Josè Mourinho, come Gasperino er carbonaro, alla fine si risveglia felice, come in un sogno: la sua Roma ha strappato un punto allo Stadium e si ritrova prima in classifica, scrive Luigi Garlando su La Gazzetta dello Sport.
La Gazzetta dello Sport
La Juve cresce, la Roma si salva
La sua Roma che nel campionato scorso non ha raccolto un solo punto contro Inter, Milan e Juve. Pareggio a Torino dove la Roma aveva perso 10 degli 11 precedenti con i bianconeri. Ma siccome Mou non è Gasperino, ma lucido e sobrio, si guarda bene di spacciare il risultato per una prova di maturità. E’ il contrario: l’ambiziosa Roma dei Fab Four l’ha fallita. E’ stata dominata in modo totale e imbarazzante per tutto il primo tempo, è andata sotto per una punizione di Vlahovic dopo due soli minuti e ha rischiato l’imbarcata. Come sintetizza Mourinho: "Siamo stati fortunati. Mi sono vergognato. Gioco orribile".
Al tecnico il merito di aver ridisegnato la squadra nella ripresa (4-2-3-1), ai suoi ragazzi di aver mantenuto la fede nella sofferenza, fino al pareggio di Abraham, su assist di Dybala, assist applauditissimo. Alla Juve il merito del dominio (scatenato Vlahovic, bravissimo il giovane Miretti), ma anche la colpa di non aver chiuso (un’altra volta…) una partita che aveva preso per il collo. Se non vince una partita così, quando? Però la Juve ha giocato molto bene, nonostante le tante assenze. E questa è una notizia. Anzi, forse una promessa di futuro.
Una Roma molle e impaurita si ritrova anche spaccata in due, con il solo Dybala che, per orgoglio, prova a partite, ma non arriva mai. Unica speranza di creare pericoli: i corner. Alla fine, la cosa migliore per i giallorossi è il risultato, visto il dominio assoluto dei bianconeri che sfiorano il raddoppio con Cuadrado (16’) e lo trovano con Locatelli (25’), ma dopo un tocco di braccio smascherato dal Var.
Ma, da che calcio è calcio, si sa: gli dei guardano male chi domina e spreca. E si sa un’altra cosa: Mou è uno duro a morire. Lo dimostrò in modo definivo quella notte del 2010 al Nou Camp. Il portoghese immette la corsa pimpante di El Shaarawy e Zalewski e soprattutto stende la Roma a 4: 4-2-3-1. Crescono Ibanez e Matic. La forbice comincia a chiudersi, anche perché la Juve rallenta e arretra, un po’ per stanchezza e un po’ per scelta . E anche perché i cambi di Allegri, vedi Zakaria, non lo aiutano. La forbice, incredibilmente, si chiude al 24’: corner di Pellegrini, assist in rovesciata di Dybala (ecco l’unghiata dell’ex), testa di Abraham. E’ l’1-1 definitivo.
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