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Roma, per il centrocampo c’è Le Fée: dribbling fulminante e un’infanzia difficile

Roma, per il centrocampo c’è Le Fée: dribbling fulminante e un’infanzia difficile - immagine 1
Ghisolfi lo conosce dai tempi del Lorient. Il ds ha già un accordo col giocatore, ora manca quello col Rennes
Daniele Aloisi
Daniele Aloisi Collaboratore 

Enzo Le Fée è il nuovo acquisto per il centrocampo giallorosso. Francese, classe 2000, quest'anno ha giocao nel Rennes dopo l'esplosione al Lorient. Proprio lì ha conosciuto Ghisolfi. Il ds francese era il collaboratore di Mickael Landreau e ora i due si incontrano di nuovo a Roma. Al Rennes vanno 23 milioni di euro. Daniele De Rossi lo apprezza: si tratta di un centrocampista capace di coprire più ruoli in quella porzione di campo. Non ha brillato nell'ultima stagione collezionando 25 presenze in Ligue 1 e un solo assist messo a referto.

Ecco Le Fée: le caratteristiche del nuovo centrocampista della Roma

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Enzo Le Fée è stato il grande protagonista della promozione del Lorient nel 2020, poi nel 2023 è stato acquistato dal Rennes per 20 milioni. È un 'tuttocampista' destro di piede e ha sia la capacità di partecipare al gioco come un vero regista ma ha anche colpi da trequartista. Nonostante non sia un gigante (alto 1 metro e 73) quando ha la palla è difficile da fermare grazie alla sua ottima conduzione del pallone e alla sua qualità. Nel primo anno di Ligue 1 al Lorient era stato uno dei centrocampisti che avevano completato più dribbling. Al Rennes non è riuscito a mettersi in mostra come vorrebbe e alla Roma può tornare a fare bene.

Le Fée, il passato difficile e il padre in carcere: il calcio lo ha salvato

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Enzo Le Fée ha un passato complicato alle spalle. Porta il cognome della madre per evitare problemi dal punto di vista penale. Infatti, il padre è stato arrestato più volte e nel 2021 dopo esser uscito dal carcere due anni prima si è suicidato. Il classe 2000 in un'intervista ai tempi del Lorient aveva parlato di suo papà: "Saltavo gli allenamenti per andare a trovare mio padre in carcere. L’ho fatto anche l’anno scorso quando abbiamo vinto la Ligue 2. Mi ricordo il giorno in cui mia madre mi ha riferito tutto, ero molto piccolo. Non mi ha segnato troppo, nel senso che comunque mia madre mi ha detto che la mia vita doveva continuare e che questo non doveva crearmi problemi. Mio padre è stato spesso descritto come una persona violenta, ma non ha mai messo le mani addosso a me o a un altro dei suoi figli. Voleva aiutare i suoi amici, qualcosa che avrei fatto anche io. Si è sempre preso la responsabilità di quello che ha fatto e non mi ha mai mentito". Il calcio lo ha salvato ed è stata la sua miglior terapia. Il giorno dopo il funerale del padre la questura chiese una sua deposizione, ma preferì andare al campo per l'allenamento.