Cafù
- Nazionalità:Brasile
- Età:53 (7 giugno 1970)
- Altezza:1.76 m
- Peso:75kg
- Piede:Destro
- Valore di mercato: mln
PROFILO
CAFU, LA BIOGRAFIA
Marcos Evangelista de Morais, noto come Cafù, è un ex calciatore brasiliano, terzino destro, a tutto oggi considerato ancora uno dei più forti al mondo nel suo ruolo. Cafù è nato in un comune che si trova a sud di San Paolo, una zona povera (Itaquaquecetuba), caratterizzata dalla presenza di favelas e criminalità. L'ex campione è il primo di sei figli. I genitori, Célio de Morais e Cleusa Evangelista de Morais, hanno cresciuto i ragazzi in una casa di una sola stanza, tra difficoltà economiche che lo stesso calciatore, una volta diventato famoso, non ha mai nascosto. Tanto da essere rimasta nella memoria un'intervista in cui Cafù sottolineava l'importanza di avere una stabilità economica e durante la quale aveva spiegato: 'I soldi sono una cosa importante, soprattutto quando un calciatore finisce la carriera. Non voglio fare la fine di Garrincha'. Lo ha detto proprio lui nel 2003, quando era sul punto di accettare il suo trasferimento dalla Roma al Milan. Il passato della sua famiglia lo ha sicuramente segnato e non ha dimenticato i sacrifici fatti dai genitori perché potesse realizzarsi il suo sogno. Nato nell'anno e nel mese dei mondiali del Messico del 70 (il 7 giugno del 1970), Marcos Evangelista de Morais aveva il destino segnato. Il papà era un amante del calcio che, come idolo, ha Cafuringia, ala destra brasiliana di quegli anni. Ed è proprio da li che è nato il soprannome Cafù, con cui il figlio è diventato un campione conosciuto e affermato, tra i più titolati al mondo. Di sicuro è il calciatore brasiliano che ha il maggior numero di partecipazioni alla Coppa del Mondo con la maglia verdeoro (20 partite giocate in quattro competizioni mondiali consecutive: dal 1994 al 2006). È attualmente ancora l’unico calciatore al mondo ad aver disputato tre finali di coppa del Mondo consecutive. Nel 2019 ha vissuto il dramma di aver perso il figlio maggiore, Danilo Feliciano (30 anni), a causa di un infarto. Cafù, durante la sua permanenza nella Roma, ha frequentato e si è laureato all’European School of Economics con specializzazione in Management dello sport. Nel dicembre del 2023, la stampa brasiliana, ha diffuso notizie su alcune difficoltà economiche che starebbe attraversando Cafù, a causa delle quali ha dovuto vendere all’asta diverse sue proprietà. Secondo quanto reso noto, alla base dei problemi economici, ci sarebbero degli investimenti sbagliati fatti dal brasiliano.
LA CARRIERA
Cafù giocava nel ruolo di terzino destro. Aveva una tecnica fuori dal normale, era veloce ed era dotato di un’ottima abilità nel dribbling e nell’effettuare cross. Era un esterno di difesa più votato all’attacco che alla fase arretrata. Ha giocato anche come esterno di centro campo con la difesa a tre. Tra tutte le squadre in cui ha giocato, la Roma è stata quella con cui ha collezionato più presenze in assoluto. Può sembrare strano, ma ai suoi esordi, Cafù, ha ricevuto diversi rifiuti da squadre importanti. Da giovanissimo, avendo manifestato sempre la voglia di diventare un calciatore professionista, la prima scuola calcio a cui ha approdato è stata quella del Nacional (Atletico Clube), di San Paolo. Qualche anno dopo è passato al Portuguesa dopo essere stato rifiutato (nei primi anni 80), da club più blasonati, come il Corinthians, il Palmeiras, il Santos e l’Atletico Mineiro. I suoi provini non hanno convinto queste squadre che anni dopo invece si sono dovute ricredere per aver scartato quello che sarebbe diventato uno dei terzini destri più forti della storia del calcio brasiliano. Dopo aver incassato tutti questi rifiuti, Cafù si è trasferito all’Itaquaquecetuba. Ed è stato proprio mentre giocava con questo club che è stato notato dal San Paolo Fc che, qualche mese dopo, si è assicurato il suo cartellino. Il calciatore ha fatto la trafila entrando nell’Under 17 della società e, proprio con le giovanili, ha vinto il suo primo trofeo: la Coppa San Paolo di categoria. Con la stessa squadra ha esordito nella massima serie nazionale, giocando al posto di Ze Teodoro e un anno dopo è diventato titolare inamovibile della prima squadra. Sulla panchina c’era Telè Santana che non era rimasto indifferente alle doti tecniche del giovane talento che prediligeva la fascia