8Centrocampista
Toninho Cerezo

Toninho Cerezo

  • Nazionalità:Brasile
  • Età:69 (21 aprile 1955)
  • Altezza:1.83 m
  • Peso:75kg
  • Piede:Destro
  • Valore di mercato: mln

PROFILO

Biografia

Toninho Cerezo, il cui vero nome è Antonio Carlos Cerezo, è un ex calciatore diventato poi allenatore, che giocava nel ruolo di centrocampista. Toninho è brasiliano, nato a Belo Horizonte – città dello stato del Minas Gerais, con circa 2 milioni di abitanti - il 21 aprile del 1955. Suo padre era il noto clown circense e star tv, Antonio Cerezo (Moleza era il suo nome d’arte, letteralmente gioco da ragazzi), mentre la mamma era un’attrice di origini italiane, Helena Robattini. Quando era solo un bambino, il piccolo Toninho accompagnava il padre quando doveva tenere degli spettacoli in occasioni di feste di compleanno o altre occasioni private. Sfortunatamente il papà di Cerezo jr è morto molto giovane, nel 1963 per un infarto. Per questo motivo Toninho è cresciuto in un orfanotrofio, perché la mamma, attrice di teatro, rimasta sola non poteva occuparsi di lui. Ha cominciato a giocare a calcio proprio quando era un bambino e così ha dato una svolta alla sua vita. Diventato adulto ha conosciuto e sposato Rosa Helena Medeiros da cui ha avuto 4 figli, di cui le due gemelle più piccole nate a Roma durante la sua permanenza nella squadra giallorossa. Cerezo è il papà della nota modella trans Lea T.

La carriera

Mentre era nell’istituto, da piccolo, Cerezo ha cominciato a giocare a calcio nel Ferroviario, una squadra del distretto di Hordo, dove è stato notato da alcuni osservatori dell’Atletico Mineiro. Da subito, gli esperti, hanno visto in lui delle caratteristiche particolari. Alto e dinoccolato, nel corso degli anni e della sua carriera in Italia, si è meritato il soprannome di ‘Tira e molla’, ispirato al famoso personaggio dei fumetti. E’ sempre stato un giocatore poco spettacolare e poco elegante, dando la sensazione di non rimanere in piedi a lungo, impressione che veniva puntualmente smentita. Era un calciatore molto pratico e poco spettacolare, ma sapeva accarezzare il pallone come pochi e impostava spesso il gioco. Un brasiliano concreto, per questo forse considerato speciale, dotato di una grande intelligenza tattica e anche di una grande tecnica, con mezzi atletici superiori alla norma. Abituato anche a segnare spesso ha fatto gol bellissimi, altro elemento che ingannava l’avversario era la sua stazza. Alto e magro dava la sensazione di non essere particolarmente resistente ai contrasti; invece, era davvero difficile riuscire a spostarlo o a buttarlo giù e difficilmente perdeva un confronto fisico. Ha cominciato nell’Atletico Mineiro – dove è rimasto dal 1971 al 1983 - entrando nelle giovanili.

Proprio in quegli anni ha avuto una breve parentesi al Nacional, in prestito, per poi tornare nella sua squadra di provenienza. Ci è rimasto fino a quando degli osservatori della Roma lo hanno notato e lo hanno portato dall’altra parte dell’Oceano ritenendolo pronto per il campionato italiano. Nel 1983 è arrivato alla Roma, appena scudettata. E il bilancio, già al primo anno è stato davvero ottimo. Cerezo ha giocato 50 partite tra campionato coppa Italia e soprattutto CoppadeiCampioni – a cui la Roma si è qualificata vincendo lo scudetto l’anno prima – in cui ha giocato tutte e 9 le partite disputate dalla squadra e segnato 2 gol. Con i giallorossi ha raggiunto la finale della massima competizione europea, persa contro il Liverpool ai rigori, giocata proprio all’Olimpico, sotto lo sguardo dei propri tifosi. Ed è rimasta nella memoria l’immagine di Toninho Cerezo a terra in preda ai crampi, negli ultimi minuti della gara, prima di arrivare ai calci dagli 11 metri. Era il 30 maggio del 1984. In quello stesso anno ha vinto la CoppaItalia, così nella stagione 1984/85 ha giocato la Coppa delle Coppe. In tutto ha collezionato 30 partite e segnato 5 gol. Nel suo terzo anno alla Roma qualcosa è cambiato nel suo rapporto con la società, cosa che ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi che erano molto legati al brasiliano. Anche in quell’anno ha messo le mani sulla Coppa Italia, in maglia giallorossa.

