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Spalletti, guarda chi si rivede. L’amico Montella vuole il sorpasso

La corsa per lo Scudetto giallorosso passa dalla sfida con il Milan. Sulle panchine due allenatori dai destini intrecciati

Valerio Salviani

Spalletti e Montella, Montella e Spalletti. Destini incrociati, storie di calcio che s'inseguono, nel segno della Roma, ma non solo. Lunedì si ritroveranno da avversari, per la seconda volta da quando Vincenzo è allenatore, dopo il Roma-Samp dello scorso campionato. Con il suo Milan sta stupendo oltre ogni più rosea aspettativa e dopo aver battuto la Juve, lunedì riproverà il colpaccio con la Roma,la sua Roma. La prima squadra brava a capire e credere nelle sue doti d'allenatore, ma non altrettanto brava a trattenerlo. Erano tempi incerti a Trigoria quando Vincenzo prese il timone. L'era Sensi era al tramonto e si stava entrando in quella attuale, con molti dubbi e pochissime certezze. La “rivoluzione culturale” ha fatto salire anche lui sull'altare dei sacrificati.

NEL SEGNO DI SPALLETTI - La vita da allenatore di Montella è iniziata alla guida dei Giovanissimi della Roma. Era il gruppo dei '95, tra i quali spiccava un certo Alessio Romagnoli, ora pilastro della sua difesa rossonera. Nessuna prova del fuoco prima dell'esordio in Prima squadra. L'amicizia di Vincenzo con molti dei protagonisti di quella Roma non fu un problema. La crisi giallorossa richiedeva una soluzione rapida ed efficace: il 4-2-3-1 che solo poco tempo prima faceva volare i giallorossi quando a guidarli c'era proprio Spalletti. Pizarro, ai ferri corti con Ranieri, tornò protagonista come con il tecnico toscano, Borriello andò in panchina per far spazio a Totti, da falso nueve a guidare l'attacco come quando vinse la Scarpa d'Oro. “Roma tieni Montella, diventerà un grande”, diceva Spalletti mentre l'Aeroplanino provava a spiccare il volo con il modulo del suo ex allenatore e amico. Prima dell'addio, la gioia di un derby vinto. Non poteva mancare.

VECCHI AMICI - “Con Spalletti siamo colleghi ma anche amici. Conosciamo pregi e difetti l'uno dell'altro”. Parlava così Vincenzo alla vigilia di quel Roma-Samp vinto lo scorso febbraio dai giallorossi, con il brivido finale per la traversa di Cassani. Colleghi ora, ma anche in passato, quando un giovane Montella iniziava nell'Empoli, in C1, la carriera da calciatore professionista. In squadra c'era un medianaccio carismatico a fine carriera di nome Luciano, che 2 anni più tardi sarebbe diventato il suo allenatore. Ben 17 gol in 30 partite per l'attaccante di Pomigliano d'Arco sotto la sua guida, lo lanciano nel calcio che conta, più precisamente nel Genoa. Qualche anno più tardi i due si rincontreranno proprio nel capoluogo ligure, ma sulla sponda blucerchiata. L'esperienza non sarà positiva: le 12 reti di Montella non eviteranno una triste retrocessione. Da quel fallimento, all'approdo in giallorosso passeranno diversi anni. Montella, ormai da tempo idolo della tifoseria romanista, è li ad aspettarlo ma l'Aeroplanino è alla fine del viaggio e la cessione (al Fulham), dopo qualche ruggine, sarà inevitabile.

Lunedì si ritroveranno ancora, in una partita che avrebbero potuto giocare a panchine invertite. Spalletti è stato più volte vicino ai rossoneri mentre un ritorno di Montella nella capitale è stato (e sarà) più che una semplice fantasia. Per ora le loro squadre se li godono e si preparano ad una sfida, che sa di scudetto.