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Anche Di Bartolomei jr. tra gli anti-Salvini: “Una pistola non dà sicurezza”

Dopo Saviano, Rom e Migranti, l'attuale vicepremier non trova consensi da parte del figlio di Agostino sulla nuova legge per la difesa personale

Redazione

I reati in Italia diminuiscono del 10,2% in un anno, ma i cittadini non si sentono al sicuro e le licenze per porto d'armi continuano ad aumentare. Quasi un italiano su quattro è favorevole all'introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un'arma da fuoco per la difesa personale e lo stesso ministro dell'Interno, Matteo Salvini su Twitter promette una nuova legge che permetta la legittima difesa delle persone nelle proprie case. "E' una nostra priorità" scrive il vicepremier.

Tematica scottante e che spacca il paese. Contro Salvini, ad esempio, va Luca Di Bartolomei, figlio di Agostino, capitano storico della Roma e tragicamente scomparso il 30 maggio del 1994 dopo essersi suicidato proprio con un colpo di pistola sul terrazzo della sua villa sul mare a San Marco di Castellabate in provincia di Salerno. Su Facebook, il figlio di Ago pubblica la foto di una Smith&Wesson 38 special e scrive: "Questa è uguale a quella che aveva Agostino. Quando la comprò negli anni '70, lo fece perché credeva che avrebbe così reso più sicura la sua famiglia. Al 41% degli italiani che oggi vorrebbe acquistare un'arma più semplicemente per sentirsi protetto vorrei raccontare - dati e studi alla mano - di come più pistole in giro significheranno solo più morti, più suicidi, più incidenti". Luca Di Bartolomei prosegue: "E alla obiezione che chi vuole suicidarsi lo fa comunque vorrei solo dire che, per andare oltre il burrone che pensiamo di avere davanti, basta un attimo. E in quell'attimo non avere accesso ad un'arma può fare la differenza. Non lo dice una vittima lo dicono tutti gli studi disponibili".

Chiude invitando a riflettere su come una nuova legge di questo genere possa cambiare le vite di molti. "Pensate ai vostri figlie ed ai vostri nipoti. Una pistola non produce alcuna sicurezza. Credetemi" dice Luca, il quale sulla sua stessa pelle ha provato il dolore che le armi possono causare".