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Robin Olsen, un gigante svedese a difesa dei pali della Roma

Occhi di ghiaccio ed esperienza: Monchi ha scelto lui per il dopo Alisson. Reattivo e con buoni riflessi, il suo punto debole è il gioco con i piedi

Luca Benincasa Stagni

Dalle calde spiagge di Rio al freddo del mar Baltico. La Roma cambia completamente la geografia della propria porta e dopo Alisson sceglie Robin Olsen per difendere i suoi pali. Protagonista insieme con tutta la Svezia ai Mondiali di Russia, Monchi ha deciso di puntare su un profilo esperto dopo l'addio del fuoriclasse brasiliano. Un'operazione da circa 11 milioni, che consente al ds di portare a casa un estremo difensore affidabile e risparmiare budget per i colpi a centrocampo e in attacco.

MANI BUONE, PIEDI MENO - In 224 partite tra club e nazionale Olsen ha subito 212 reti. Una media che non fa sognare, ma vanno anche sottolineati i 95 clean sheet (quasi 1 ogni 2 partite) collezionati a suon di parate, alcune di queste determinanti. Un esempio? Chiedetelo all'Italia di Ventura. Occhi freddi come il ghiaccio e 198 centimetri made in Svezia, Olsen è un vero gigante della porta. Nonostante l'altezza, scende a terra velocemente ed è dotato di una reattività e di riflessi che non hanno nulla da invidiare a quelli di Alisson. E' molto bravo anche negli uno contro uno e nelle uscite alte. A differenza del brasiliano, non sempre dimostra un grande senso della posizione, ma grazie alla sue lunghe leve e ad una buona forza esplosiva riesce a recuperare con i tuffi. Il vero punto di diversità sono i piedi. Alisson ci aveva abituato a lanci al millimetro. Olsen questa dote non ce l'ha e Savorani dovrà lavorare molto sotto questo punto di vista.

LA CARRIERA - Nato e cresciuto calcisticamente nel Malmö, la squadra della sua città, Olsen fa il suo esordio in Allsvenskan (la serie A svedese) il primo ottobre 2012, a 22 anni. La prima partita l'aveva giocata due mesi prima, nella coppa nazionale. Dopo un'annata da vice di Dahlin, dal 2014 gioca quasi sempre lui e si laurea campione di Svezia da protagonista, vincendo anche la coppa e ripetendo l'identica doppietta già conquistata l'anno prima. Nel giugno 2015, dopo aver anche esordito in Champions (29 presenze in tutto) e con la nazionale, lascia il Malmö e passa al PAOK Salonicco. I greci, però, a gennaio lo girano in prestito al Copenhagen. In Danimarca convince tutti e viene riscattato per 750mila euro. Con i Leoni vince coppa e campionato nel 2017, mentre quest'anno in Superligaen non è andato oltre il quarto posto. Si è rifatto con il Mondiale, dove ha sfiorato con tutta la Svezia una semifinale storica.