Quello era l’anno dei mondiali del Messico, a cui però Cerezo non ha partecipato per un problema muscolare accusato proprio a ridosso delle convocazioni del suo CtSantana, che alla fine ha deciso di lasciarlo a casa. Rientrato proprio dopo una trasferta con la selezione, prima delle chiamate ufficiali, già in Messico, Cerezo è tornato a Roma proprio per giocare la finale di coppa Italia (vinta poi contro la Sampdoria), entrando nel secondo tempo e segnando il gol valso la conquista del trofeo vincendo la partita per 2-0 (l’andata era finita 2-1 per i blucerchiati in trasferta). A fine stagione, con i rapporti con la presidenza erano ridotti al minimo così, il centrocampista, ha lasciato la capitale, malgrado la piazza si fosse opposta e anche lui avesse un ottimo rapporto con i tifosi. Inizialmente destinato al Milan, è stata poi la Sampdoria ad assicurarsi il suo cartellino. Cerezo aveva 31 anni e qualcuno aveva anche dei dubbi su quello che avrebbe potuto essere il suo rendimento; invece, in blucerchiato ha giocato da protagonista, lasciando il segno. Sulla panchina, quando è arrivato, c’era Vujadin Boskov e alla fine sono state sei le stagioni passate a Genova: 216 partite e 25 gol. Con la Samp ha vinto altre due volte la coppa Italia, la Coppa delle Coppe e lo storico scudetto nel 1991, diventando insieme con i giovanissimi Mancini e Vialli uno dei simboli della squadra di quegli anni. Alla fine della sua avventura nel capoluogo ligure, a 37 anni è tornato in Brasile, ed ha giocato un anno nel San Paolo. Poi è passato al Cruzeiro per una breve parentesi per poi indossare di nuovo la maglia Paulista dove è rimasto fino al 1996, all’età di 41 anni quando si è trasferito a Belo Horizonte, alla squadra America-MG; un anno dopo ha scelto il suo l’Atletico Mineiro per la sua ultima avventura della carriera, li proprio dove era nato calcisticamente.

Palmares

Toninho Cerezo vanta diversi trofei presenti nella sua bacheca. Nel 1983/84, al suo primo anno in Italia, ha vinto la coppa Italia con la Roma, vittoria ripetuta anche nell1985/86. Passato alla Samp ha aggiunto altre due vittorie dello stesso trofeo, nelle edizioni del 1987/88 e nell’anno successivo. Sempre con la Samp, nell’89/90 ha vinto la coppa delle Coppe ed era solo il preludio di quello che sarebbe successo l’anno successivo. Nel 1990/91, infatti, è arrivata la storica vittoria dello scudetto da parte dei blucerchiati a cui è seguita, nell’anno successivo, la conquista della supercoppa italiana. Tornato in Brasile, Cerezo ha avuto modo di vincere anche la Copa Libertadores con il San Paolo nel 92/93 e sempre con lo stesso club e nello stesso anno ha vinto anche la Recopa Sudameticana.

Nazionale

Toninho Cerezo ha esordito nella nazionale brasiliana il 9 marzo del 1977, a 22 anni ancora da compiere. Sulla panchina dei verdeoro c’era Claudio Coutinho rimasto in carica fino al 31 ottobre del 1979. Con la maglia della selezione del suo paese, il centrocampista ha giocato 57 partite e segnato 5 reti. Ha preso parte alle gare delle qualificazioni ai mondiali del ‘78 che si è disputato in Argentina – il Brasile è arrivato al terzo posto, battendo l’Italia nella finalina - e per cui il calciatore è stato convocato giocando tutte le gare, tranne quella contro i padroni di casa rimanendo in panchina. Nel ‘79 è stato inserito nel gruppo che ha preso parte alla Coppa America, ma non ha giocato neanche un minuto. Nel 1982 è partito con la nazionale per la coppa del Mondo giocata in Spagna, saltando solo la prima partita del girone contro l’Urss. Per un problema muscolare ha dovuto saltare il mondiale del Messico del 1986. Ha dato il suo addio alla Selecao il 30 giugno del 1985.

La carriera da allenatore

Un anno dopo aver smesso di giocare a calcio, Toninho Cerezo ha intrapreso la carriera da allenatore. Così, nel 1999, rimanendo all’Atletico Mineiro, ha cominciato la sua esperienza come guida tecnica, per poi passare al Vitoria, nello stesso anno. Dal 2000 è stato chiamato dalla squadra giapponese Kashima Antlers dove è rimasto per 5 anni. Tornato in patria, il 6 marzo del 2006 è stato ingaggiato dal Guarani ma l’avventura è durata poco più di un mese, il 15 aprile si è dimesso dopo una pesante sconfitta subita dal Flamengo. Circa un anno dopo, nel febbraio del 2007 ha tentato di nuovo l’avventura all’estero, andando in Arabia Saudita alla guida dell’Al Hila, ma già nel 2008 è passato all’Al- Shabab dove ha vinto il campionato. L’avventura però si è dovuta chiudere nel 2009 per problemi finanziari della società.

Una nuova sfida lo ha poi trattenuto tra gli EmiratiArabi, alla guida dell’Al-Ain da cui però è stato esonerato per non aver superato i sedicesimi di finale della ChampionsAsiatica. Dopo qualche anno, rimasto lontano da casa, nel 2010 è tornato in Brasilia per guidare lo Sport, che militava nella seconda divisione. Nel 2011 è tornato nell’altra squadra che ha continuato a considerare casa sua, la Samp, come ambasciatore per il mercato estero, senza lasciare la carriera di allenatore. Contemporaneamente, infatti, si è seduto sulla panchina del Vitoria che militava nella serie B brasiliana. Per questo nel dicembre successivo ha lasciato di nuovo la collaborazione con la Samp, ma nel 2012 è stato esonerato. Nel 2013 è tornato a guidare il KashimaAntlers con cui ha vinto la Coppa Suruga Bank (una competizione organizzata dalla federazione brasiliana e quella giapponese che vede contrapposte le due squadre vincitrici rispettivamente della Copa Sudamericana e della Coppa JJ League). Nel 2016 è entrato ufficialmente nella All of Fame della Roma.

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