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Amendola: “Ben vengano gli americani, porteranno grande entusiasmo”

Claudio Amendola parla del futuro societario dai microfoni di Te la do io Tokyo su Centro Suono Sport

Redazione

Claudio Amendola parla del futuro societario dai microfoni di Te la do io Tokyo su Centro Suono Sport

"La vicenda societaria? Penso che gli americani possano fare bene. Sono imprenditori nuovi che porteranno soldi "freschi". Ho superato l'ostacolo della "Roma ai romani", visto anche quello che negli anni si è mosso in questo senso. Quei due o tre nomi grossi, soliti, mi hanno sempre detto "mi posso andare a comprare gli insulti"? Risposte incredibili. Chi si compra la Roma si compra si le critiche, ma anche un amore incondizionato che da nessun'altra parte si può trovare. Mi sono informato, questi imprenditori americani sono gente seria, che sta suscitando grande entusiasmo."

 

Questo può essere davvero il "sogno americano" con un progetto a lunga scadenza?

"E' esattamente il contrario di quello che hanno fatto quelli che hanno preso il Liverpool. Gli inglesi sono stati "tagliati" non appena c'è stato bisogno di mettere soldi. Nel nostro caso è diverso, improntato sul marketing e su un vero progetto. Non capisco come mai il nostro marchio non sia mai decollato. Da quello che sento e leggo, nell'arco di qualche anno si arriverà ada vere un grande centro sportivo all'altezza delle big europee, tipo Chelsea, Real Madrid o Barcellona per intenderci. Se si comincierà a fare questa cosa ci saranno risultati certi. La gestione "familiare" è da una parte bellissima e romantica ma dall'altra lascia delle lacune enormi. L'organigramma, per essere all'altezza, deve fare dei sacrifici anche duri. Se si scieglieranno gli uomini giiusti, rappresentativi in giro per il mondo, che riuscirà a capire chi in Sudamerica emergerà nei prossimi anni, si potrà puntare su calciatori da scoprire nel tempo. Non ci devono più essere casi come Baptista e Cicinho, giocatori arrivati a fine mercato per cifre folli. Mi auguro che si possa essere più Barcellona o Real che Udinese o Palermo...La Roma deve scoprire a tredici anni un Messi o gente di quel calibro. Il modello Barcellona è invidiabile, un'organizzazione che parte dallo studio al campo. Credo che questo campionato lo abbia archiviato la Roma stessa con alcune partite incredibili. La Roma non dovrebbe ritrovarsi a rinnovare ogni anno i contratti in scadenza, in altre squadre i grandi giocatori rinnovano sempre prima del termine. E' questa una delle cose che deve migliorare a livello societario."