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Viaggio nell’inferno di De Rossi: da Napoli al Napoli, il suo girone da 430′

LaPresse

Dal 28 ottobre scorso ha giocato in totale poco meno di cinque partite: a Oporto ha chiesto ai compagni di fargli disputare un’altra gara di Champions, Ranieri lo aspetta

Marco Prestisimone

“Nessun maggior dolor che ricordarsi del tempo felice ne la miseria”. Se Dante Alighieri fosse nato qualche anno dopo e qualche chilometro più a sud, certamente avrebbe aggiunto un cerchio dell’inferno tutto romanista. Quello per De Rossi, che dall’andata al San Paolo contro il Napoli ha iniziato il suo girone infernale tra infortuni e pensieri cattivi, e per la prima volta concreti, sul suo futuro. Perché vai a raccontare che l’idea del ritiro non c’è mai stata: uscire dal limbo dagli acciacchi ora è più complicato e lo è ancor di più quando sono prima la cartilagine e poi i muscoli a non darti tregua: dall’1-1 col Napoli del 28 ottobre scorso ha giocato poco più di 430’, neanche cinque partite.

AGONIA – “Fate giocare un’altra partita in Champions a questo vecchietto”, ha detto ai compagni all’intervallo della partita col Porto, che poi è stata anche la sua ultima apparizione. Cercava di stargli vicino da fuori, come è stato costretto a fare troppe volte in stagione. La sua presenza è fondamentale e lo è stata a maggior ragione quest’anno: lo sa bene Di Francesco, che lo portò in panchina contro il Genoa anche se a malapena riusciva a calciare e che più di una volta l’ha voluto in campo come suo naturale prolungamento. Lo sa anche Ranieri, che lo stesso De Rossi ha approvato dopo l’esonero di Eusebio ma che non è mai neanche riuscito a vederlo in gruppo con i compagni. Non ne avrebbe bisogno, perché ne conosce a memoria le doti così come i punti deboli. In una Roma in disperata ricerca di personalità, è lui il vero pezzo da novanta che Ranieri aveva invocato già nella prima conferenza.

RINCORSA – Dall’infortunio sono passati quasi venti giorni: il primo bollettino parlava di rientro dopo la sosta, ma la sensazione è che i tifosi dovranno aspettare ancora un po’.  Per ora si divide tra palestra e campo, Ranieri lo aspetta e ha in mente lui e Pellegrini in mezzo al campo, visto che Nzonzi e Cristante lo hanno deluso tatticamente quanto caratterialmente. La rincorsa disperata al quarto posto ha bisogno di romanità e quella richiesta nella pancia del do Dragao non può restare inascoltata.