Forzaroma.info
I migliori video scelti dal nostro canale

news as roma

Abodi: “Per gli stadi tanti progetti ma pochi cantieri. Serve una normativa”

Abodi: “Per gli stadi tanti progetti ma pochi cantieri. Serve una normativa” - immagine 1
Il ministro per lo sport e per i giovani ha fatto chiarezza sulla questione legata alla costruzione di nuovi impianti: L’Europeo tra nove anni, anche se potrebbe coinvolgere “solo” 5/6 città, deve continuare a rappresentare un incentivo"
Redazione

Alla Roma uno dei temi caldi che si protrae ormai da anni è la questione legata al nuovo stadio di proprietà. Si tratta di una questione molto spinosa che riguarda, più ampiamente, l'intero calcio italiano. A parlare della situazione anche Andrea Abodi, ministro per lo sport e per i giovani, che in un'intervista rilasciata a il Messaggero ha detto la sua sulla vicenda: "Vedo troppi progetti nei quali si è tutti d’accordo ma che non si trasformano poi in cantieri. Noi dovremmo intervenire con una normativa specifica che consenta al privato di fare il suo mestiere e mettere a disposizione risorse finanziarie, competenze tecniche e soluzioni gestionali che consentano di realizzare le opere in tempi certi e di gestirle al meglio nel tempo.

Al calcio servono stadi moderni per il rilancio?  "Principio che vale per tutte le infrastrutture di alto livello. Da questo punto di vista, penso sia fondamentale il miglioramento del patrimonio esistente, quasi totalmente pubblico, attraverso progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana. Dobbiamo puntare prioritariamente alla sostituzione urbana, quindi all’abbattimento e alla ricostruzione, che in Italia non è una politica diffusa anche per motivi legati alla tutela storica, artistica e culturale che impone una serie di vincoli. Tutto ciò che viene solo protetto rischia di essere sottovalutato se non è messo a disposizione quotidiana della comunità"

Progetti di sviluppo degli stadi? "Sui progetti di sviluppo degli stadi mi auguro che il nuovo format con la doppia organizzazione di Italia e Turchia per l’Europeo del 2032 non faccia arretrare l’impegno di tutti a migliorare diffusamente le infrastrutture. L’Europeo tra nove anni, anche se potrebbe coinvolgere “solo” 5/6 città, deve continuare a rappresentare un incentivo a migliorare il patrimonio, ma secondo me è necessaria una precondizione, ovvero un patto tra pubblico e privato, per cui chi vuole investire dev’essere messo nella condizione di farlo"