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Mancini: “Roma, per vincere serve la cattiveria. Di Francesco porterà lontano questa squadra”

L'ex giallorosso: "Spero domenica sia una bella partita, sia Inter che Roma hanno le qualità per fare bene. Chi creerà superiorità numerica avrà la meglio"

Redazione

Domenica sera Inter e Roma si sfideranno a San Siro per il big match della seconda giornata di ritorno, fondamentale nella lotta per la Champions League. Per parlare dello scontro diretto il doppio ex Amantino Mancini è intervenuto ai microfoni di Sky Sport: "Speriamo che sia una bella partita, hannoe entrambe giocatori di qualità, ci sono due dei migliori allenatori in Italia. Speriamo sia una partita con bel calcio, anche se entrambe non stanno attraversando un bel periodo. La squadra che creerà superiorità numerica avrà la meglio, sono partite in cui ci sono tante marcature. Tutte e due le squadre hanno qualità e forza per l’uno contro uno".

Come mai la roma non ha più vinto nulla?

Difficile dirlo, ha sempre avuto grandi giocatori ed è sempre mancato qualcosa in più alla fine, magari un po’ di cattiveria, che è mancata anche in queste ultime partite. Se la Roma ha più cattiveria può arrivare lontano.

Se Dzeko parte quando si ridimensiona la Roma?

Di francesco sta facendo bene, ha cambiato tanto. Erano partiti bene e ora stanno facendo fatica.

Come bisogna lavorare su Dzeko?

Di Francesco conosce bene l’ambiente e la Roma, è molto intelligente e preparato per far tornare la Roma al suo livello precedente. Ha qualità, gioca bene e può crescere. Ora è un momento importante del campionato, in questo girone bisogna entrare in forma, questa sosta credo farà bene alla Roma che tornerà a far bene come prima.

Spalletti come lavora con gli attaccanti?

Per me è stato l’allenatore più importante, mi sono trovato meglio che con tutti gli altri. Mi ha insegnato tanto calcio, chiede di fare male nell’uno contro uno e alla punta di attaccare il primo palo. Fa lavorare bene la squadra nel reparto offensivo.

Di Francesco.

L’ho avuto come team manager, è una brava persona e sincera. E' preparato e spero potrà portare la Roma a risultati importanti.

Futuro in panchina?

Sì. Sono tornato in Italia da 4-5 mesi per percorrere questa strada, ho finito il corso che mi ha arricchito. Ma è presto, non voglio bruciare le tappe e voglio partire dal basso. Ho iniziato in Italia perché tatticamente è più forte di tutti anche se è un periodo particolare. Se riesco a imparare aggiugendo la fantasia brasiliana è importante. Fare l’allenatore non è facile, bisogna essere anche psicologi. Spero di riuscirci.