Francesco Totti
- Nazionalità:Italia
- Età:47 (27 settembre 1976)
- Altezza:1.80 m
- Peso:80kg
- Piede:Destro,Sinistro
- Valore di mercato: mln
PROFILO
BIOGRAFIA
Francesco Totti è un ex calciatore, ex capitano della Roma ed ex storico numero 10 giallorosso, il calciatore con più presenze in assoluto con la maglia dei capitolini e che è stato corteggiato più volte da grandi squadre, come il Milan o anche il Real Madrid. Lui invece ha scelto di dedicare la carriera alla sua squadra del cuore e, anno dopo anno, ha raggiunto una serie di record (tra presenze e gol), che ancora detiene. È nato il 27 settembre del 1976 a Roma, è cresciuto a Porta Metronia, dove ha vissuto fino a quando è diventato un calciatore professionista. Nato da mamma Fiorella e papà Enzo (scomparso nel 2020), ha un fratello più grande, Riccardo. Il papà era un impiegato di banca, appassionato di calcio e che ha sempre seguito il figlio nella sua crescita professionale, ma che – come ha spesso raccontato l’ex capitano giallorosso – non si è mai sbilanciato e non ha mai esaltato le doti del figlio, almeno direttamente con lui. In molte interviste, Francesco, ha spesso raccontato che papà Enzo non gli ha mai fatto troppi complimenti e, anzi, ogni volta che gli veniva chiesto qualcosa, diceva sempre che il più forte a giocare a calcio, a casa, era Riccardo. L’input che ha ricevuto Francesco è stato sempre quello di rimanere umile, pur essendo consapevole delle sue potenzialità. Fondamentale nella crescita è stata anche mamma Fiorella, che lo aiutato tanto nel cammino. Era lei che lo accompagnava agli allenamenti a Trigoria (centro sportivo della Roma), fin dalle giovanili e rimaneva fuori, in macchina, ad aspettare la fine delle sedute. Francesco si è sposato con Ilary Blasi nel 2005 e da cui ha avuto tre figli (Cristian nel 2005, Chanel nel 2007 e Isabel nel 2016). La coppia si è separata nel 2022 e Totti ha una nuova compagna, Noemi Bocchi. Agli inizi della carriera, l’ex numero 10 giallorosso è stato soprannominato affettuosamente ‘er pupone’. Totti ha smesso di essere un calciatore professionista, il 28 maggio del 2017, dopo un Roma Genoa giocato in uno stadio Olimpico pieno e commosso per l’addio al calcio dello storico Capitano.
LA CARRIERA
Francesco Totti è nato, cresciuto e ha vissuto calcisticamente in una sola squadra: la Roma in cui è arrivato, facendo la trafila delle giovanili, dalla Lodigiani quando aveva 13 anni (dopo essere stato prima alla Fortitudo a 7 anni e poi alla Smit Trastevere dove ha giocato in un campionato con ragazzini di due anni più grandi di lui). È attualmente il calciatore con più presenze in assoluto con la maglia giallorossa (783), e gol (307), sopra a Daniele DeRossi e Giacomo Losi. A notarlo, mentre era ancora alla Lodigiani, non è stata solo la Roma, ma anche Lazio e Milan. Secondo quanto spesso raccontato dallo stesso Totti, proprio i biancocelesti, quando lui aveva solo 12 anni, avevano avuto l’ok ad assicurarsi il cartellino del fantasista, ma il cuore del calciatore - e della sua famiglia – è sempre stato giallorosso e non ha mai avuto dubbi su dove volesse andare. Per il Milan