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Agostino Di Bartolomei

Agostino Di Bartolomei

  • Nazionalità:Italia
  • Età:69 (9 aprile 1955)
  • Altezza:1.80 m
  • Peso:75kg
  • Piede:Destro
  • Valore di mercato: mln

PROFILO

BIOGRAFIA

Agostino Di Bartolomei era un calciatore, che ha legato gran parte della sua carriera alla Roma, di cui è stato capitano: il capitano del secondo scudetto della storia giallorossa. Impossibile non ricordarlo, soprattutto per chi ha vissuto la squadra di quegli anni, fine anni 70 e inizio degli 80. Agostino era ‘Il Capitano’, e lo è ancora per molti dei suoi ex compagni; ‘Ago’, o ‘Diba’, come lo avevano soprannominato e come lo chiamavano e lo ricordano ancora in molti, tifosi compresi. Era un centrocampista che, saltuariamente, ha giocato anche come difensore centrale. Nato a Roma l’8 aprile 1955, è cresciuto nel quartiere capitolino di Tor Marancia, dove ha coltivato il suo amore per il calcio e per la Roma. È sempre stato un ragazzo dal carattere silenzioso e riservato. Ai tempi in cui lui era il capitano della Roma, i calciatori non erano delle stelle come nell’era attuale, ma probabilmente, lui, non lo sarebbe stato in ogni caso. Era una persona che non gradiva stare sotto i riflettori, era il classico capitano silenzioso, che si faceva sentire in campo ed esercitava il suo carisma senza mai alzare la voce nello spogliatoio. Agostino Di Bartolomei è morto il 30 maggio del 1994, suicida. Si è sparato un colpo di pistola sul petto, che non gli ha dato scampo. Ha lasciato un biglietto per spiegare il gesto, alla moglie Marisa e al figlio Luca, che all’epoca aveva solo 11 anni. Con la lettera ha provato a raccontare tutta la solitudine che sentiva e in cui si era chiuso, da quando si sentiva dimenticato dal mondo del calcio, un mondo a cui lui aveva dato tutto e che aveva sempre amato. Sulla data della morte non si è mai capito se sia stato un caso o meno: erano passati esattamente 10 anni dalla finale di Coppa dei Campioni persa dalla Roma contro il Liverpool ai rigori, il 30 maggio del 1984. In quel periodo viveva a San Marco, frazione di Castellabate - dov’è stato sepolto - in provincia di Salerno e dove era rimasto dopo la sua ultima esperienza calcistica, vissuta proprio nella Salernitana, fino al 1990. Proprio a Castellabate, in quegli anni, dopo aver smesso di giocare a calcio, ha fondato una scuola calcio che portava il suo nome. Il suo sogno era quello di insegnare ai bambini a vivere la parte migliore del calcio, che dovevano capire che la cosa importare era solo giocare, divertirsi e rispettare le regole.

LA CARRIERA

Agostino, ‘Ago’, Di Bartolomei, ha cominciato a giocare quando era ancora un bambino, nella parrocchia vicino casa, per poi passare all’OMI, una piccola società capitolina, satellite della Roma. E proprio mentre giocava con quella squadra, alcuni osservatori del club giallorosso lo hanno notato e lo hanno portato a Trigoria. La Roma non era stata la prima di serie A ad interessarsi a lui. Nel 1968, proprio poco prima che venisse chiamato dai giallorossi - quando aveva 13 anni - il Milan aveva già provato a prenderlo per farlo crescere nelle giovanili del proprio club. Agostino ha rispedito l’offerta al mittente, perché non voleva allontanarsi da casa. Subito dopo la chiamata della società milanese è arrivata quella della Roma. Così dal 1968, il piccolo Ago ha cominciato a far parte delle squadre giovanili giallorosse. Di Bartolomei, ‘Diba’, era un centrocampista a cui è capitato anche di giocare come difensore, tanto che il giornalista Gianni Mura lo ha paragonato addirittura a Beckenbauer. Ha provato anche altre posizioni, sotto la guida di Nils Liedholm, a cui piaceva impiegarlo davanti al reparto arretrato. In campo ostentava sempre una grande calma, apparenza tipica del suo carattere. Era silenzioso ma carismatico, sia sul terreno di gioco, sia fuori. Aveva un’intelligenza tattica superiore alla norma volendo proprio trovargli un difetto, a volte veniva tacciato di essere lento, un difetto a cui sopperiva con la sua capacità di anticipare l’avversario e con la sua grande visione di gioco che gli permetteva di capire, prima degli altri, cosa avrebbero fatto gli avversari. Una delle sue caratteristiche principali era sicuramente il tiro potente (i tifosi della Roma spesso lo invitavano gridando ‘Ago tira la bomba’), ed era infatti uno specialista sui calci piazzati, sia sui rigori sia sulle punizioni.

