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L’addio di Santon, il bimbo che fermò CR7: “Il corpo dice stop”

L’addio di Santon, il bimbo che fermò CR7: “Il corpo dice stop” - immagine 1
Lo ha lanciato Mou all’Inter, con cui vinse il Triplete. Adesso si ritira a soli 31 anni

Redazione

Quando, a 18 anni, fermi Cristiano Ronaldo e un allenatore come José Mourinho ti paragona a Facchetti e Maldini, il futuro può essere, davvero, il migliore dei mondi possibili, scrive Chiara Zucchelli su La Gazzetta dello Sport.

O può diventare anche il tuo incubo, capace di stritolarti se poi i risultati non sono all’altezza delle aspettative. Chissà se ora, che ha annunciato il suo addio al calcio a soli 31 anni, Davide Santon si senta davvero in pace. Da una parte ha vissuto esperienze, incontrato gente e guadagnato soldi che i suoi coetanei possono solo immaginare; dall’altra si trova costretto a reinventarsi mentre i suoi colleghi sono ancora nel pieno della carriera. "Il mio fisico non ce la fa più" ha detto a TMW.

Quello che ha ufficializzato ieri lo aveva confidato agli amici settimane fa, raccontando il suo calvario: consulenze, incontri, esami, tutti con lo stesso esito. Le ginocchia a pezzi, appena aumentano i carichi i muscoli cedono. Per questo non ha passato le visite mediche in quei club, italiani e stranieri, che lo hanno contattato. Chiude dopo un anno da fuori rosa nella Roma, guidata da quel Mourinho che gli aveva pronosticato una grande carriera e che, a Trigoria, non ha incrociato neppure per sbaglio. All’Inter hanno vinto insieme il Triplete: Santon quell’anno gioca, perché il corpo ha già iniziato a fare i capricci, ma con 15 presenze in tutte le competizioni, la sua firma nella storia c’è. E la firma c’è anche negli anni inglesi, a Newcastle (94 partite): trova l’amore, ma trova soprattutto una continuità fisica poi solo sfiorata negli anni successivi.

Nel 2014 torna all’Inter, le cose non vanno bene e nel 2018 arriva alla Roma (per 9.5 milioni) nell’affare Nainggolan. Prova a rilanciarsi, il primo anno sembra quasi riuscirci con 21 partite, poi inizia il buio. Trova una città che lo abbraccia, tanti amici (su tutti: De Rossi e Florenzi) ma il pallone diventa una chimera.