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La nuova vita di Florenzi, capitano a modo suo

LaPresse

Le lacrime per l’addio di Totti, quelle a Oporto e le parole di De Rossi in conferenza: “Il romanismo con lui resta, ma non deve scimmiottare me o Francesco”. Il gol alla Juventus e la corsa sotto la Sud sembrano averlo riabilitato anche...

Marco Prestisimone

Settecentoventotto giorni non sono mai stati così veloci. Quando Totti leggeva la sua lettera il giorno d’addio al calcio, Florenzi con fatica tratteneva le lacrime. Nel mito di Francesco ci era cresciuto e da lui era arrivato anche l’assist per il primo gol in SerieA contro l’Inter. Due anni dopo, ironia del destino, sarà come un déjà-vu: De Rossi saluterà per l’ultima volta i tifosi della Roma all’Olimpico. E da quel momento le cose non saranno più come prima. Neanche per Alessandro, che mai avrebbe immaginato un finale – o un inizio – così.

RINASCITA – Sarà stato il gol contro la Juventus o la corsa terminata con quel salto verso la curva Sud, quasi ad abbracciarli, quasi a tendere la mano per fare pace una volta per tutte. Ma da quel momento sarà necessariamente un altro Florenzi. Il giorno della conferenza congiunta di Fienga e De Rossi era in prima fila e come quel 28 maggio non è riuscito a fermare l’emozione. Nei suoi occhi la fatica di una rinuncia ma anche il richiamo di una nuova responsabilità: “Con lui e Pellegrini in romanismo resta – ha detto De Rossi – ma non devono scimmiottare me o Totti”. Dovrà essere capitano a modo suo, dopo l’ultima da vice contro il Parma. E l’onere e l’onore del ruolo l’ha già assaporato: con il Sassuolo nel tunnel degli spogliatoi ha chiamato per nome uno ad uno i suoi compagni per caricarli. “Grazie per avermi insegnato cosa vuol dire essere capitano”, ha scritto nella lettera social dedicata a De Rossi. Da luglio dovrà metterlo in pratica a meno che il nuovo allenatore non decida - davvero - di rivoluzionare tutto con un nuovo capitano. Ma né lui né la società se lo aspettano.

RIABILITAZIONE – Era quest’estate quando a Latina i tifosi gli cantavano “trenta denari” e “togliti la fascia”. Poi ancora i fischi dell’Olimpico durante la stagione, il fallo da rigore decisivo a Oporto negli ottavi di Champions e il pianto a fine partita. Florenzi si è rintanato negli amici di sempre e nella famiglia: dopo Penelope la moglie Ilenia le ha regalato anche Sveva, che a giugno compirà un anno, e in loro ha sempre ritrovato la forza di reagire. Dal prossimo anno sarà ancor di più in prima fila e stavolta con il compito di guidare una squadra chiamata a rinascere. Ma a questo lui è abituato e sa come si fa.