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Spalletti: “Non siamo stanchi. Futuro? Se la società mi chiede una risposta io la do” – VIDEO – AUDIO – GALLERY

Il tecnico giallorosso aggiunge: "In Coppa Italia abbiamo il 30% di chance di passare, ma dobbiamo andare oltre il derby"

Redazione

Dopo il ko nel derby di mercoledì, la Roma deve fronteggiare un altro avversario temibile come il Napoli. Domani alle 15 i giallorossi riceveranno la squadra di Sarri in uno scontro diretto per la Champions League con la chance di allungare ulteriormente sui partenopei già distanti 5 punti. Come di consueto, il tecnico romanista Luciano Spalletti prende la parola nella conferenza stampa della vigilia (il Napoli prosegue invece il silenzio stampa): ecco le sue dichiarazioni, inizio alla 15.

SPALLETTI IN CONFERENZA STAMPA

Ci sono solo Florenzi e Nura che fanno questo percorso di riabilitazione, oggi ci sono tutti. Il dottore prima dell'allenamento chiama quelli che il giorno prima hanno manifestato difficoltà, in base al tipo di allenamento dobbiamo reclutarli dalla Primavera. Bisogna partire in anticipo e quindi fa un'indagine di quelli che non stanno benissimo, ma ci sono tutti anche se ci sarà da valutare dei dettagli che comportano una partita di questo livello.

Come si riparte dopo un derby perso 2-0?

Si riparte. Si apre un mondo, si apre la possibilità di tirare in ballo quello che è stato il nostro percorso per arrivare qui. Da quando faccio questo lavoro ho perso circa 200 partite, ho preso 700-800 gol. Noi da quando siamo qui abbiamo giocato circa 60 partite e ne abbiamo perse 11, abbiamo preso tanti gol. Ogni volta che ho perso partite ho avuto qualcosa da dire e i giocatori hanno avuto qualcosa da fare. Su queste 60 partite ci sono 27 gare in cui abbiamo fatto almeno 3 gol. Domani e poi nella prossima partita che è il derby, io avrò qualcosa da dire e la squadra avrà qualcosa da fare. Probabilmente non sarà facile, ma sicuramente non sarà impossibile.

Che partita può venire fuori domani?

E’ una partita difficile per troppi motivi, delicata, dove ci vorrà tantissima attenzione, tantissima forza e tantissima qualità. Penso di poter dire la stessa cosa di loro, anche se io penso di aver già detto tutto del Napoli e di Sarri quindi non domandatemelo. Io e Sarri abbiamo vissuto nella stessa terra quindi sappiamo quando dobbiamo mandarci messaggi e quando dobbiamo pensare al nostro orticello. Ora è il momento di pensare a casa nostra. Mi sembra corretto dire che anche il Napoli è una squadra matura, i nostri calciatori ci hanno costretti a definirli maturi, per cui domani ci vorrà tutta la maturità guadagnata in questo percorso e mi aspetto quelle prese di posizione e quelle scelte dei momenti della partita dove ci vorrà il soffrire e il saper difendere in maniera ordinata, riuscire a capire quando è il momento giusto per spingere e andare al dil là delle reali possibilità del momento. E’ vero che le partite sono ravvicinate e che portano via energie, ma noi non siamo stanchi per cui dobbiamo andare a giocare questa partita con le stesse possibilità che ha il Napoli, anche se ha riposato un giorno in più. Non vogliamo fare compassione a nessuno, non ci garba fare compassione agli altri. Quindi giochiamo la partita ad armi pari contro una squadra forte che verrà a giocarla con le nostre intenzioni. Poi da ultimo si fanno altre considerazioni.

Possono tornare utili due giocatori come Perotti ed El Ehaarawy?

