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Amantino Mancini: “Alla Roma anni bellissimi. Adesso torno in Italia e divento allenatore”

L'attaccante brasiliano: "Sette anni indimenticabili che conservo ancora nel cuore. Ho avuto il privilegio di giocare con Totti. Devo tanto a Spalletti"

Redazione

Quando parli di Amantino Mancini ad un tifoso della Roma viene subito in mente l'azione che al 36' del secondo tempo sblocca il risultato nel derby Roma-Lazio del 9 novembre 2003. Cross di Cassano su punizione, colpo di tacco del numero 30 giallorosso, pallone alle spalle di Sereni e Curva Sud in delirio. "La mia esperienza con la maglia della Roma ha lasciato il segno. Ho segnato più di 60 gol. Se non sbaglio sono il brasiliano che ha segnato di più in giallorosso" dice Mancini a globoesporte.com.

L'attaccante brasiliano si commuove ancora quando parla della Roma: "Lì ho toccato l'apice della mia carriera. Sono stati sette anni che conservo ancora nel cuore".

Cosa ha imparato di più nella sua esperienza in Europa?

"Le persone sono più serie e professionali. Sono stato dieci anni lì, un periodo che mi ha aiutato ad essere più maturo. In campo sono diventato un giocatore più attento. Il calcio italiano è un po' più difensivo, ma tatticamente perfetto. Ho giocato nella Roma, nell'Inter e nel Milan. Sono una persona realizzata, ringrazio Dio per questa carriera"

Quale allenatore ricorda con più affetto?

"Ho avuto tre ottimi allenatori: Capello, il numero uno come capo dello spogliatoio, Mourinho, intelligente e studioso, ma chi mi ha fatto crescere più degli altri come professionista è stato Luciano Spalletti, l'attuale allenatore della Roma. Mi ha insegnato, mi ha dato alcuni consigli importanti. Grazie a lui sono migliorato tantissimo".

I più forti compagni di squadra o avversari che ha avuto?

"Ronaldo, Ronaldinho Gaúcho, Seedorf, Adriano, Ibrahimovic, Totti... potrei continuare a parlare per un giorno. Ho avuto il privilegio di giocare con loro".

Le grandi tifoserie che ha visto da vicino?

"Quella della Roma è fantastica, calorosa. E' una di quelle che fanno tremeare lo stadio".

Ha in mente di tornare a vivere in Italia?

"La mia ultima squadra è stato il Villa Nova di Minas Gerais. Ho chiuso la mia carriera (a 36 anni ndr) al termine del campionato mineiro. Sono fermo da cinque mesi. Ora penso a divertirmi un po'. Ho in mente di tornare presto in Italia. Visto che ho una casa e parlo bene la lingua vado a vivere lì. Voglio seguire un corso Uefa per diventare allenatore".

M.L.