destra, ma in quel periodo si metteva a disposizione anche per giocare a centrocampo e in attacco diventando anche il miglior marcatore della squadra. Il suo ruolo, proprio in quegli anni, è diventato definitivamente quello di terzino destro, con una propensione più per l’attacco che per la fase difensiva. Nel 1991, con la maglia del San Paolo, ha vinto il campionato brasiliano e due coppe Libertadores, nel 1992 e nel 1993. Nello stesso anno ha conquistato la Coppa Intercontinentale battendo il Milan. Nel gennaio del 1995 è stato acquistato da Real Saragozza ed è approdato, per la prima volta, in un campionato europeo, all’età di 24 anni e mezzo e con una coppa del Mondo già nella bacheca. Anche con gli spagnoli ha arricchito le sue vittorie personali, portandosi a casa una Coppa delle Coppe. La sua avventura nella Liga è durata solo pochi mesi. Nel giugno successivo, infatti, Cafù è tornato in Brasile dopo aver giocato undici partite di campionato con gli spagnoli, una gara di coppa del Re e una in Coppa delle Coppe. Mentre era un tesserato del Saragozza, il suo cartellino è stato acquistato dalla società italiana Parmalat, che allora aveva una compartecipazione nel Palmeiras, proprio per tesserarlo con il club brasiliano. Cafù però, prima di andare via dal San Paolo – direzione Saragozza – aveva firmato un accordo con cui si impegnava a non tornare in una grande squadra del Brasile prima di un determinato periodo. Così, per non incorrere in eventuali sanzioni economiche o provvedimenti, prima di passare al Palmeiras è stato tesserato dalla Juventude (sempre partecipata dalla Parmalat), club di Rio Grande. Il calciatore è sceso in campo per un paio di partite con la squadra dei biancoverdi per poi trasferirsi al Palmeiras. Sulla panchina c’era Vanderei Luxemburgo. E anche al termine di questa avventura, durata due stagioni, Cafù ha portato a casa un trofeo, vincendo il campionato nel 1996. Nel 1997 ha lasciato di nuovo il Brasile per tornare in Europa: era stato acquistato dalla Roma. In passato era stato Paulo Roberto Falcao a segnalarlo ai giallorossi, dopo averlo fatto esordire in nazionale nel 1990. Cafù ha lasciato il Palmeiras dopo due stagioni, 36 presenze e 2 gol. La Roma, per assicurarselo, versò 13 miliardi di lire nelle casse del club brasiliano. L’esordio con la maglia giallorossa è arrivato nella prima giornata di campionato, il 31 agosto del 1997, contro l’Empoli, vinta per tre a uno dai capitolini che, in quel periodo, avevano sulla panchina Zdenek Zeman. Il primo gol di Cafù invece è arrivato contro l’Inter l’11 aprile del 1998, ma la Roma in quell’occasione ha subito una sconfitta. Il gioco chiesto dal boemo era molto votato all’attacco, mentre era meno curata la fase difensiva. Le caratteristiche di gioco e tecniche del brasiliano erano perfette per il metodo di gioco di Zeman, ma richiedevano molto sacrificio a livello fisico. Il lavoro dei terzini, infatti, si basava su movimenti continui in avanti, corse verso la porta avversaria per le sovrapposizioni con gli attaccanti proprio per agevolare la fase offensiva e fate l’attaccante aggiunto. E così faceva Cafù che correva talmente tanto avanti e indietro, ed era veloce, che venne soprannominato ‘Pendolino’ dai tifosi della Roma. La sua stagione si è chiusa con 36 presenza, tra campionato e coppa Italia e una rete (quella contro l’Inter in Serie A). Nel campionato successivo la Roma ha giocato anche in Coppa Uefa, essendo arrivata quarta nel campionato 97-98. Sulla panchina dei giallorossi c’è stato un cambio importante, al posto di Zeman – con cui il club ha interrotto il rapporto – è arrivato Fabio Capello che, invece del 4-3-3, preferiva giocare con il 3-5-2. Cafù è diventato uno dei punti fermi della squadra e nell’ottobre del 1999 ha segnato la sua prima doppietta valsa la vittoria nella gara di campionato con la Fiorentina in trasferta (1-3). Quelli sono stati gli unici due gol segnati nella stagione 99-00. Le presenze in campo sono state 37 (28 in campionato, 5 in coppa Uefa e 4 in coppa Italia). La Roma ha chiuso la stagione al sesto posto in classifica. L’estate del 2000, per i giallorossi, è stata quella dell’acquisto di Batistuta dalla Fiorentina (per 70 miliardi) e di Emerson, un brasiliano che avrebbe dovuto rinforzare il centro campo ma che si è rotto il crociato prima dell’inizio del campionato. Nonostante