la Roma paga a Unicredit un interesse minimo del 7% annuo.
«Come faremo a ripagare il debito?», ha chiesto un azionista. «Il finanziamento è una riorganizzazione della precedente posizione finanziaria», ha risposto il d.g. Mauro Baldissoni, rilevando che i debiti finanziari netti al 30 giugno, «sono inferiori all’anno precedente». Il calo è di soli 2,1 milioni a 129,9 milioni. «Quest’operazione - ha osservato Baldissoni - ci ha consentito di rientrare in possesso dei diritti sui ricavi su base annua. È un elemento positivo di miglioramento della nostra posizione. Il tasso è a valori di mercato».
Baldissoni ha replicato alle critiche al direttore sportivo, Valter Sabatini, accusato di comprare costosi calciatori «che vengono dall’altra parte del mondo». «Abbiamo raggiunto 190 milioni di plusvalenze negli ultimi tre anni con la gestione della rosa, pur migliorando la competitività», ha detto Baldissoni. Per il nuovo stadio i tempi non sono brevi. Baldissoni ha detto a una radio: «Tra poche settimane ci sarà la presentazione del progetto alla conferenza dei servizi in sede regionale che è l’ultimo stadio di approvazione, che impiega un minimo di sei mesi. Per la primavera prossima si potrebbe procedere alla posa della pietra o allo scavo della prima buca».
G.Dragoni (Sole 24 ore)
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