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Adesivi antisemiti, Tare duro con i tifosi: “Vanno radiati dagli stadi”

Nel prepartita il direttore tecnico della Lazio ha commentato la vicenda: "Gesto da condannare ma ingiusto strumentalizzarlo"

Redazione

Pochi istanti prima della sfida tra Bologna e Lazio, su Premium Sport è intervenuto il direttore sportivo dei biancocelesti Igli Tare per commentare le ultime vicende che hanno visto protagonista la tifoseria.

La maglietta con il volto di Anna Frank indossata dai giocatori nel riscaldamento? 

Dobbiamo analizzare nel giusto modo gli eventi. Va condannato il gesto assolutamente e noi siamo una società che da anni è un esempio contro il razzismo. Purtroppo questa cosa ci ha coinvolta ancora: chi ha fatto quel gesto va condannato e radiato dagli stadi. Però non va strumentalizzata questa cosa, non è giusta indicare la tifoseria della Lazio come la pecora nera.

La squadra condizionata da questa vicenda?

Non penso che questa vicenda passi così senza lasciare traccia. E’ stato un episodio molto negativo, però conta il campo e dobbiamo continuare come stiamo facendo.

Biglietti a un euro dati ai tifosi della curva nord che era squalificata? 

L’apertura della curva Maestrelli era proprio stata fatta per la lotta al razzismo. Qualsiasi curva in Italia ha una frangia estremista, sia di destra che di sinistra e non sono controllabili perché allo stadio possono mostrare e comunicare quello che vogliono. Noi veniamo da un periodo molto lungo di lotta contro questi eventi e negli ultimi due anni la tifoseria della Lazio sta cercando di trovare la giusta strada. Questo percorso va fatto durante tutto l’anno e va appoggiato dalla FIGC e dalla Lega Calcio con delle iniziative che facciano capire queste cose. Io sono convinto che queste cose sono anche degli sfottò tra tifoserie, nel quartiere dove vivo sui muri ci sono delle scritte come ‘laziale ebreo’ ma non sappiamo chi l’ha fatto. Noi siamo personaggi pubblici e dobbiamo dare degli esempi e la Lazio fa tanto per condannare questi episodi. La questione dei biglietti a un euro è stata interpretata in maniera sbagliata.