la grave perdita, la stagione è cominciata subito bene per i giallorossi, si è capito subito che l’obiettivo del presidente Sensi – allora proprietario del club - era quello di strappare il titolo alla Lazio diventata campione d’Italia. E alla fine ha avuto ragione, la Roma nel 2001 ha vinto lo scudetto e Marcos Cafù è stato uno dei calciatori che hanno contribuito alla vittoria. A cominciare dal derby di andata, vinto per 1-0, il 17 dicembre del 2000, durante il quale il brasiliano si è reso protagonista di una giocata su Pavel Nedved – un sombrero – rimasto nella memoria dei tifosi giallorossi. In quell’anno Cafù ha giocato 40 partite e segnato una rete in Serie A, contro il Bari in trasferta. Una gara caratterizzata dall’esodo di tifosi romanisti, che hanno letteralmente invaso il capoluogo pugliese. In venticinquemila hanno riempito lo stadio barese, la vittoria del titolo era una possibilità ormai concreta, era il 20 maggio del 2001. Il 17 giugno, nell’ultima di campionato, con la vittoria sul Parma all’Olimpico è arrivato lo scudetto per Cafù e compagni e con il primo posto in classifica i giallorossi hanno giocato e vinto anche la supercoppa italiana, a fine agosto dello stesso anno. Nella stagione successiva Cafù ha potuto esordire anche in Champions League, competizione in cui ha giocato – nel corso della stessa stagione – 10 partite e segnato 2 reti (Contro il Lokomotiv Mosca e il Galatasaray). In totale, nell’anno 2001-02 ha giocato 38 partite e segnato i due gol in Europa. La sua avventura nella Roma si è chiusa nel 2003. Il campionato 2002-03 non è stato brillante, per tutta la squadra che si è piazzata solo all’ottavo posto e Cafù era in scadenza di contratto (nonostante si fosse dimostrato ancora una volta una pedina importante, giocando 41 partite tra campionato e coppe), ma le parti non hanno trovato un accordo per il rinnovo sulle cifre e così il brasiliano è andato via a parametro zero. Libero e senza costi per il suo cartellino, l’esterno a 33 anni è passato al Milan allenato, in quel periodo, da Carlo Ancelotti. Persa la supercoppa italiana contro la Juventus, nel giorno del suo esordio con la maglia rossonera, ha aggiunto comunque un trofeo alla sua bacheca, qualche settimana dopo: la supercoppa Europea. Il tecnico emiliano da tempo cercava un terzino destro e con Cafù ha trovato quello che gli mancava. Tanto che il brasiliano ha chiuso la stagione con 41 presenze e un gol (segnato in casa con l’Udinese in campionato il 21 dicembre del 2003), e il suo secondo scudetto personale. Al Milan è rimasto per 5 stagioni, fino al 2008 e nel 2005 ha avuto diversi problemi fisici. Il Milan, il 25 maggio di quell’anno, ha perso la finale di Champions con il Liverpool, il brasiliano ha giocato titolare, ma poi si è infortunato al ginocchio durante un’amichevole estiva nel luglio del 2005. Dopo un periodo di riposo a novembre dello stesso anno ha avuto un nuovo ko sempre al ginocchio sinistro. Alla fine, si è dovuto operare, nel febbraio successivo. In più, nello stesso periodo aveva dei problemi personali a causa della salute precaria del padre. Tanto che nel corso della carriera è stato lo stesso Cafù ad ammettere che quella è stata la sua stagione più difficile, dato confermato dai numeri visto che ha giocato solo 19 partite in serie A e 5 in Champions (oltre ad una presenza in coppa Italia). Nell’anno 2006-07 ha trovato maggiore continuità, tornando ad indossare la maglia del Milan per 35 volte, tra campionato e coppe, ma senza segnare nessuna rete. I rossoneri hanno vinto la Champions, di nuovo incontrando il Liverpool, ma lui non ha giocato la finale. Ancelotti in quel periodo sembrava preferire Oddo, mentre continuava a puntare su di lui la proprietà del club che gli ha rinnovato la fiducia. Il 2007-08 però è stato l’ultimo campionato giocato in rossonero da Cafù, che a maggio ha annunciato la sua decisione di lasciare Milano e proprio il 18 maggio ha giocato e segnato il suo ultimo gol. Il suo è stato un addio definitivo, non solo alla società meneghina, Cafù a 38 anni da compiere dopo pochi giorni, ha smesso con il calcio professionistico, dopo 282 partite giocate in Serie A, 55 in Champions League, 18 in coppa Uefa e 22 in coppa Italia, guardando solo i suoi numeri ‘italiani’. Da calciatore professionista, in tutta la sua carriera, ha giocato 430 partite e segnato 16 gol.
