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A Firenze si muore. A Firenze si nasce

LaPresse

Il 30 gennaio al Franchi col 7-1 in Coppa Italia iniziavano sei mesi di puro dolore. Ora grazie a Petrachi e Fonseca è iniziata la lenta rinascita. E Zaniolo e Pellegrini stanno rispettando la storia lasciata orfana da De Rossi e Totti

Francesco Balzani

Ci sono anni più intensi di altri, ci sono luoghi che da ricordi dolorosi possono portare a sorrisi di ritrovata felicità. Il 2019 e Firenze rappresentano per la Roma tutto quello che potete trovare in un film, o forse in una fase della vita di chiunque. Il 30 gennaio iniziavano sei mesi di puro dolore con un 7-1 sorprendente che eliminava la Roma dalla Coppa Italia e apriva la crisi più nera. Da quel giorno è successo di tutto: le dimissioni di Monchi, l’esonero di Di Francesco, il quarto posto sempre più lontano, l’eliminazione in Champions. E poi ancora peggio: l’addio di De Rossi, la conferenza infuocata di Totti, la contestazione feroce della gente di Roma. Insomma: la fine di un’epoca. L’addio doloroso di una storia d’amore che prometteva l’eternità. Utopia, soprattutto in anni come questi.

Poi, però, è iniziata la lenta rinascita. Da luglio ad oggi c’è stata la fase 2 di un anno storico a suo modo. La rivoluzione di Petrachi è nata tra tanti dubbi e con le cessioni di due big come Manolas ed El Shaarawy. Sono arrivati, in silenzio, i vari Smalling, Veretout, Mancini, Pau Lopez e Diawara. Ieri quasi anonimi, oggi eroi. O quasi va. Al loro fianco sono rinati dalle ceneri Dzeko, Kolarov e Perotti. E si sono aggiunti due talenti d’azzurro orgoglio come Zaniolo e Pellegrini. Loro due stanno rispettando la storia lasciata orfana da De Rossi e Totti. Non possono farla dimenticare, sarà impossibile. Ma hanno permesso a questo 2019 di avere una speranza, ci regalano un 2020 degno di speranze. Perché la Roma oggi è quarta, obiettivo minimo. Ma la sensazione è che possa arrivare molto più in alto. Ce lo siamo dimenticati? No. Paulo Fonseca è il volto di questa speranza. Paulo Fonseca, come abbiamo scritto il giorno del suo arrivo, va supportato. Perché se ancora crediamo all’amore, oggi è pure un po’ per merito suo. Buon Natale.