Non siamo stanchi e siamo pronti, lo possiamo aggiungere perché ci sta anche bene vicino. Sapevamo di questo periodo e sapevamo di avere queste partite. Poi è chiaro che quelli che sono obblighi, rapporti, possibilità, un giorno in più o in meno. C’era questo pacchetto di gare da fare e questo pacchetto può comportare che si possa cambiare qualche calciatore e probabilmente sarà così anche domani. Mettiamo la squadra in condizione di fare la partita e di fare un buon spettacolo così come ha sempre fatto, così come ha fatto nel derby. L’ho rivista bene la partita, tutta questa differenza che si è voluto far venire fuori alla fine... E' vero che il risultato ci penalizza in maniera importante e loro sono avvantaggiati per il ritorno con una percentuale molto più alta, ma noi la partita l’abbiamo fatta e per lunghi tratti anche molto bene. Ci sarà da correggere qualcosa che faremo per la partita di ritorno.

Di fronte i migliori attacchi della Serie A. In quale fattore la Roma è più forte del Napoli?

Non c’è. Quando ci sono due squadre forti così con calciatori di questo livello, è difficile dire 'siamo assolutamente più forti in questo'. Anche se abbiamo un leggero vantaggio, ma nella scelta del momento può essere annullato e l’altro può prepararsi prima a quello che succede. A volte nella partita anche se hai più qualità magari l’altro si prepara per quella situazione o è più pronto. Siamo due squadre forti, altrimenti non potremmo essere qui e portare avanti questi numeri dall’anno scorso. Io valuto il confronto dei periodo in cui io sono qui. Sono due squadre di cui la società, i dirigenti, gli allenatori, i tifosi possono andare orgogliosi perché si vede che c’è un lavoro professionale e una serietà di comportamento e di presa di coscienza, di attaccamento, di identificazione ai colori. Non ci sono grossi vantaggi dove possiamo spingere perché 'questa è la strada'. Ci sono delle cose che sappiamo fare ma dove gli altri sanno sicuramente comportarsi.

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Sugli episodi di razzismo nel derby a Ruediger.

Per arrivare alla pari con il calcio europeo, andando in giro a vederlo e quelle che sono le scelte in giro per il mondo soprattutto che riguardano il tentativo di annullare il razzismo dal calcio, perché si fanno pubblicità tutti i minuti, ci vuole un percorso di decisioni etiche. Vedere questi risultati senza nessun significato dal punto di vista di presa di posizione secondo me non aiuta e ci fa rimanere distanti dal calcio europeo. Non vedo nessun significato educativo in queste prese di posizione. Bisogna essere ben decisi come all'estero ed attaccare chiunque evidenzi questo problema, perché un problema delle persone in generale essere razzisti. Te la posso allargare. Avevo un amico carissimo in Toscana molto conosciuto nel mondo del calcio. Si chiamava 'il raro', che è non vedente. Aveva degli occhi azzurri importanti ma era cieco. Lo conoscono tutti, lo ha portato spesso negli ambienti di calcio Montella, così come Antognoni, probabilmente lo conosce anche Francesco. Quando aveva qualcuno davanti spalancava gli occhi come se ti guardasse e invece era un invito a dire' chi sei?', 'fatti conoscere come sei'. I razzisti dovrebbero vivere da ‘raro' e potrebbero così considerare le persone per come sono fatte interiormente e per il loro cuore, anziché valutarle per il colore della pelle.

Cosa è successo da Milano al derby?

Io l’ho spiegato. Forse l’ho spiegato male, spero che i miei calciatori l’abbiamo capito meglio. Avevamo il pallino in mano del match e abbiamo fatto molto bene. Poi però bisogna andare a giocare nel traffico della trequarti avversaria. E lì diventa pericoloso: se ci vai a giocare essendo distante da quei due che loro avevano per le ripartenze, Felipe Anderson e Immobile... Contro questi, con le loro capacità di ribaltare l'azione in un campo abbastanza largo, devi essere bravo ad avere delle distanze corrette. Quando gli viene trasferita palla dopo un recupero, passa poco tempo, se sei a 10 metri non si fa in tempo a recuperare.  All’inizio lo abbiamo fatto bene, poi meno e loro hanno attaccato gli spazi. Sono stati bravi a prendere il vantaggio, poi però non sfruttavamo gli episodi importanti che ci siamo creati e loro poi hanno ribadito vincendo il duello fisico e di velocità portando il risultato della partita al sicuro. Da ultimo abbiamo fatto un forcing dove potevamo perdere equilibrio ma non abbiamo rischiato molto. Ne abbiamo parlato, siamo stati d’accordo sull’analisi e ora dobbiamo pensare a quella successiva di partita. Non possiamo modificare quello che è successo, ma dare seguito a quello che è stato il comportamento in generale che ci ha portato a fare queste analisi sulle poche partite perse. Dobbiamo dare continuità alle partite, a quanto fatto come numeri, come classifica importante. Dobbiamo fare tesoro di questi errori ma dobbiamo andare oltre. Siamo proiettati verso il discorso futuro in generale che avevamo preso di mira all’inizio del nostro percorso.

