Il 17 aprile scorso, con la Roma sotto per 3-2 a Bergamo, contro l’Atalanta, probabilmente è cambiato il presente ed il futuro di Francesco Totti, come scrive Andrea Pugliese su La Gazzetta dello Sport.
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Francesco, ti ricordi? Tra gol e litigi qui cambiò tutto
L'anno scorso a Bergamo Spalletti al 33’ della ripresa si è giocato la carta della disperazione, facendo entrare il capitano al posto di De Rossi
A quel punto Spalletti al 33’ della ripresa si è giocato la carta della disperazione, Francesco Totti, entrato al posto di Daniele De Rossi. Risultato? Il gol del 3-3 che ha salvato la Roma da un bruttissimo scivolone e l’assist finale per Edin Dzeko che poteva consegnare una clamorosa vittoria ai giallorossi, con il centravanti bosniaco che sciupa a tu per tu con Sportiello, complice anche un contatto con Toloi.
Quella di Bergamo aprì le danze al rinnovo contrattuale che lo ha portato a giocare fino a 40 anni, santificato poi dalla doppietta salvavita al Torino, dall’avvio della rete vincente di Nainggolan con il Napoli e dal temporaneo pari (2-2) in casa del Genoa.
Ma Bergamo fu infuocata anche per qualcos’altro, esattamente il «vivace» botta e risposta con Spalletti che, a fine gara, nello spogliatoio avrebbe apostrofato a brutto muso Totti, rimproverandogli di giocare a carte fino alle due di notte. «Sono dieci anni che fate figura di merda e che sopporto certe combriccole — disse il tecnico negli spogliatoi — ». La replica del capitano fu dura, qualcuno parlò anche di contatto fisico, poi smentito dallo stesso Spalletti con una nota del club. Il tecnico, però, era stato duro con Totti anche davanti alle tv. Erano momenti, quelli, di grande tensione, lontano anni luce dalla distensione attuale.
Il 4-2-3-1 che vede come trequartisti Salah, Nainggolan e Perotti in appoggio a Dzeko regala talmente tanta affidabilità che il tecnico giallorosso domenica a Bergamo non lo cambierà per niente al mondo. Totti sarà lì, pronto se serve a dare una mano.
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