un tentativo lo ha fatto nel 1988, Ariedo Braida. Ad avere l’ok invece è stata la Roma, nel 1989, quando Gildo Giannini (papà di Giuseppe, responsabile del settore giovanile dei capitolini), è andato direttamente a casa Totti per parlare con mamma Fiorella e papà Enzo. La famiglia non ha avuto dubbi e ha detto si alla Roma di Dino Viola che ha girato alla squadra di provenienza di Francesco, 300 milioni di lire e due giocatori: Gianni Cavezzi e Stefano Placidi. È cominciata così la lunga avventura di Totti con la Roma dove ha scalato velocemente tutte le categorie delle giovanili. Nel 1991 ha vinto il Torneo internazionale Carlin’s Boys di Sanremo, due anni dopo ha vinto il campionato con gli Allievi (l’attuale Under 17). A 17 anni è passato a giocare nella Primavera che sulla Panchina aveva Luciano Spinosi e con cui ha vinto la Coppa Italia. Pur essendo arrivato giovanissimo, alla fine Totti ha giocato solo quattro anni nelle giovanili, perché, con il suo talento, ha superato velocemente tutte le categorie, anticipando i tempi ed ha esordito in prima squadra a poco più di 16 anni. Era il 28 marzo del 1993, sulla panchina della Roma c’era Vujadin Boskov. La squadra giocava contro il Brescia in trasferta, una gara vinta per 2-0. Totti, già notato da tempo dal tecnico slavo, è stato convocato per l’assenza dell’attaccante tedesco Hassler, che si era infortunato. Contro il Brescia ha giocato 3 minuti, così come ha giocato sempre 3 minuto nell’altra gara per cui il tecnico lo ha inserito tra i convocati: contro l’Ancona (finita 1-1), sempre in trasferta. Anche l’anno successivo, nella stagione 94-94, è stato convocato dalla prima squadra, aumentando un po’ il minutaggio e le presenze in campo con i ‘grandi’. Il 26 settembre del 93 (il giorno prima di compiere 17 anni), è andato in panchina con l’Atalanta in una gara casalinga (i giallorossi hanno vinto per 2 a 1). Così come è tornato in panchina il 21 novembre dello stesso anno contro il Lecce in trasferta (dove la Roma ha vinto per 2-0). Poi, in panchina di nuovo contro il Napoli in trasferta (1-1), ha giocato 45 minuti contro il Milan in casa il 6 febbraio del 1994 (partita persa dai giallorossi per 1-0). Alla fine della stagione ha collezionato 8 presenze in serie A (due volte da titolare, mentre in sei partite è partito dalla panchina). Oltre a due gare giocate in coppa Italia (contro il Padova il 27 ottobre del 1993 e la Sampdoria il 16 dicembre persa ai calci di rigore). Alla guida della Roma era arrivato Carlo Mazzone, che ha preso Totti sotto la sua ala, facendogli assaggiare il campo con la prima squadra con il contagocce per farlo crescere con calma, senza troppe pressioni e soprattutto facendogli capire che la strada che doveva fare era ancora tanta. È rimasto nella storia della crescita dell’ex numero 10 un episodio che rappresenta a pieno l’atteggiamento paterno con cui Mazzone – che lo ha da subito riconosciuto come un grande talento - lo ha aiutato nell’inserimento del calcio dei grandi. Un giorno, a Trigoria, dopo l’allenamento Totti si è presentato nella sala stampa dove i giornalisti stavano aspettando Carlo Mazzone.