Il Palmares
La bacheca di Marcos Evangelista de Moraes, detto Cafù, è una delle più ricche di tutti i tempi, sicuramente tra i giocatori professionisti non più in attività, in cui compaiono praticamente tutti i trofei a cui un calciatore può ambire. Ha vinto due mondiali con il Brasile (nel 2002 e nel 1994), e sempre con la nazionale si è assicurato anche due Coppa America (nel 99 e nel 97), e una Confederations Cup nel 1997. Quando era in Brasile ha vinto lo scudetto con il San Paolo nel 1991 ed è stato nominato calciatore sudamericano nel 1994, mentre ha vinto due volte la supercoppa intercontinentale – sempre con il San Paolo - (nel 93 e nel 94). Cafù ha lasciato il segno anche con le maglie delle società italiane che ha indossato. Nel 2006-07 ha vinto una Champions League con il Milan, stessa maglia con cui si è laureato campione del Mondo per Club nel 2008. La Coppa delle Coppe – ancora esistente quando era in attività - l’ha vinta con il Real Saragozza, nel suo periodo spagnolo, nel 94-95. Due volte campione di serie A, con la Roma nel 2001 e con il Milan nel 2004. Con le stesse società si è portato a casa anche le Supercoppa Italia relative agli stessi anni (nel 2001 con la Roma e nel 2004 con i rossoneri). Con il San Paolo ha vinto due Coppa Libertadores consecutive (93 e 94). E poi ancora, due Supercoppa Europea, entrambe con il Milan (2004 e 2008).
La Nazionale
Cafù è il calciatore brasiliano che detiene il record di presenze con la maglia della nazionale di cui è stato anche capitano, per 5 anni consecutivi, dal 2002 al 2006, richiamando ogni volta le attenzioni dei vaci c.t. che si sono succeduti sulla panchina della Selecao. Commissari tecnici del calibro di Scolari, Luxemburgo e Zagallo che non hanno mai avuto dubbi sulle qualità di Cafù e su quanto potesse essere importante per la squadra. L’ex terzino destro, così, ha partecipato a 4 mondiali consecutivi (dal 1994 al 2006) e ne ha vinti due. Ha giocato 4 edizioni della Coppa America (1991, 1993, 1997 e 1999), e anche in questo caso è diventato due volte campione, oltre ad aver preso parte ad una Confederations Cup. Con la maglia del Brasile, Cafù ha esordito a poco più di 20 anni, esattamente a 20 anni 3 mesi e 5 giorni quando sulla panchina c’era Paolo Roberto Falcao, era il 12 settembre del 1990. Ha chiuso la sua carriera con la maglia verdeoro con 143 presenze e 5 reti (contro Honduras, Andorra, Ecuador, Olanda e Galles), giocando in tutte le competizioni previste per le nazionali. La sua ultima partita con la Selecao è stata contro la Francia, nella coppa del Mondo del 2006, il 1° luglio. Il terzino ha giocato tre finali mondial consecutive ed è stato inserito nella lista dei 100 calciatori viventi più forti (FIFA 100). Dopo quella data, sulla panchina dei verdeoro è salito Dunga, che ha scelto di non inserire più Cafù nella selezione nazionale, nonostante il calciatore avesse dichiarato di voler partecipare anche ai mondiali del 2010.