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La scelta di Spinazzola: no alla Nazionale per riprendersi la Roma

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Il terzino ha chiamato il c.t. Mancini per chiedergli di restare a Trigoria Obiettivo: ritrovare la condizione

Redazione

Una telefonata, a volte, può essere un segnale di progresso, anche se il contenuto, in fondo vuole significare soltanto un arrivederci a presto. È quanto è accaduto nel colloquio fra Leonardo Spinazzola e Roberto Mancini. L’esterno difensivo della Roma, infatti, si è messo in contatto con il commissario tecnico per spiegargli il suo momento, chiedendogli perciò di essere esentato da questo giro di convocazioni della Nazionale, scrive Massimo Cecchini su La Gazzetta dello Sport. Inutile dire che Mancini ha capito benissimo la situazione, dando appuntamento al suo giocatore per la prossima volta.

La rincorsa Occhio all’aggettivo. Dire «suo» non è affatto una esagerazione, perché il rapporto che lo unisce al selezionatore azzurro è grande e sincero. La parabola di Spinazzola durante l’Europeo non ha avuto nulla di scenografico, ma tutto di schietto. Non è un mistero che il terzino sinistro, lo scorso anno, fosse quasi il giocatore vetrina della Nazionale, finché il destino non decise d’interrompere la sua corsa, terminata con la rottura del tendine d’achille. La storia successiva è nota e per certi versi malinconica. Leonardo avrebbe voluto bruciare le tappe, provando a tornare in campo addirittura per dicembre, tant’è vero che la Roma lo aveva inserito (in modo beneaugurante) anche nella prima lista di Conference League.

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Ma i miracoli sono tali proprio perché hanno una frequenza rarissima e non pianificabile. Così a gennaio era stato lo stesso José Mourinho a sbottare, dicendo come sarebbe stato felice di riavere il giocatore anche solo a maggio. L’effetto collaterale è stato che a marzo, perciò, l’Italia ha dovuto disputare gli spareggi mondiali senza Spinazzola, e non sapremo mai se, con lui in campo, adesso staremmo tutti virtualmente a preparare le valigie per il Qatar. Ma c’è una realtà a cui dover rendere conto e perciò il terzino, tornato in campo per giocare uno spicchio di finale di Conference League a Tirana e godersi la festa da protagonista, da tempo ha capito che il recupero del passato non si materializza solo giocando.