Arrivato nel 1968 alla Roma, coronando un ‘sogno’, fino al 1975 è rimasto nel giro delle giovanili, ma dal 1972 ha cominciato ad affacciarsi in prima squadra trovando, di tanto in tanto, spazio tra i grandi. Con la Primavera giallorossa ha vinto due scudetti e proprio in quegli anni il tecnico della prima squadra, Antonio Trebiciani, lo ha convocato per qualche partita. Il suo esordio risale al 22 aprile del 1973, due settimane dopo aver compiuto 18 anni, per la trasferta di Milano contro l’Inter, gara di ritorno finita 0-0. Di Bartolomei ha giocato tutti e 90 i minuti. Così come ha giocato contro la Fiorentina, nella giornata successiva, in casa (1-1), e quelle sono state le sue prime apparizioni con la prima squadra. Nella stagione successiva ha cominciato subito a giocare in serie A, mentre era ancora a disposizione della Primavera. E alla sua prima presenza, nella prima di campionato, contro il Bologna, il 7 ottobre del 1973, ha segnato il suo primo gol in una partita che la Roma ha vinto per 2-1 anche grazie alla rete di Diba. È stata l’unica rete di quel campionato che ha giocato praticamente fino a dicembre, per poi tornare in pianta stabile nella Primavera, così come ha giocato 4 partite di coppa Italia. Nel 1974-75 ha collezionato, con la prima squadra, 15 presenze tra campionato e Coppa Italia. Ormai aveva conquistato la sua posizione, ma la società riteneva fosse il caso di fargli fare le ossa in serie B, per poi riprenderselo pronto per passare definitivamente in prima squadra. Così, nel 1975-76, è passato in prestito al Lanerossi Vicenza dove ha giocato da titolare tutta la stagione, collezionando 37 presenze (33 in serie cadetta e 4 in coppa Italia), e segnato 5 reti. Tornato alla Roma ormai era considerato un titolare inamovibile. Nel 1976-77 ha giocato 29 partite di serie A e 4 di Coppa Italia, oltre ad aver segnato 9 gol. È arrivata anche la sua prima doppietta, contro il Perugia, il 19 dicembre del 1976, in casa (2-2 risultato finale). Nell’anno successivo i gol sono arrivati a 13 ed è stato il suo anno più prolifico.

Nel 1980 ha conquistato un’altra tappa importantissima della sua carriera con la maglia della Roma, ereditando la fascia da capitano da Santarini. In quell’anno ha giocato un totale di 36 partite e segnato 8 gol. Erano gli anni in cui, sulla panchina della Roma, c’era Nils Liedholm a cui piaceva far giocare Di Bartolomei davanti alla difesa, o anche come libero al fianco di Vierchowod. E proprio in quegli anni la Roma ha vissuto un periodo di rinascita, culminato con la vittoria del suo secondo scudetto della storia, guidata dal suo capitano, Agostino Di Bartolomei. In quella stagione ha giocato 28 partite in serie A, 9 in coppa Italia e 7 in Coppa Uefa, segnando in totale 9 gol. Era al suo 15mo anno in giallorosso, a parte la pausa al Vicenza, aveva raggiunto un traguardo storico per il club e si era conquistato anche l’opportunità di guidare la Roma in coppa dei Campioni. L’anno 1983-84, infatti, è stato quello di una nuova corsa sulla Juventus che ha vinto lo scudetto per due punti sui giallorossi, ma anche quello dello storico cammino nella massima competizione europea. È stato l’anno della corsa alla finale con il Liverpool, persa ai rigori e giocata all’Olimpico, sede scelta dalla Uefa all’inizio della competizione. In quella stagione Di Bartolomei ha giocato 48 partite di 8 in coppa dei Campioni, tutte quelle che ha giocato la squadra, tranne il ritorno degli ottavi contro il Cska di Sofia. L’unica rete segnata dal capitano nella competizione è stata contro il DundeeUnited, nella semifinale di ritorno, vinta per 3 a 0. Con la conclusione amara della stagione, dopo il ko subito nella finale della gara più importante della sua carriera, Agostino di Bartolomei ha dovuto fare i conti con un’altra grande delusione.

