No, neppure se vincesse domenica sera a Marassi contro il Genoa, scrive Sebastiano Vernazza su La Gazzetta dello Sport.Non basta una vittoria, serve una sequenza di successi, occorre che José Mourinho renda riconoscibile la Roma, fosse anche e soltanto per il temperamento. Le squadre di Mou non hanno mai incantato per la bellezza, ma rubavano l’occhio per la cattiveria, la spietatezza, la presa sulla partita. Questa Roma è ondivaga, non si capisce quale anima abbia. A Roma non abbiamo ancora visto il Mourinho di 11-13 anni fa all’Inter, neppure nelle lamentele sugli arbitri sembra lo Special One di una volta. Non ha ancora regalato un guizzo, una battuta feroce tipo quelle sugli “zero tituli” o sulla “prostituzione intelectuale”. Sembra intimorito dalla grandezza di Roma, pare preoccupato dal fatto che i Friedkin non gli comprino i campioni che aveva a Londra, a Milano, a Madrid, a Manchester. Stavolta è lui il campione: che sia questo il problema?
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Mourinho uscirà dal tunnel in tempi brevi?
Serve una sequenza di successi e che il tecnico renda riconoscibile la Roma, fosse anche e soltanto per il temperamento
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