Ha la paura di non poter dare seguito a questa ossessione per la vittoria e di mancare gli obiettivi?

Questa paura c’è sempre. Prima della partite non sappiamo il risultato. Mi avessero detto all’inizio che sarei stato a questo punto, magari mi sarei giocato la possibilità di andare oltre, ma mi sembra rispettoso il conseguimento di questi risultati di questi ragazzi. La Juve sta facendo un percorso miracoloso, è uno squadrone. I numeri che stiamo portando avanti noi sono quelli della Juve l’anno scorso. La parola paura poi stride molto, mi dà proprio fastidio. Anzi mi stimola sempre un confronto. Perché vuoi farmi paura? Vediamo se sei così brutto e cattivo da farmi paura!

Anche la Coppa Italia è più complicata ora.

Loro hanno il 70%, noi il 30. Loro hanno festeggiato, noi no. Fa parte dei giochi, loro hanno mandato messaggi su tutti i telefoni, anche sul mio telefono hanno mandato sfottò. Molti sono vintage ma è pieno. Il proprietario di casa mia è uno di quelli che mi ha detto di tutto, mi ha messo la cosina alla porta di casa. Io non l’ho fatto a lui quando è successo al contrario, ma va bene. Anzi, posso aggiungere che sono tanti ed è giusto ma quello che non era mai capitato è che sono venuti a fine primo tempo. Noi portiamo avanti i nostri numeri per tentare di dire qualcosa, considerando la differenza sostanziale con chi abbiamo davanti. Io avrò comunque qualcosa da dire e i miei giocatori avranno qualcosa da fare.

Luis Enrique ha detto che andrà via a fine stagione dal Barcellona. Tempistiche sbagliate?

Probabilmente a note è messo peggio di me, quante note gli avete fatto? Neanche una? Io non lo so quella che è la considerazione di questa possibilità di discorsi fatta qui o lì, potrebbe essere differente una cosa detta a Barcellona e una detta a Roma. Può essere una differenza? Noi siamo più bravi a trovare da discutere. La cosa più corretta è dirlo alla società, ci vuole un accordo prima. Lì magari è così. Qui no, ci siete voi, ci sono cacciatori di teste che portano frequentatori al mondo del calcio, disquisizioni sul mondo del calcio. Questi cacciatori sono le radio, portano movimento di frequentatori, beneficio, contributo. C’è passionalità dialettica nel parlare di calcio, portano valore, numero, sostanza, beneficio. Tutti ne parlano in maniera diversa, ma poi allo stesso tempo aprono dibattiti di 24 ore, a volte fanno gli straordinari arrivando a 26 ore al giorno. A cercare l’aggettivo giusto si va a percorrere strade che non hanno significato per come sono state dette le cose. Qui sarebbe giusto dirlo alla società, se la società mi chiama io la do una risposta.

Dzeko sta giocando sempre, si cambierà qualcosa?

A Milano ha giocato una grande partita, l’altra sera è stato sottotono. Per dire che è stanco ci vogliono 3 partite, altrimenti è una partita sbagliata e può succedere. A uno che con il suo valore assoluto ne fa 2-3 in un certo modo gli può essere abbinata un po’ di stanchezza. Dobbiamo fare come abbiamo sempre fatto con tutti, avere numeri che danno delle valutazioni, ci vogliono i professionisti che sono a fare queste elaborazioni di dati, poi un po’ d’occhio che è la cosa più diretta e pratica per trovare soluzioni.