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Ecco lo Shakhtar di Zorro Fonseca e Bernard: duello Champions ai confini dell’Europa

Il 4-2-3-1 storico non è cambiato. Talenti sudamericani e gioco divertente per una squadra che concede ma crea anche tanto. Il dopo Lucescu sorride ancora

Valerio Salviani

Per la legge dei grandi numeri, non poteva andare diversamente. Questa volta al bivio tra il sorteggio della morte e quello comodo, la Roma pesca bene. Dalle mani di Xabi Alonso arriva lo Shakhtar Donetsk, qualificato agli ottavi dopo aver eliminato il Napoli. L'occasione per il riscatto, dopo la durissima eliminazione del 2011, ma soprattutto la possibilità concreta di portare avanti il sogno europeo.

LO SHAKHTAR DI FONSECA - I campioni d'Ucraina sono i sopravvissuti di un girone che, come per la Roma, li vedeva spacciati. Il segreto di Pulcinella è la solita base fatta di sudamericani di talento, misti al meglio che il paese ha da offrire. A ciò va aggiunto il fattore casa: il Metalist Stadium, situato a Kharkiv, al confine con la Russia, è un vero e proprio fortino. Neanche il Manchester City di Guardiola (seppur con il primo posto del girone in tasca), è uscito indenne. La solita storia che si ripete da anni e che mostra gli ucraini come una finta Cenerentola, che nel confronto diretto è sempre meglio prendere con le molle. Chiedere al Napoli di Sarri, che ha pagato a caro prezzo la sconfitta nel match d'andata, che gli è costato la qualificazione. Ad allenare non c'è più Lucescu. Il nuovo che avanza si chiama Paulo Fonseca, eccentrico portoghese passato alla cronaca dopo essersi presentato vestito da Zorro in conferenza stampa, per tenere fede al voto fatto in caso di qualificazione. Lo squadra è lo specchio del suo allenatore: brillante e divertente, seppur con diverse lacune difensive. Non quelli degli anni d'oro di Douglas Costa e Willian, ma comunque pericolosi. Il modulo è il 4-2-3-1 offensivo, tipico dei neroarancio, sviluppato principalmente sulle fasce, con due esterni che giocano a piede invertito e la punta centrale sulla quale si sviluppa il gioco. Da vedere come si presenteranno a febbraio, dopo i 3 mesi di stop per la stagione invernale.

LE STELLE - Uno su tutti: Bernard. In Champions ha realizzato 3 gol su 6 presenze, tutti pesantissimi. La doppietta nella vittoria in trasferta con il Feyenoord e il primo nel 2-1 con il City sono stati il marchio decisivo sulla qualificazione. Non a caso mezza Premier ha già messo gli occhi su di lui, in particolare Chelsea, Liverpool e Arsenal. Brevilineo tecnico, in perfetto stile brasiliano, ama giocare largo a sinistra per accentrasi. Il punto debole è il gol, ma nell'1 vs 1 Florenzi avrà da soffrire. Il punto di riferimento in attacco è l'argentino con passaporto italiano Facundo Ferreyra, arrivato nel 2013 insieme a Bernard, ma esploso solo negli ultimi due anni, durante i quali viaggia con una media di 1 gol ogni due partite. Altra pedina fondamentale è Marlos, brasiliano che ha preso il passaporto ucraino per poter giocare in nazionale. Stepanenko è il leader, dopo che Srna è stato fermato per doping lo scorso settembre. Centrocampista roccioso, che insieme a Fred forma una mediana tecnica e fisica, anche se un po' lenta.

I PRECEDENTI- Questo ottavo di finale non è un inedito. Lo Shakhtar alla Roma fa tornare in mente brutti ricordi, legati forse ad una delle delusioni europee più cocenti. Quell'anno i giallorossi arrivavano agli ottavi da secondi in classifica. Era la stagione della storica rimonta al Bayern Monaco da 0-2 a 3-2. L'urna era stata incredibilmente positiva, ma sul campo quello che sembrava un sogno si è trasformato in incubo. L'andata all'Olimpico è finita 2-3, con Menez a segnare un gol che lasciava qualche speranza per il ritorno. Ma in Ucrainaè andata anche peggio: 3-0 secco, con tanto di pugno di De Rossi a Srna che gli è costato 3 giornate. L'altro precedente risale alla stagione 2006/07. Erano ancora i gironi e la Roma di Spalletti ha collezionato 1 vittoria e 1 sconfitta. Il 4-0 all'Olimpico resta una delle notti magiche romaniste in Champions. In campo c'era De Rossi, autore di uno di quei gol, che spera finalmente di riscattare il 2011 e riportare i suoi tra le 8 migliori d'Europa.