Il tecnico, arrivato mentre il calciatore era ancora li, gli ha rivolto poche parole in modo deciso ma paterno per fargli capire che ancora non era arrivato il momento di parlare con la stampa e che di strada ancora doveva farne ancora tanta: ‘Che fai qui, ragazzi’ vatte a fa la doccia’. E con questo spirito il tecnico romano, ha cercato di guidare il giovane Totti nella sua crescita. Nel gennaio del 1994 ha firmato il suo primo contratto da professionista, pochi giorni prima di compiere 17 anni, con un ingaggio di 60 milioni di lire all’anno. Entrato in pianta stabile a far parte della prima squadra, nel 94-95 ha giocato 21 partite in serie A e 4 in coppa Italia. In quell’anno è arrivato anche il primo gol subito, ad inizio campionato, proprio il 4 settembre del 1994 contro il Foggia (1-1 risultato finale). Alla fine dell’anno saranno sette le reti segnate tra serie A e coppa di lega. Nell’anno successivo, ormai titolare della squadra, ha giocato 28 partite, tra campionato e coppe (Italia e Uefa) e segnato 4 gol (due in Europa e due in serie A), sulle spalle aveva il numero 20. Nel 1996/97 c’è stato un cambiamento decisivo sulla panchina giallorossa, che ha messo a serio rischio la permanenza di Totti alla Roma. Il presidente Franco Sensi ha deciso di interrompere il rapporto con Carlo Mazzone, scegliendo come suo successore l’argentino Carlos Bianchi che aveva vinto la Coppa Intercontinentale con il Velez Sarsfield di Buenos Aires. All’allenatore non piaceva Totti, dal suo arrivo ha dimostrato di non avere la minima stima del giocatore, tanto da spingerlo a pensare di andare via da Roma. Dopo qualche mese dall’arrivo di Bianchi sulla panchina, il fantasista giallorosso aveva praticamente deciso di andare a Genova, sponda Sampdoria, proprio perché i rapporti con il tecnico erano pessimi. L’argentino aveva deciso che la Roma doveva acquistare Jari Litmanen – giocatore dell’Ajax in quel periodo - per sostituire Totti e proprio in occasione di un triangolare (il trofeo Città di Roma giocato contro l’Ajax le Borussia M’glabach), che i giallorossi hanno disputato all’Olimpico nel febbraio del 1997, il calciatore romano ha giocato ad altissimi livelli ed ha convinto la proprietà che il problema non fosse lui, ma l’allenatore. Bianchi è stato esonerato, Totti è rimasto a Roma e sulla panchina è arrivato Nils Liedholm. In quell’anno il talento di porta Metronia ha giocato 30 partite e segnato 5 gol e proprio dopo quel periodo difficile ha dichiarato il suo amore per la maglia, esprimendo il desiderio di voler rimanere in giallorosso per sempre. L’anno successivo, con l’arrivo di Zeman, c’è stata una vera e propria consacrazione del calciatore, che il tecnico boemo ha messo al centro della sua squadra. Quello è stato l’anno in cui Totti è cambiato fisicamente, sottoponendosi al trattamento Zeman, basato sulla preparazione fisica. Quelli sono stati anche gli anni in cui ha preso il numero 10 ed è diventato il capitano della Roma. Il 31 ottobre del 1998 è stato Aldair – detentore della fascia – a cedere il ruolo a Totti. Il capitano ha finito la stagione con 42 partite giocate e 16 gol (12 in campionato, 3 in coppa Uefa e 1 in coppa Italia).
Chiusa l’era Zeman, la Roma nel 1999 ha ingaggiato Fabio Capello. Il presidente Sensi aveva ambizioni importanti e ha scelto il tecnico friulano per guidare la squadra. Totti naturalmente ormai era al centro del progetto e il perno fondamentale del gruppo. Alla fine della stagione la Roma è arrivata sesta, il capitano ha giocato 34 partite e segnato 12 gol. L’anno dopo è stato quello della consacrazione, della squadra e del suo simbolo più importante. Il 17 giugno del 2001 la Roma, guidata da Capello, ha vinto il terzo scudetto della storia. Totti ha giocato 35 partite e segnato 16 gol. Con Capello sulla panchina, il numero 10 giallorosso ha occupato anche il ruolo di prima punta, con l’arrivo di Cassano in giallorosso, tanto da incrementare il suo bottino di gol stagionale. Alla fine della stagione 2002-03, ha segnato 14 gol e la sua prima tripletta (contro il Brescia), il 29 settembre del 2002. Nel 2004 è arrivato addirittura a segnare 20 reti, mentre nel 2004/05 ha superato