La Roma, proprio alla fine di quella stagione, ha deciso di vendere il suo capitano. Era stato programmato un cambio in panchina, finita l’era di Nils Liedholm, la società aveva ingaggiato Sven Goran Eriksson che, a quanto pareva, non riteneva Di Bartolomei adatto al suo modulo di gioco. La sua ultima partita con la maglia della Roma è stata la finale di Coppa Italia contro il Verona, vinta dai capitolini, il 26 giugno del 1984. In quell’occasione i giochi erano fatti, i tifosi sapevano che i vertici societari avevano deciso di vendere Agostino, per questo in curva Sud è apparso lo striscione, rimasto ormai famoso, che recitava: “Ti hanno tolto la tua Roma, ma non la tua curva”. Il pubblico sapeva che Di Bartolomei stava andando via contro voglia, la sua destinazione è stata il Milan, che aveva cercato dal 1968 di assicurarselo. Visto che ormai era deciso che dovesse andare via, tanto valeva seguire il suo allenatore, Liedholm, che era passato in rossonero. Era la stagione 1984-85 e sarebbe stata quella del suo primo gol in serie A, non solo senza la maglia della Roma, ma proprio contro la Roma. Era il 14 ottobre del 1984 e la sua esultanza rabbiosa dopo la rete alla sua ex squadra, ha lasciato il segno e ferito molti suoi ex tifosi, che forse solo a distanza di anni, hanno capito quanto ci fosse di un amante tradito in quel gesto fatto dopo il gol valso l’1-0 di una partita poi vinta dal Milan (2-1), proprio contro i giallorossi alla sua prima da ex.

In quella stagione Ago ha giocato 41 partite e segnato 9 gol. L’ex capitano della Roma è rimasto in rossonero fino al 1987, giocando 119 partite e segnando 14 reti. Nell’estate del 1987, sulla panchina del Milan è arrivato Arrigo Sacchi e Di Bartolomei si è trasferito al Cesena dove ha giocato il suo ultimo campionato di Serie A di nuovo con la fascia da capitano. Una stagione piena, in cui la squadra ha lottato per non retrocedere, raggiungendo l’obiettivo proprio sotto la guida di Di Bartolomei che ha giocato 27 partite e segnato 4 reti. È stato alla fine di quell’annata calcistica che si è trasferito alla Salernitana, motivo per cui poi ha scelto di andare a vivere con la famiglia a San Marco, frazione di Castellabate dove ha vissuto i suoi ultimi e – si è scoperto solo dopo - purtroppo tormentati anni. Con la Salernitana ha giocato in serie C, conquistando la promozione propri nel suo ultimo anno da calciatore professionista, di nuovo con la fascia da capitano sul braccio.

PALMARES

Agostino Di Bartolomei ha vinto uno scudetto e tre volte la coppa Italia. Nella sua carriera, quasi interamente dedicata alla Roma, ha collezionato quattro trofei tutti in giallorosso. Si è laureato campione d’Italia nel 1982-83. Mentre si è assicurato le tre edizioni della Coppa Italia nel 1979-80, 1980-81 e 1983-84, nel suo ultimo anno nella capitale. Oltre ad essere stato finalista in coppa dei Campioni, nell’unica edizione giocata dalla Roma il 30 maggio del 1984.

LA NAZIONALE

Agostino Di Bartolomei ha cominciato ad entrare nel giro della nazionale nel 1973, quando ha ricevuto la sua prima convocazione tra le giovanili. Con la maglia dell’Under 21 ha giocato quattro partite delle qualificazioni agli europei di categoria e segnato 4 reti. Nel 1978 ha giocato due partite del campionato europeo, sempre U21. La sua avventura con la maglia azzurra è durata dagli esordi, fino al 1978 e limitata sempre alla squadra giovanile con cui ha giocato in tutto 8 gare e segnato 7 reti. Con la nazionale maggiore ha avuto decisamente meno fortuna, chiuso, in quegli anni, da Giancarlo Antognoni.

Redazione