news as roma

Nzonzi: “Sono un pessimo perdente, ma la gente pensa che non me ne freghi niente”

LaPresse

Il francese si è raccontato in un'intervista in patria: "È stato difficile giocare a calcio da giovane con questo fisico. In Inghilterra i compagni mi deridevano per questo. Firmare autografi mi innervosisce"

Redazione

È stato il grande colpo di Monchi per la campagna estiva di mercato, un giocatore di caratura internazionale fresco campione del mondo con la Francia. Steven Nzonzi ha portato in giallorosso calma ed esperienza, partendo in sordina ma conquistandosi il posto a centrocampo, un po' per necessità e un po' per merito. L'ex Siviglia si è raccontato in un'intervista a So Foot, partendo dai primi passi nel mondo del calcio, quando era nominato 'Snoop Dogg' e il suo fisico non lo aiutava: "Ah, il fisico... I difensori mi fermavano sempre sulla corsa. E io facevo sempre parte di quel gruppo che venivano fermati a quel punto, non ero al loro livello sotto quel punto di vista. Non era facile essere alto e magro a quell'età. Ma sono davvero un pessimo perdente, non mi è mai piaciuto perdere, però a causa del mio linguaggio del corpo le persone credono che non mi importi".

Dal provino andato male col PSG, Nzonzi è poi approdato in Premier: "Quando sono arrivato al Blackburn, quando mi hanno visto per la prima volta alcuni giocatori mi hanno detto: 'Non giocherà mai!' Il primo anno andava tutto più veloce per me, che venivo dall'Amiens. In Inghilterra anche i ragazzi hanno un gran fisico e mettono molta intensità in partita e nei passaggi. Ma la loro mentalità è una cosa a parte... Combattono contro di te un giorno e la mattina seguente vengono lì e ti chiedono: 'Che stai facendo, amico? Stai bene?"

Poi il Siviglia: "Faceva talmente caldo che all'inizio quasi avevo rifiutato il trasferimento. Per giocare a calcio preferivo decisamente la pioggia di Stoke, è più semplice". E alla fine la Coppa del Mondo vinta in Russia con la Francia, che ha permesso a Nzonzi di far aumentare sensibilmente anche la sua popolarità in patria: "Quando mi chiedono gli autografi, ogni tanto mi innervosisce. Ma dopo quello che è successo quest'estate non trovo strano che la gente mi riconosca e che provi a parlare con me. Anche se, in fondo, non mi piace, sono così e questo non cambierà. Non è nel mio stile mostrarmi".