Ricordate l’Antonio Ricci di Ladri di Biciclette insieme al figlio Bruno? Beh, se non lo avete visto corrette subito. Aveva bisogno di un mezzo per andare a lavoro, e le provava tutte. Senza un soldo in tasca, o con pochi spicci. Tiago Pinto in questi primi giorni del 2024 ce lo ricorda un po’, in un mix di rimprovero e comprensione. Ha bisogno di un difensore, e ne ha bisogno soprattutto Mourinho che con la Cremonese schiererà due fuori ruolo nel pacchetto arretrato. Per sopravvivere e provare a portare la Roma in Champions. Ma in tasca, appunto, ci sono pochi spicci. Almeno per competere su un mercato professionistico. Al 3 gennaio non c’è una trattativa avviata concretamente, per il semplice fatto che non può nascere una trattativa con una base d’acquisto pari a zero e coi limiti dell’Uefa che incombono e non si impietosiscono di certo di fronte a un no alla Superlega. La Roma deve prima cedere nel mercato di riparazione. Dove da riparare ci sono soprattutto gli errori. Che si chiamino Sanches, Celik, Spinazzola o Vina. Altrimenti devi aspettare il primo Bonucci che passa, senza storcere troppo la bocca. Il problema è che i soldi per l'idraulico non ci sono, quindi le perdite vengono tappate alla buona: con scotch, nastro isolante, a volte con le mani stesse.
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Roma, non scusiamo il ritardo
Tutta colpa della miseria quindi? No. Perché Pinto conosceva bene la situazione: i capricci di Smalling, la coppa d’Africa di Ndicka, il recupero lento di Kumbulla e il rancore della piazza per Bonucci. Alcune di queste situazioni erano chiare già ad agosto. Un tempo lungo, in cui non si è fatto nulla. Oggi la Roma si ritrova a dover affrontare impegni di fuoco: Cremonese, Atalanta, Milan, forse Lazio. Con due soli difensori di ruolo, uno peraltro diffidato e martoriato dalla pubalgia. Un errore imperdonabile, da bocciatura totale. Anche perché non si è fatto tesoro degli sbagli passati, nemmeno troppo passati. Ad agosto la Roma ha lasciato 5 punti preziosi sul campo con Salernitana e Verona a causa dei ritardi sul mercato. Un mercato salvato in extremis col viaggio in aereo per prendere Lukaku. Oggi sono proprio quei punti a dividere i giallorossi dal quarto posto. Meta di tutti, soprattutto dei Friedkin. Ma per viaggiare in certi posti servono soldi, e programmazione. Galleggiare, in attesa della carità, non ti porta certo in Paradiso. Nemmeno in tempi di crisi.
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