"Sabatini è stato un colpo di Baldini: posso dire che Sabatini è valido per la capacità di valutare i giocatori per potenzialità. La Roma gli lascia campo libero, e lui da solo si esprime al meglio. Il colpo di Iturbe è stato un grande colpo, soprattutto per il modo di giocare di Garcìa: un Gervinho bianco. Come punta c’è Totti che ancora può dare il suo apporto, e consente ai due esterni di fare movimenti devastanti. La Roma ha Destro come punta, e che non ha nulla da invidiare ad Immobile: ha percentuali più alte di Immobile. Destro è stata una mia scommessa, ed ho avuto anche Immobile e Pettinari. Sono ragazzi di valore che meritano fiducia e non debbano distarsi" dice Giorgio Perinetti in una intervista rilasciata al portale web giovaninrete.
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Perinetti: “Oggi non è facile lavorare nel calcio. Fortunato Sabatini che a Roma ha campo libero. Garcia deve puntare più su Destro”
Esperto di calciomercato, l'ex DS di Siena, Bari, palermo, Napoli e anche Roma parla del momento della Roma e il lavoro di Sabatini.
Quando ha preso Destro, ha dovuto lavorarci tanto?
"Non più di tanto, il Genoa gli ha preferito Zè Eduardo che non si è mai manifestato, e Lucas Pratto. Noi prendiamo mediocrità all’estero e non diamo spazio ai Destro di turno. Lo stesso anno, dopo l’infortunio di Calaiò, pensai a Longo (ora al Cagliari di Zeman, ndr). Ho fatto giocare Bonucci e Ranocchia giovanissimi in tandem in A. Il segreto è la continuità e l’uso di bastone e carota. Se non si da fiducia ai giovani italiani, non ci si deve meravigliare se il CT di turno ha difficoltà".
Ci può parlare del rapporto con Franco Sensi?
"Con Dino Viola potevo esprimermi in maniera compiuta. Con Sensi era più difficile, era spontaneo ed impulsivo. Mi ha fatto piacere quando mi richiamò a Palermo".
Qual’è il futuro di Giorgio Perinetti?
"Io lavoro dove si può pensare di avere una persona di una certa esperienza. Il mio sogno è finire la carriera nel settore giovanile da dove sono partito. A giugno diventa tutto più difficile, ma spero che ci sarà una società nel prossimo futuro. Non precludo nulla, basta avere una linea guida ed una società. Oggi non è facile lavorare nel calcio, i presidenti hanno molta fretta. Non si può dare continuità ai progetti, pagandone però lo scotto".
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