Picconate. Una dietro l’altra, in momenti diversi, sempre dopo qualche batosta o brutta figura, scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport. Successe dopo il vergognoso 6-1 inflitto ai giallorossi dal Bodo Glimt, in seguito alla clamorosa rimonta casalinga subita con la Juventus e dopo la recente eliminazione in Coppa Italia con l’Inter. Sono le parole di José Mourinho, picconate appunto, che mirano alla costruzione di un futuro giallorosso migliore del presente, ma che potrebbero avere anche una controindicazione: quella di far perdere valore alla rosa giallorossa. Ma a quale prezzo? Mou ha fatto capire a chiare note come questa sia una squadra se non da rifondare, sicuramente bisognosa di un profondo restyling. Ci vorranno almeno due pedine titolari (un difensore centrale dominante e l’attesissimo regista) e magari qualche altro giocatore importante che allunghi la rosa sia sugli esterni sia davanti, in attacco, dove Mkhitaryan potrebbe non rinnovare e salutare. Un investimento pari a quello di quest’anno, che dovrà essere compensato dalle cessioni di chi c’è oggi e non va più bene per il domani. Il problema, però, è che dopo l’ennesimo sfogo di Mourinho il valore anche di quelli con cui la Roma potrebbe fare cassa è destinato a scendere. Parliamo dei vari Ibanez, Kumbulla, Veretout, Diawara, Perez e Shomurodov. Questi sono quelli di cui Tiago Pinto si priverebbe – e con lui Mourinho, probabilmente il tecnico anche volentieri – per fare cassa e reinvestire su giocatori più forti e più funzionali. Ma il rischio è che succeda ciò che è già successo a gennaio. La tifoseria è compatta con Mourinho, lo adora a prescindere. E quando arrivano le picconate lo ama anche più di prima. I Friedkin, Tiago Pinto e Mourinho sono sulla stessa barca, ma vogliono continuare a navigare insieme, consapevoli che il tecnico è la luce di ogni cosa e che il progetto triennale è solo all’inizio e anche se c’è stata una falsa partenza, si può sempre recuperare. A patto – appunto – di ricostruire, però. La prossima stagione, insomma, dovrà essere quella della svolta, anche perché dal 2024 i proventi della Champions aumenteranno del 40% e restare ancora fuori dalle prime quattro vorrebbe dire veder aumentare il gap con le altre big. Sperando che le picconate non facciano perdere troppo valore a chi c'è e – probabilmente – non ci sarà più.
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