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Uvini, la Roma lo segue ma Leonardo vuole portarlo in Francia

Ha completato le pratiche per ottenere il passaporto italiano. Il suo bisnonno era nato in provincia di Milano. Bruno Uvini è il capitano del Brasile Under 20, che nell’ultimo anno ha vinto il Sudamericano in Perù e il Mondiale di categoria in...

Redazione

Ha completato le pratiche per ottenere il passaporto italiano. Il suo bisnonno era nato in provincia di Milano. Bruno Uvini è il capitano del Brasile Under 20, che nell’ultimo anno ha vinto il Sudamericano in Perù e il Mondiale di categoria in Colombia.

E’ un difensore centrale, gioca nel San Paolo, ha ricevuto richieste dal Paris Saint Germain e dall’Arsenal. Viene tenuto sotto osservazione anche dalla Roma e dal Genoa. Nei prossimi giorni diventerà comunitario: ha presentato all’ufficio anagrafe gli ultimi documenti e aspetta di ricevere la comunicazione ufficiale della doppia cittadinanza. LA CONCORRENZA - Leonardo lavora per portarlo in Francia al Paris Saint Germain, che dalla fine della scorsa stagione è controllato dalla Qatar Investment Authority: il direttore sportivo, ex allenatore di Milan e Inter, ha rapporti privilegiati con i dirigenti del San Paolo. Uvini è un regista arretrato: imposta l’azione, non si limita a fare la guardia al centravanti. Nel Brasile Under 20 si è distinto accanto a Juan, l’altro anello della difesa, corteggiato da Moratti e di proprietà dell’Internacional di Porto Alegre. L’INVERSIONE - In passato, fino alla metà degli Anni Ottanta, il Brasile era considerato il regno degli attaccanti e dei numeri dieci, era la casa della genialità e della fantasia. Nell’ultimo decennio il suo calcio è stato al centro di una profonda metamorfosi culturale: è un Paese che ha continuato a regalare talenti purissimi, come Neymar del Santos e Lucas del San Paolo, i fiori all’occhiello della generazione più recente, ma ha portato alla ribalta anche portieri e marcatori di ottimo livello: ruoli in cui la Seleçao aveva spesso evidenziato in precedenza qualche limite. E’ cambiata la mentalità, c’è stata una crescita strutturale di tutto il sistema. L’IDENTIKIT - Uvini è un difensore moderno, proprio come Juan: ha personalità e carisma, è forte di testa, è un destro naturale, ha classe e potenza, è alto un metro e 87, partecipa alla costruzione della manovra, è elegante negli appoggi, ha un lancio lungo, controlla centravanti classici e punte di movimento. Nel Sudamericano ha giocato con Neymar e Lucas. Nel Mondiale Under 20 ha avuto come compagni l’interista Coutinho e il mediano Casemiro, altro prodotto del vivaio del San Paolo. TRADIZIONE DI FAMIGLIA - Uvini è figlio d’arte. Anche il papà era un difensore centrale: ha indossato a lungo la maglia del Ponte Preta, club di Campinas. Il padre ha il suo stesso nome: si chiama Bruno, è soprannominato “Tuca” e adesso dirige una scuola-calcio. La Roma e il Genoa seguono Uvini dall’inizio dello scorso gennaio. Il centrale del San Paolo è nato il 3 giugno del 1991 a Capivari. Ha estimatori anche in Germania: Wolfsburg e Hoffenheim lo hanno fatto studiare dai loro osservatori. CONTRATTO FINO AL 2014 - Ha una valutazione di mercato che sfiora i cinque milioni di euro. Uvini ha due modelli: Lucio e Thiago Silva. Sono i suoi punti di riferimento nel ruolo di centrale. Con il San Paolo ha firmato un contratto fino al 21 aprile del 2014. E’ ordinato negli appoggi, cerca di anticipare l’attaccante facendo leva sul suo scatto, sulla sua agilità. Ha già una massa muscolare ben definita: il suo peso si aggira intorno agli 84 chili. LA STORIA - Domina l’area di rigore, trova la posizione con naturalezza, si adegua alle caratteristiche di chi deve marcare. Bruno Uvini Bortolança ha vent’anni. Nel 2007 è entrato nelle giovanili del San Paolo. Uvini ha iniziato nell’Audax Sao Paulo Esporte Clube. Ney Franco, selezionatore del Brasile Under 20, gli ha permesso di farsi conoscere a livello internazionale. Uvini ha debuttato nel “Brasileirao” il 29 settembre del 2010 contro il Gremio, a Porto Alegre, prendendo il posto di Xandao a nove minuti dalla fine. Una gara sfortunata, persa dal San Paolo per 4-2. I SUOI ALLENATORI - Sergio Baresi è il tecnico che lo ha fatto esordire. Uvini è riapparso sulla scena della prima squadra il 28 novembre del 2010, stavolta con Paulo Cesar Carpegiani in panchina: ha giocato nell’ultimo quarto d’ora in sostituzione di Carlinhos Paraiba contro l’Atletico Goianense (1-1). Sei le presenze nel “Brasileirao 2011”: cinque vittorie e una sconfitta. E’ stato utilizzato in totale 214 minuti. Uvini ha chiuso la stagione alle dipendenze di Emerson Leao, ex portiere della Seleçao, già confermato per il prossimo anno. L’idea di Leao è quella di dare sempre più spazio a Uvini, affiancandolo a Rhodolfo, 25 anni, ex Atletico Paranaense, trattato nei mesi scorsi dalla Juventus. MAGLIA NUMERO 34 - E’ un difensore corretto e disciplinato. Durante il “Brasileirao 2011” e il Mondiale Under 20 (sette partite da titolare), Uvini ha ricevuto soltanto un cartellino giallo nella sfida vinta (2-0) sul campo del Cearà. Nel San Paolo ha scelto il 34 come numero di maglia. Nel 2010, prima di esordire nel “Brasileirao”, aveva conquistato con la fascia di capitano la “Copa Sao Paulo de Futebol Junior 2010”. LA SUA FAMIGLIA - E’ molto stimato dal presidente Juvenal Juvencio e da Rogerio Ceni, il portiere-goleador che lo consiglia e lo aiuta negli allenamenti. Rogerio Ceni ha 38 anni ed è quasi un fratello maggiore per Uvini, che divide la camera durante i ritiri con Casemiro. Come ha rivelato al sito ufficiale del San Paolo, nel tempo libero torna sempre a Capivari dal papà Tuca, dalla madre Jassi e dalla sorella Jessica. E’ un appassionato di musica: Jorge e Mateus sono gli artisti preferiti. IL TRIONFO IN COLOMBIA - Il momento più esaltante della sua carriera l’ha vissuto il 21 agosto del 2011, allo stadio “Nemesio Camacho” di Bogotà, in Colombia, quando Uvini ha alzato la Coppa del Mondo Under 20. Ha fatto festa con il portiere Gabriel, con l’altro difensore centrale Juan, con gli esterni Danilo e Gabriel Silva, con i centrocampisti Casemiro e Fernando, con i trequartisti Oscar e Coutinho, con gli attaccanti Henrique e Willian Josè. Un trionfo esaltante. Dopo il pareggio nella gara inaugurale con l’Egitto (1-1), la nazionale di Ney Franco ha battuto l’Austria (2-0), Panama (4-0), l’Arabia Saudita (3-0), la Spagna ai rigori (4-2), il Messico (2-0) e il Portogallo in finale (3-2), al termine dei tempi supplementari, grazie a una tripletta di Oscar, talento dell’Internacional di Porto Alegre.

 

FONTE corrieredellosport.it