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Zaniolo, Pellegrini e la dirigenza: il mercato della Roma cambia con Friedkin

LaPresse

I due talenti resteranno e saranno la base del futuro, Baldini si allontanerà forse definitivamente e si farà un tentativo per Smalling. E non si punterà solo sui parametri zero

Marco Prestisimone

Neanche il tempo di trovarsi un giovedì mattina di inizio agosto un nuovo presidente, che per la Roma è già tempo di programmare. Con Friedkin cambia il mercato, che poi è ciò che interessa più di tutto ai tifosi. I tempi stretti con cui la stessa società ha annunciato il passaggio definitivo di consegne (al massimo entro fine agosto) è un chiaro segnale che già la prossima sessione estiva sarà guidata dalla nuova proprietà. La prima notizia è che si ripartirà da Zaniolo e Pellegrini, che con Pallotta non avrebbero avuto la certezza di restare. Ma Friedkin non vuole presentarsi con una cessione eccellente e soprattutto la nuova liquidità non richiede la rinuncia pesante a uno dei due. Sarà il primo regalo made in Houston, in attesa che magari Fonseca faccia il suo primo sul campo nella missione in terra tedesca.

Baldini, Petrachi e... Totti? La nuova dirigenza con Friedkin

Fonseca ha chiesto di dare continuità al suo progetto e ai giovani e questa è la strada che la Roma di Friedkin cercherà di percorrere. Prima di tutto però al texano e al figlio Dan (che prenderà le redini della società direttamente nella capitale) si chiederà chiarezza nel management: Baldini è stato per anni consulente di Pallotta ma soprattutto un'ombra troppo presente per chi lavorava a Trigoria. Con l'addio di James si allontanerà (forse definitivamente?) anche lui. Con buona pace dei tantissimi romanisti che da mesi li contestano a suon di striscioni e sit-in.

Uno dei primi nodi da sciogliere sarà quello del direttore sportivo: resta la candidatura di Nicolas Burdisso, che a Roma verrebbe di corsa, e nelle ultime ore si è parlato di un possibile ritorno di Petrachi. Detto che il suo staff di scout non ha mai smesso di lavorare a Trigoria anche dopo il licenziamento, una versione 2.0 sembra difficile se non altro per il rapporto logorato con Fonseca e gran parte dei senatori nello spogliatoio. Anche se fu lui a inizio febbraio a presentare il piano mercato a Marc Watts e alla delegazione di Friedkin arrivata all'Eur. Paratici è destinato a restare un sogno, Walter Sabatini per ora una suggestione.

Poi c'è Totti, con cui Friedkin ha già parlato a novembre prima che iniziasse la sua avventura da scopritore di talenti in giro per il mondo. Nella sua agenzia è sempre più coinvolto e la sua intenzione è continuare a crescere, ma se Dan dovesse richiamarlo ascolterebbe comunque la proposta. "Mai dire mai", aveva risposto in una diretta social durante la quarantena. E chissà che quel ruolo di ambasciatore in giro per il mondo solo in occasioni di alto profilo non gli possa più andare così stretto.

Le cessioni e Smalling: le mosse sul mercato

L'ultima "ferita" lasciata da Pallotta è la mancata conferma di Smalling per l'Europa League e per la prossima stagione. Ma Chris è rimasto legatissimo a Roma (e i tifosi a lui) e quel "proverò a tornare" sarà legittimato anche dalla nuova proprietà, che potrebbe tornare alla carica con il Manchester United e fare uno sforzo per riaverlo a settembre. A 20 milioni più 5 di bonus come chiedono i Red Devils è impossibile, ma la nuova linfa nelle casse permetterebbe alla Roma di trattare con più elasticità. Per Pedro è già tutto fatto mentre il mercato dei parametri zero potrebbe tornare sullo sfondo.

Poi ci sono gli esuberi, con i quali la Roma comunque conta di abbassare il tetto ingaggi oltre che fare delle plusvalenze: è il caso di Under e Kluivert, i due giovani che hanno più richieste e a cui Fonseca rinuncerebbe anche in vista del nuovo modulo senza esterni puri. Restano Pastore (che può rescindere il contratto), Olsen (piace al Bayer Leverkusen), Florenzi (ha richieste in Italia e Spagna), Perotti, Fazio, Jesus e Karsdorp. Per loro con l'arrivo di Friedkin i piani non cambiano: dovranno trovarsi una sistemazione.