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Malcom, parla l’ex compagno Cafù: “Era stato venduto alla Roma, poi la chiamata dell’agente sul Barça”

Parla il calciatore che ha vissuto con Malcom la giornata del suo mancato trasferimento in giallorosso: "Eravamo all'aeroporto in attesa, ma il suo entourage non si presentò. Gli dissero di tornare a casa per l'interessamento dei blaugrana"

Redazione

Il caso Malcom sembrava ormai chiuso nel dimenticatoio, ma ora torna alla ribalta grazie al racconto di Jonathan Renato Barbosa, detto Cafù. In un'intervista rilasciata ai microfoni di B/R Football, l'ex compagno del calciatore che sembrava ad un passo dalla Roma racconta passo dopo passo ogni tappa di quell'incredibile giornata vissuta a contatto con lo stesso Malcom. Ecco tutte le sue dichiarazioni, divise per orario.

23 luglio, ore 9. Campo del Bordeaux.

"Mi sono allenato a parte durante la pre-season. Noi (Malcom e io) ci siamo incontrati al club quel giorno, e ha deciso di venire con me in palestra. Mi ha detto ‘Non lavorerò stamattina, Cafu’. ‘Perché no?’, gli ho chiesto. Era vicino ad essere ceduto alla Roma e non voleva andare in campo con il resto della squadra. ‘Andrò dal mister e gli dirò che resto qui in palestra’. Non sono riuscito a fargli cambiare idea, quindi ci siamo esercitati sulla cyclette mentre parlavamo".

23 luglio, ore 13. Casa di Malcom.

"Dopo mi ha invitato per un pranzo di saluto a casa sua. Ho chiamato mia moglie e siamo andati là. Abbiamo passato un po’ di tempo in piscina, abbiamo fatto un barbecue brasiliano e ci siamo divertiti. Attorno alle 4 di pomeriggio ho lasciato casa sua, e a quel punto non aveva ancora trovato un accordo".

23 luglio, ore 17. ‘Malcom è stato venduto alla Roma’.

"Quando sono arrivato a casa, mi stavo rilassando sul divano mentre guardavo Narcos su Netflix. Dal nulla, mia moglie si è messa ad urlare dal piano di sopra. ‘Malcom è stato venduto alla Roma. La moglie mi ha detto che partono alle 9 di stasera’. Quindi abbiamo deciso di tornare a casa loro per salutarli".

23 luglio, ore 18. ‘Vado a Roma’.

"Quando sono arrivato gli ho chiesto cosa fosse successo e lui mi ha spiegato: ‘Il mio agente ha incontrato il presidente del Bordeaux e hanno deciso che andrò a Roma’. Ero molto felice per lui. ‘Giocherai in Champions League e tutti sentiranno parlare di te’. Stava facendo le valigie e ha detto che un jet privato li avrebbe portati a Roma".

23 luglio, ore 20. ‘Dov’è il mio agente?’.

"Poi siamo arrivati all’aeroporto aspettando che il suo entourage si facesse vivo ma niente. Mezz’ora, un’ora… niente. Nessuna parola. Improvvisamente, l'agente ha chiamato Malcom per dirgli di tornare a casa. Mi ha detto: ‘Amico, il Barcellona ha mostrato un interesse molto forte…’. Io gli chiesto se fosse serio e lui me l’ha confermato. ‘Non sto scherzando Cafu. Torniamo a casa mia’. Era molto felice. Il Barcellona è di un altro livello, come si fa a dirgli no? Avrebbe giocato accanto a Messi. All’inizio ho pensato stesse scherzando, ma non era così".

24 luglio, ore 16.

"Il giorno dopo sono tornato in aeroporto e ho aspettato fino alla fine per essere sicuro che salisse su un aereo per Barcellona. Il Barcellona è un sogno per ogni brasiliano, e lui non fa eccezione. Si è fidato dei suoi agenti, posso assicurarvi che non è mai stato preoccupato".