Roberto Pruzzo nella classifica dei cannonieri giallorossi. Nel frattempo, i rapporti tra la Roma e Capello si erano deteriorati, tanto che il tecnico ha lasciato la società anticipatamente rispetto alla scadenza del contratto e la società è dovuta correre ai ripari (quella è stata la stagione dei 5 allenatori, il ds Franco Baldini aveva ingaggiato Prandelli che si è dimesso a fine estate). Dopo aver chiuso l’anno tra mille difficoltà, la Roma per la stagione successiva ha scelto Luciano Spalletti come successore di Capello. E anche con il tecnico toscano – con cui nella sua prima avventura in giallorosso aveva un ottimo rapporto con il capitano – Totti ha giocato come prima punta, chiudendo con 17 gol segnati in 29 partite giocate, nonostante la seconda parte di stagione lo ha visto vittima del più grave infortunio subito durante la carriera. Era il l 2006, il suo anno più difficile. Per la prima volta nella sua carriera si è trovato alle prese con un infortunio serio: la frattura del perone a seguito di un contrasto di gioco con Vanigli, durante una partita con l’Empoli, all’Olimpico, era il 19 febbraio. La sua stagione sembrava fosse finita li e soprattutto la sua partecipazione al Mondiale di Germania, in programma dal giugno successivo, era a forte rischio. Totti invece ha sorpreso tutti, recuperando in tempi record, tanto da riuscire a tornare in campo per l’ultima di campionato contro il Milan in casa, il 14 maggio del 2006 e a collezionare comunque 29 presenze, tra campionato e coppe e 17 gol. Il c.t. della nazionale era Marcello Lippi, che non ha mai abbandonato l’idea di riuscire a portare Totti al Mondiale e glielo ha sempre ribadito. Alla fine, il capitano della Roma ha dato ragione al tecnico della nazionale ed è partito regolarmente con la spedizione azzurra, risultando anche decisivo per la vittoria finale.
Nel 2007 è rientrato nei primi 10 candidati al Pallone d’oro e durante la stagione 2007-08, con 18 gol e 35 presenze in maglia giallorossa ha superato Giacomo Losi come numero di partite giocate con la Roma. E nella stessa stagione la Roma ha vinto la seconda coppa Italia consecutiva, con Totti infortunato che non ha giocato la finale contro l’Inter – per una lesione al crociato del ginocchio destro che si era procurato durante il Livorno – ma ha alzato comunque il trofeo, portato in trionfo dai suoi compagni di squadra. Con Spalletti sulla panchina giallorossa Totti ha continuato a centrare record, nell’aprile del 2009 ha segnato il gol numero 175 con la maglia della Roma portandosi sopra ad Amadeo Amadei e salendo sul primo gradino dei cannonieri di tutti i tempi. Nella stagione successiva ha firmato l’accordo con la società che stabiliva che, una volta dato l’addio al campo, avrebbe assunto un ruolo da dirigente. Spalletti si è dimesso dopo due giornate di campionato, ormai non sembrava avere più i rapporti che aveva prima, con la squadra e con capitan Totti. Al suo posto è arrivato Claudio Ranieri e la Roma è arrivata fino a sfiorare il sogno scudetto, svanito a seguito della sconfitta con la Sampdoria, in cui giocava Cassano, subita all’Olimpico il 25 aprile del 2010. Pur vincendo tutte le gare da li alla fine del campionato, non avrebbero più potuto superare l’Inter. In quello stesso anno il capitano ha giocato 31 partite e segnato 25 gol. Nel 2011/12 è arrivato un altro record per il numero 10, tra gli 8 gol in serie A è arrivato anche quello con cui ha superato Nordahl e si è piazzato in testa nella classifica dei giocatori che hanno segnato più reti in campionato indossando la stessa maglia. L’anno successivo (in cui ha segnato 12 reti in campionato), è diventato, con 226 gol, il secondo miglior marcatore della storia della Serie A. Mentre il 30 settembre del 2014 ha segnato un gol in Champions contro il Manchester City a 38 anni compiuti da 3 giorni ed è diventato il marcatore più anziano a fare gol nella competizione sopra a Ryan Giggs. Record migliorato il 25 novembre, con 55 giorni in più di anzianità e un’altra rete all’attivo. E poi ancora, nel 2015, durante il derby di andata (finito 2-2), l’11 gennaio, ha segnato un gol arrivando a 11 nelle stracittadine e salendo