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Ghisolfi, nulla di performante: ecco gli errori del francese che ora è a rischio

Ghisolfi, nulla di performante: ecco gli errori del francese che ora è a rischio - immagine 1
Dall'acquisto di Le Fée al mancato arrivo di un terzino fino alla scelta di prendere due svincolati a settembre
Francesco Balzani
Francesco Balzani Collaboratore 

Performante. Prima dell’arrivo di Ghisolfi questa parola l’avevamo sentita forse un paio di volte, e di sicuro non in francese. In occasione magari di una visita al concessionario di Crossover. A quanto sembra però è la preferita del direttore sportivo che  regge mediaticamente sulle sue spalle l’intero peso di una società senza capo né coda, senza però avere potere decisionale sulla scelta del nuovo allenatore. E per senza capo intendiamo che i “capi” non si vedono ormai da due mesi e non sarebbero venuti a Roma per paura di fischi e crollo del consenso.  Ora proprio la posizione di Ghisolfi sarebbe a forte rischio. Ma torniamo alla parola performante che significa “Capace di fornire una prestazione o di ottenere risultati eccellenti”. Ecco, evitiamola per favore. Non evitiamo invece di puntare il dito anche sullo stesso Ghisolfi incapace con 110 milioni e passa di formare una squadra che solo si avvicini non tanto al “performante”, ma al minimamente convincente. E incapace per ora di tenere un'intervista in italiano, eppure sono passati 5 mesi dal suo sbarco

Il caso Le Fée e il buco sulla fascia

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. Alla Roma manca totalmente la fascia destra, nessuno in serie A ha una così scarsa possibilità di scelta. Era prendibile Bellanova, bastava dirottare quei 23 milioni dal normalissmo Le Fée al terzino che a Roma manca da una vita. E invece no, il capriccio era Enzo da Lorient. Chi se ne frega se in rosa c’era già Edoardo Bove. A sinistra non è che la situazione sia migliore. Angelino, che era la riserva di Spinazzola, diventa titolare ma sulla fascia non viene praticamente mai impiegato. Così la Roma si ritrova Zalewski, lasciamo perdere. Ma l’errore più grave di Ghisolfi è stato non saper adattare un mercato da oltre 100 milioni al modulo che voleva De Rossi. Così a fine agosto si è passati al dover completare una squadra con la difesa a tre. Il caso Danso ha messo i bastoni tra le ruote, ma un grande club sa trovare subito un’alternativa (vedi proprio l’Atalanta con Pubill e Bellanova). Invece si è andati al mercato svincolati dove Hermoso e Hummels rappresentano sì due ottimi nomi, ma reduci da un’estate passata in spiaggia e non su un campo da allenamento. Errore da principiante, gli svincolati vanno presi entro i primi di luglio. Passiamo all’attacco.

 

Soulé-Dybala, equivoci e fallimenti

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Trenta milioni per Matias Soulé si possono anche spendere, ma solo se rappresenta la spesa per un gioiello in più da mettere in un portagioie già pieno. Come era stato Cassano nel 2001 insomma. Invece quei soldi sono poi mancati per prendere un’esterno alto (alla Riquelme) o per portare un vice Dovbyk all’altezza di una squadra “performante”. In tutto ciò Soulé è solo una riserva perché in quel ruolo è rimasto Dybala (che la Roma ha provato a svendere prima di limitarlo per la questione rinnovo) e c’era pure Baldanzi oltre a Pisilli. Poca lungimiranza, poca esperienza. Ma l'errore è ancora una volta tutto dei Friedkin, incapaci di non stupire. Invece di andare su nomi italiani più adatti alla ricostruzione di una rosa, si è scelto di nuovo un nome straniero con l'algoritmo. E ora l'errore potrebbe ripetersi sull'allenatore. Non c'è fine all'autolesionismo.