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Aquilani: “Per me, giocatore e tifoso della Roma, è stata dura lasciare il club”

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L'ex centrocampista: "Giocavo e tifavo per la Roma. Arsenal e Chelsea mi hanno fatto offerte importanti ma non volevo partire. Non è stato facile lasciare la società. Gerrard era un eroe per me"

Redazione

Alberto Aquilani ha rivelato tutto sul suo trasferimento al Liverpool nel 2009 e sugli alti e bassi di una prima stagione con il club piena di infortuni, senza tralasciare l'argomento Roma. Società che l'ha fatto esordire in Serie A. In un'intervista esclusiva a 'The Echo',  il classe '84 ha rivelato: "Molte persone pensano di aver speso troppi soldi e di non avermi mai fatto giocare, quindi sono stato un flop. Hanno ragione. È giusto. Ma dietro a questo sono successe molte cose". Dopo l'uscita di Xabi Alonso dal Real Madrid da 30 milioni di sterline, i Reds si sono separati con 20 milioni di sterline per portare l'italiano dalla Roma nell'estate del 2009. L'ex centrocampista giallorosso avrebbe voluto rimanere alla Roma, ma nel momento in cui si rese conto che il club voleva cederlo, non ci ha pensato due volte ad accettare la sfida del campionato inglese. Infortunatosi al momento del trasferimento, Rafa Benitez ha dovuto aspettare fino alla fine di ottobre prima di poter finalmente rivolgersi al centrocampista. Ma gettato in una squadra in subbuglio, il tempo di Aquilani in quel di Merseyside si è inevitabilmente concluso in lacrime con il licenziamento dello spagnolo dopo una campagna scadente nell'estate del 2010. E sul club allora guidato da Sensi: "Per me è stato molto difficile lasciare la Roma, da giocatore e tifoso" ha detto. "Ricordo quando ero più giovane, Arsenal e Chelsea mi hanno fatto grandi offerte ma non volevo lasciare la Roma. Quello che è successo dopo, è che ho subito un grosso infortunio e le cose sono cambiate.  Sono rimasto fuori 4-5 mesi. Il Liverpool per me è stata una grande possibilità. Era un sogno. Tutti mi dissero che era un paradiso calcistico e che sarebbe stata la scelta giusta. Un grande club composto da grandissimi giocatori. Gerrard era un eroe per me, per cui giocare al suo fianco è stata una grande opportunità".