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Roma, aumentano le scrivanie. Ecco il segretario generale: ruolo e mansioni

Nuovo casella nel front-office dirigenziale giallorosso. In attesa di scoprire a chi toccherà, andiamo a vedere nello specifico chi è e cosa fa il segretario generale di una squadra di calcio

Valerio Salviani

Un innesto l’anno, anche dietro le scrivanie. Continua il processo di crescita dellaRoma, che è pronta ad ampliare il proprio team dirigenziale con una nuova figura che darà al club un profilo, se possibile, ancora più professionale ed organizzato. Si tratta del segretario generale, casella rimasta vuota nel corso degli anni, ma di grande importanza in una società che ambisce ad essere al top in Europa. Così dopo gli arrivi dell’amministratore delegato Gandini nel 2016, e del direttore sportivo Monchi nel 2017, i giallorossi sono pronti ad aprire le porte di Trigoria ad una figura che sposterà di nuovo gli equilibri nel front-office romanista.

MANAGER TUTTOFARE – In una scala sociale ideale della dirigenza, il segretario generale si pone tra il presidente e le varie direzioni (tecnica e sportiva). Nella Roma verrebbe subito dopo il presidente Pallotta (anche se nello specifico l'ad mantiene una posizione superiore), questo a sottolineare la grande importanza di questo ruolo. Il nuovo arrivato sarà l’anello di congiunzione fondamentale tra presidenza e dirigenza, nonché il punto di raccordo dei rami della dirigenza stessa. Una sorta di burattinaio invisibile, che avrà il compito fondamentale di gestire e risolvere ogni incombenza e/o problema che transiterà dal centro sportivo. Il prescelto dovrà quindi avere un grande profilo internazionale e professionale, visto che sarà colui che gestirà sia i rapporti interni al club, sia quelli esterni con la Lega, l’Uefa e con gli altri club. Un passo avanti incredibile, se si ripensa ai primi anni dell’era americana, o direttamente ai primissimi passi della nuova società, durante i quali gran parte di queste mansioni erano affidate a Sabatini, inizialmente unico dirigente operativo, poi affiancato dal solo Baldini in un primo momento, e da Fenucci in seguito. Un lavoro che richiede una dedizione giornaliera: il segretario generale organizza day-by-day le attività della società, annotando e registrando i movimenti di ogni dirigente. Cura i rapporti con ognuna delle singole entità che girano attorno alla squadra, a partire dalla carica più alta, finendo ai genitori dei ragazzi che giocano nei settori giovanili. E’ la persona a cui per definizione spettano mille incombenze affinché la società funzioni al meglio. Meglio dunque che si tratti di una persona che conosce già Trigoria e che abbia un passato importante alle spalle.

SG NELLA STORIA – La figura del segretario generale ricopre un ruolo decisivo, non solo nel calcio. Ovviamente, in ambito sportivo, la figura del “secretary” non poteva che nascere con i padri fondatori in Inghilterra. Dal 1860 fino al 1930 è stato il responsabile di tutto ciò che oggi svolge lo staff tecnico. La sua figura è stata poi sostituita dal più moderno manager. Anche in politica però il segretario generale ha la sua fetta della torta. Nei ministeri, ad esempio, è la figura alla quale è affidato il coordinamento dell’azione amministrativa e risponde direttamente al Ministro. Il primo caso in politica risale al 1922, quando Stalin divenne segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, gestendo la distribuzione degli incarichi nel partito.

SARA’ MASSARA? - Secondo gli ultimi rumors il ruolo potrebbe essere affidato a Frederic Massara. Con Sabatini fermo ai box dopo il divorzio con dall’Inter e dal gruppo Suning, il suo “delfino” sarebbe libero di tornare a Trigoria, dove aveva lavorato magnificamente anche dopo l’arrivo di Monchi. E potrebbe essere una figura importante proprio per il ds spagnolo, con la fitta rete di contatti in Italia e Francia, sviluppata nei tanti anni di lavoro grazie anche al suo profilo internazionale (parla perfettamente 4 lingue). Inoltre, già in passato a Trigoria ha svolto più volte il ruolo di “Mr. Wolf”, gestendo contrasti e dissidi interni che avevano spesso come protagonista il suo mentore. Insomma, l’uomo giusto al posto giusto.