sul gradino più alto, al fianco di Dino da Costa, dei marcatori della Roma contro la Lazio. Era la giornata numero 18 e di li a poco sarebbe cambiata la direzione tecnica della squadra, fino alla 19ma in mano a Garcia, poi passata invece di novo a Spalletti. Il tecnico toscano era alla sua seconda avventura in giallorosso e tante cose erano cambiate rispetto alla prima. Soprattutto il suo rapporto con Totti, non più idilliaco e da subito le cose tra i due non sono andate bene. Tra piccoli infortuni e per scelte dell’allenatore, per il capitano è cominciato il periodo più difficile vissuto alla Roma. E’ stato un periodo in cui il rapporto tra Totti e Spalletti era ridotto ai minimi termini e il tecnico spesso ha scelto di lasciarlo fuori dalla squadra titolare. Questo non gli ha impedito di raggiungere la presenza numero 300 con la maglia della Roma (nella gara del 20 settembre contro il Sassuolo finita 2-2).
E di diventare il calciatore più anziano che ha giocato in ChampionsLeague, scendendo in campo contro il Real Madrid il 17 febbraio del 2016. Con Spalletti sulla panchina, nella stagione 2015-16, Totti ha giocato 16 partite in serie A e 2 in Champions. Alcune gare le ha saltate per problemi muscolari (dal 4 ottobre al 6 gennaio è rimasto fuori per un infortunio al bicipite femorale), ma molte altre anche per scelta dell’allenatore che lo ha fatto rimanere spesso in panchina. In 11 gare è entrato in corsa, anche solo peri i 4 minuti finali. Cosa avvenuta contro il Torino il 20 aprile del 2016, una gara in cui ha segnato due reti (la seconda su rigore), nel giro di pochissimi minuti (la prima 22 secondi dopo il suo ingresso in campo), ed ha portato la Roma a vincere una partita che stava perdendo. E proprio quei gol gli hanno permesso di diventare il marcatore più anziano a segnare una doppietta in Serie A. Per altre 10 gare è rimasto tra le riserve senza giocare neanche un minuto e solo 2 volte è partito titolare. Alla fine, ha segnato i tutto 5 gol in campionato (oltre alla doppietta con il Torino ha segnato contro Sassuolo, Atalanta e Genoa e anche in questa occasione, come contro i granata, ha permesso alla Roma di vincere in rimonta). Una rete su punizione, contro i grifoni, lo hanno portato sul terzo gradino dei calciatori con più realizzazioni su calcio piazzato di tutti i tempi, insieme con Roberto Baggio a quota 21. Mentre l’8 maggio, giocando contro il Chievo, ha raggiunto quota 600 partite con la maglia della Roma in serie A. La stagione successiva è cominciata con le stesse difficoltà e la stessa atmosfera, tra giocatore e allenatore, della precedente. Quella sarebbe stata la sua ultima annata da calciatore, era scritto che a fine campionato avrebbe dato l’addio al calcio, anche se non era davvero convinto a farlo. La volontà della società però era chiara, in più di un’occasione il presidente – James Pallotta – aveva fatto chiaramente capire che volente o nolente, la carriera di Totti, era arrivata al capolinea, e Spalletti avrebbe dovuto gestire questa situazione ma il rapporto ormai era agli sgoccioli e non sono mancate polemiche e screzi tra i due. Questo non ha impedito a Totti di raggiungere 100 presenze in una competizione europea, giocando contro l’Austria Vienna il 20 ottobre del 2016. Per quanto riguarda le presenze in serie A, Totti è stato inserito tra i convocati per 30 volte ma ha giocato dal primo minuto solo una volta. Per 17 partite è entrato dalla panchina (addirittura il 14 maggio contro la Juventus ha giocato un solo minuto), mentre è rimasto a guardare 12 volte. Otto gare le ha saltate per infortunio. Alla fine, sempre in campionato, ha segnato due gol. Mentre in Europa League ha giocato 6 gare, 4 in coppa Italia dove ha segnato un gol. Il 28 maggio del 2017 ha giocato la sua ultima partita da calciatore professionista, indossando la maglia della Roma per la 618 volte in Serie A (783 in totale), piazzandosi al primo posto assoluto dei giocatori con più presenze in giallorosso con 307 reti segnate (250 in campionato, 18 in coppa Italia, 17 in Champions, 10 in Coppa Uefa, 1 in Europa League, 1 nella supercoppa italiana e 10 nelle gare di qualificazioni di Europa League).
