Hossem Aouar è a un passo dalla Roma e lascerà il Lione dopo 14 anni passati tra giovanili e prima squadra. Sul mancato rinnovo del centrocampista col club francese e sulle poche presenze nel 2023 aleggiano diverse voci. E non tanto relativi ai recenti infortuni (di poco conto). Diversi media francesi e algerini hanno riportato la tesi secondo la quale Aouar sarebbe stato accusato dalla dirigenza del Lione per motivi extra-campo legati al suo credo religioso. Il centrocampista sarebbe stato sospettato di "radicalizzazione" verso l'Islam. Tre gli indizi: la barba lunga, il passaggio alla Nazionale algerina dopo aver militato in quella francese e un recente pellegrinaggio alla Mecca mal digerito dal club.
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Aouar, la presunta radicalizzazione con l’Islam e la nuova nazionale
Secondo il giornalista francese Romain Molina, la pratica religiosa del centrocampista avrebbe creato dissapori all'interno del Lione. Il giornalista - che tratta di argomenti legati all'Islam anche per il The Guardian e la Cnn - parla in un reportage datato 28 gennaio di "paranoia" di alcuni dirigenti e del famoso aneddoto legato proprio al viaggio a la Mecca di Aouar. Ogni fedele religioso musulmano, però, ha in programma nel corso della sua vita il viaggio al Cubo della Mecca e dunque non può essere ridotto a questo il “sintomo” di una radicalizzazione estrema e fondamentalista del centrocampista Aouar. Inoltre a seguito del reportage del giornalista sia i compagni di squadra che il tecnico Laurent Blanc hanno escluso categoricamente questa ipotesi. Aouar ha vissuto un'infanzia di umili origini ma ha sempre ammesso di aver "giocato per strada con bambini di diverse nazionalità e credo religiosi, eravamo uniti dal calcio nonostante le differenze". Il resto, forse, sono solo chiacchiere.
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