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Il potere, l’alleanza con Trump e lo scandalo Khashoggi: ecco Bin Salman, il principe che voleva la Roma

Considerato da Forbes l'ottavo uomo più potente al mondo, ha provato a comprare i giallorossi ricevendo il no di Pallotta. Ma la sua scalata all'Occidente potrebbe continuare

Valerio Salviani

"Le notti d'Oriente, non farti abbagliar, ti potresti bruciar di passione anche tu". James Pallotta non si è fatto sedurre, né abbagliare dal vento d'Oriente, e alla proposta del principe saudita Bin Salman, che ha provato a comprare la Roma, ha detto no. Per il presidente americano la cessione del club è fuori discussione al momento, così l'erede al trono dell'Arabia Saudita ha dovuto fare marcia indietro. Ma chi è questo giovane sultano che avrebbe voluto comprare i giallorossi?

PROFILOMoḥammad bin Salmān Āl Saʿūd, nato il 31 agosto 1985, è un politico saudita, membro della famiglia reale Al Saʿūd dall'attuale re Salman, di cui principe ereditario, primo in linea di successione. E' il più giovane ministro della Difesa al mondo, ed è anche presidente per gli Affari Economici e di Sviluppo. E' laureato in Giurisprudenza all'Università Re Saʿūd. Prima di arrivare ad essere il braccio destro di suo padre, ha lavorato diversi anni nel settore privato. E' sposato dal 2008 con la cugina (figlia del fratellastro di suo padre) con cui ha avuto 4 figli. Secondo Forbes è l'ottavo uomo più potente al mondo.

PASSIONE OCCIDENTALE - Bin Salman è considerato il millenial più potente al mondo. In pochi anni ha scalato la montagna del potere, prendendosi l'Arabia Saudita. Con il suo "Vision 2030", il progetto economico presentato dal Consiglio a cui fa capo, ha teorizzato l'indipendenza dall'economia del petrolio e dalle rigidità culturali. L'idea di comprare una squadra di calcio europea si sposa con la sua visione occidentale del mondo. Nel 2018 ha riaperto i cinema dopo 35 anni di proibizionismo. Lo scorso anno ha diretto una retata anti-corruzione che ha portato all'arresto di 200 aristocratici, ministri e ex ministri. Un colpo con cui ha lanciato al mondo un segnale di forza, che ricorda le strategie messe in atto di Vladimir Putin. Il suo arrivo alla Roma non sarebbe stato preso benissimo dal Main Sponsor Qatar Airways. Il principe ha infatti messo sotto embargo il Qatar, perché sospettato di alimentare il terrorismo sunnita.

SCANDALO - Dopo l'omicidio del giornalista Jamal Khashoggi (non in ottimi rapporti con Bin Salman) un membro del team saudita inviato nel consolato di Riad a Istanbul telefonò a un suo superiore comunicandogli di "dire al tuo capo" che la missione è stata portata a termine: secondo il New York Times il "capo" in questione sarebbe stato proprio il principe saudita Mohammed bin Salman, che ha negato ogni coinvolgimento. Un evento che non ha minato il rapporto diretto con gli Stati Uniti, che continuano a restare al fianco dell'Arabia Saudita, legati da numerosi interessi economici e militari.