La partita di addio di Totti è stata quella giocata contro il Genoa, ultima del campionato 2016-17, vinta per 3-2 (con gol di Dzeko, De Rossi e Perotti), e che ha permesso alla Roma di giocare in Europa nell’anno successivo. Era il 28 maggio del 2017. Il risultato finale era naturalmente quello sperato e atteso dai tifosi che in 60 mila, quel giorno, sono accorsi allo stadio per assistere ai saluti del Capitano. In quella giornata l’atmosfera all’Olimpico è stata davvero surreale. Totti, a fine partita, ha letto una lettera di saluti e fatto il giro del campo in lacrime – accompagnato dalla famiglia e con la squadra in campo ad assistere - e con lui piangevano praticamente tutti gli spettatori presenti, oltre ai compagni di squadra. Sono finiti così 25 anni di carriera in giallorosso di Francesco Totti, capitano romano e romanista che ha lasciato il ruolo nelle mani di Daniele De Rossi. Tre mesi dopo sarebbe diventato dirigente della Roma, come stabilito dal contratto firmato qualche anno prima con la dirigenza in mano di Rosella Sensi.
LA NAZIONALE
L’esordio con la nazionale maggiore, per Francesco Totti, è arrivato il 10 ottobre del 1998, ma Francesco Totti ha cominciato a far parte del giro della selezione italiana già da quando era un ragazzino. Il 15 ottobre del 1991 infatti ha giocato la sua prima partita in azzurro con l’Under 16 (con cui ha disputato in tutto 13 gare e segnato 2 reti). Per età aveva ancora diritto di giocare con l’Under 15 e infatti, il 24 marzo del 1992 ha indossato per la prima volta la maglia di quella nazionale e lo ha fatto in tutto per 6 volte, segnando 3 gol. Il 22 agosto del 1993 invece, ha esordito con l’Under 17, mentre un mese dopo ha giocato la sua prima con l’Under 18 con cui ha giocato in tutto 14 partite e segnato 7 reti. Due anni e tre mesi dopo, il 20 dicembre del 1995 è passato all’Under 21 mentre il 10 ottobre del 1998 ha fatto il suo esordio con la maglia della nazionale maggiore con cui ha giocato in tutto 58 partite e segnato 9 reti. Con le varie selezioni, Francesco Totti, ha raggiunto diversi traguardi e vinto diversi trofei. Con l’Under 15 ha raggiunto la finale dell’Europeo di categoria persa contro la Polonia per 1-0. Con la selezione under 17 ha giocato un mondiale in Giappone. Con l’Under 18, invece, ha raggiunto di nuovo una finale europea, persa contro la Spagna per 4-1 ed è stato proprio lui a segnare l’unico gol della partita. In quella competizione, il fantasista, è stato vicecapitano. Nel 1996 ha giocato gli europei con l’Under 21 e vinto in finale contro la Spagna ai rigori. Nella semifinale, contro la Francia, è stato un gol dell’ex capitano della Roma a permettere alla nazionale di andare a giocare per il titolo. Nel 1997 con l’Under 23 ha vinto i Giochi del Mediterraneo giocati a Bari e proprio nella finale ha segnato due dei 5 gol con cui gli azzurri hanno travolto la Turchia (risultato finale 5-1). Nel 1998 è arrivata la maglia della nazionale maggiore, sulla panchina c’era Cesare Maldini che però ha scelto di non portarlo ai mondiali in Francia, ma lo ha fatto esordire il 10 ottobre a Udine contro la Svizzera (vinta per 2 a 0), in una gara valida per le qualificazioni all’Europeo. Il primo gol in azzurro è arrivato il 26 aprile del 