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La Gazzetta dello Sport

Dybala, risposta agli scettici ma senza arroganza

Dybala, risposta agli scettici ma senza arroganza - immagine 1
L'anormalità è continuare a stupirsi delle sue fantastiche giocate, dei suoi gol, dei suoi assist

Redazione

In condizioni normali non giocherebbe nella Roma, ha sussurrato Mourinho a proposito di Dybala. Riferendosi all’opportunità di poterlo prendere a parametro zero. Perché l’ingaggio, quello no, non rappresenta un’anomalia; se è vero, come è vero, che per lo Special One i Friedkin hanno speso anche di più.

Ma l’anormalità, in questa storia, scrive Alessandro Vocalelli su La Gazzetta dello Sport, è soprattutto una: continuare a stupirsi di Dybala, delle sue fantastiche giocate, dei suoi gol, dei suoi assist. Semplicemente il repertorio di un calciatore top, che tanto ha dimostrato e - come succede - ogni volta deve dimostrare.

Dybala, in sette partite da titolare - ed è questo il dato più significativo - ha conquistato il suo allenatore, che pure di campioni ne ha visti ed allenati, e un pubblico che ha ricambiato i brividi sin dal primo giorno. Da quando - lui, Dybala - ha trasformato le migliaia di tifosi in protagonisti e lui nello spettatore, sedendosi sulla scalinata per ammirare la passione del suo nuovo popolo. Che ha ascoltato le mille discussioni sulla sua tenuta atletica, senza però mai dubitare. Perché Dybala fa parte di quella cerchia stretta di campioni che sanno trasformare il calcio in arte.

La sensazione è che Dybala - più ancora di un progetto tecnico - avesse bisogno di sentirsi nuovamente al centro, in armonia perfetta con se stesso e con chi è pronto ad accompagnarlo.