rassegna stampa

Monchi: “Colpa mia se la Roma è indietro. Devo fare meglio”

Il ds giallorosso si prende le proprie responsabilità, ma attende una reazione dalla squadra

Redazione

In occasione della presentazione di Jonathan Silva, il ds giallorosso Monchi ha colto la palla al balzo per spiegare le difficoltà della Roma: "Abbiamo fatto il mercato di cui la società aveva bisognoSicuramente si poteva far meglio, ma era la li­nea che dovevamo avere. Certo, sono convinto che devo miglio­rare. Nessuno può essere con­tento del 5° posto. Non dobbia­mo cercare colpevoli, ma trovare soluzioni. Il primo responsabile sono io, che ho costruito la ro­sa". Sembra lontano l’entusiasmo del giorno della presenta­zione, quando Monchi diceva: "Qui non c’è scritto “si vende”, c’è scritto “si vince". "È vero – ammette – ma un d.s. talvolta deve dire qualcosa per protegge­re la società. Credo comunque che guardare indietro non mi aiuti. Devo lavorare per costrui­re una Roma più vicina a quello che i tifosi vogliono. Oggi siamo distanti, è il momento di stare zitti e lavorare di più. È il mo­mento di mettere sul tavolo quello che abbiamo dentro e di capire che i tifosi sono arrabbia­ti. Questa società oggi ha un li­vello strutturale molto impor­tante; dobbiamo esserlo anche a livello sportivo. Non cerco alibi e mi assumo le responsabilità, ma il lavoro di un d.s. non è solo il lavoro del presente. Sarebbe più facile pensare solo a me, ma per un direttore per prima cosa c’è la Roma, per seconda c’è la Roma e dopo se stessi. Ogni stagione si impara. Io 6­7 anni fa ho impara­to che quando uno fa un acqui­sto, e questo acquisto non va be­ne, la cosa migliore è fermarsi. Così ho fatto con Moreno, al quale sarebbe stato più facile di­re “continua’. Ma credo non sia andato bene, dobbiamo riconoscerlo".

A fare gola, ai cronisti, però, è l’incontro in­ formale con i massimi dirigenti del club che, al netto di qualche curiosità (il 29 gennaio è stata respinta un’ottima offerta per El Shaarawy), è ruotata anche in­ torno alle ragioni di bilancio. In sintesi: la Roma, al momento, costa più di quanto ricava. E allo­ra: o si abbattono i costi di ge­stione (che per l’80% riguardano gli ingaggi) e si limita la compe­titività, oppure si tengono alti, recuperando il dislivello attra­verso le plusvalenze ottenute con le cessioni, che per quasi tut­ti i club (escluse le eccellenze) è la prima forma di finanziamen­to. Poi, te­nendo conto che Pallotta, anche volendo, non po­trebbe iniettare denaro fresco, anche l’arrivo di un main sponsor sarà importante.

A Monchi, però, giu­stamente importa della squa­dra. "I calciatori che abbiamo preso cominceranno a giustificare i loro acquisti. Per me que­sta squadra ha tanta qualità, ec­co perché sono sorpreso dal ren­dimento attuale". E l’allenato­re? "Non è un tema". Come dire: si va avanti con lui. Il sottotitolo è per i giocatori: svegliatevi.

(M. Cecchini - D. Stoppini)