2000 a Reggio Calabria in un’amichevole contro il Portogallo. Quell’anno, il numero 10 della Roma, è stato inserito nei giocatori a disposizione di Dino Zoff per gli europei giocati di Belgio e Paesi Bassi. Competizione persa in finale, contro la Francia al golden gol. L’Italia ha raggiunto la finale dopo aver battuto ai rigori l’Olanda nella semifinale e Totti si è reso protagonista di un episodio che ha caratterizzato la competizione. Andato sul dischetto per battere Van der Sar ha fatto il ‘cucchiaio’, annunciandolo ai compagni di squadra mentre camminava verso il tiro da 11 metri. Alla fine della competizione è stato premiato come miglior giocatore della finale ed è stato inserito nell’11 migliore del torneo. Nel 2002 ha giocato il mondiale del Giappone dopo aver segnato due gol nelle gare di qualificazione. Nel 2004 ha partecipato agli europei di Portogallo, ma di lui si ricorda l’episodio dello sputo rifilato al danese Poulsen che gli è costato la squalifica di 3 giornate. La nazionale non è andata oltre la fase a gironi. Nel 2006 è andata decisamente meglio. Dopo aver rischiato di saltare i mondiali per la frattura al perone (del 19 febbraio dopo un contrasto subito da Vanigli durante la partita di campionato con l’Empoli). Protagonista di un recupero straordinario, dopo un’operazione durante la quale gli sono state applicate 11 viti, supportato e atteso dall’allora c.t. Marcello Lippi, è rientrato per l’ultima di campionato ed ha regolarmente preso parte alla spedizione protagonista della vittoria ai mondiali di Germania. Ha giocato tutte le partite del torneo ed è stato decisivo il suo rigore, segnato al minuto 96 della gara contro l’Australia, per raggiungere la finale con la Francia. Il 9 luglio, insieme con i compagni, è diventato campione del mondo, battendo i transalpini ai rigori nello stadio di Berlino. Quella è stata la sua ultima partita in azzurro, per sua scelta infatti si è ritirato dalla nazionale per dedicarsi pienamente alla sua Roma.
PALMARES
Francesco Totti, oltre a detenere una serie di record raggiunti con la maglia della Roma (tra gli altri quello di essere il calciatore con più presenze in giallorosso, 783 e più gol, 307), ha vinto un campionato del mondo nel 2006, in Germania e un campionato europeo con la nazionale Under 21 nel 1996. Ha conquistato uno scudetto nel 2001 (il terzo della storia della Roma), ha vinto due volte la coppa Italia (nel 06/07 e 07/08), due edizioni della supercoppa italiana (2001/02 e 2007/08). A livello personale ha vinto 5 volte il titolo di giocatore dell’anno (2000, 2001, 2003, 2004 e 2007), e un titolo come capocannoniere nel 2006/07 con 26 reti segnate in Serie A e nello stesso anno si è aggiudicato la Scarpa d’oro superando Ruud Van Nistelrooij.
TOTTI DOPO IL RITIRO
Poco meno di tre mesi dopo aver dato l’addio al calcio giocato, Francesco Totti è entrato a far parte dei quadri societari della Roma. Era il 17 agosto del 2017 e la proprietà, in quel periodo, era di James Pallotta. Il rapporto è durato poco, meno di due anni dopo, il 17 giugno del 2019, Totti si è dimesso per dissidi con la società. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, ha fondato una società di scouting, gestione calciatori e marketing, la CT10 management.