(Il Tempo - A. Austini) - L'ultima partita stagionale (solo?) di Luis Enrique in casa ha un sapore agrodolce e lascia aperto ogni scenario.
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Luis Enrique resta in sospeso
(Il Tempo – A. Austini) – L’ultima partita stagionale (solo?) di Luis Enrique in casa ha un sapore agrodolce e lascia aperto ogni scenario.
I tifosi salutano la Roma con amarezza e senza sapere come la ritroveranno, a cominciare dall'uomo seduto in panchina. Il dilemma sul futuro dello spagnolo li accompagnerà almeno per un'altra settimana. «Non è il momento di parlarne - ha ribadito Luis Enrique - ora dobbiamo restare concentrati sui risultati delle altre per vedere se ci sono ancora possibilità di qualificarci in Europa League». Bisogna aspettare la partita di Cesena, insomma, per capire cosa frulla nella testa dell'asturiano. «No, non ho deciso niente e lo farò a fine campionato. Due settimane fa le cose erano più chiare, adesso meno. Devo vedere come finisce la stagione e valutare le cose al 100%. Mi costa farlo - spiega il tecnico - non pensate che sia una scelta facile: voglio essere giusto con me, la squadra, la società e i tifosi. La qualificazione in Europa c'entra ma non è solo quello, devo vedere cosa fare, parlare con la mia famiglia, essere sincero, ma lo farò al momento opportuno».
Per adesso si può solo continuare a intepretare i suoi pensieri. Gli fanno sentire le parole di Totti, «si commentano da sole - dice Lucho - a Francesco faccio i complimenti per la grinta e il numero di presenze: 500, mamma mia, faccio fatica a dirlo. Il resto oggi non conta: è difficile che un giocatore parli male del suo allenatore. Certo è incredibile la vita: due mesi fa volevate tutti che andassi via, ora succede il contrario». Poi allo spagnolo mostrano il girotondo di Guardiola con i suoi a Barcellona. «Se mi piacerebbe farlo tra qualche anno con Totti e De Rossi? Magari».
In effetti sarebbe amaro lasciare adesso, dopo una stagione di costruzione in un campionato così complesso e diverso. «Non c'è nulla che non mi piaccia dell'Italia - assicura Luis Enrique - sono felice di essere qui, sia nella mia vita calcistica che con la famiglia. Dai tifosi ho avuto una pazienza incredibile, nessuno qui ci era abituato. È stato un anno difficile, sicuramente non fortunato per la Roma ma la fortuna si trova lavorando meglio». Ci proverà ancora lui? «È stato un piacere allenare qui e potrebbe esserlo ancora in futuro. Manca tanto, si può migliorare tutto, l'aspetto tecnico dell'allenatore e dei giocatori. Una squadra che non si può migiorare è morta, manca una settimana e saprete... ». E ti pare poco? «Aspettiamo con ansia - conferma Sabatini - la decisione. Non è un problema dei tifosi, è un turbamento che ha lui, il fatto di non avere un appoggio incondizionato gli crea qualche problema. Noi dobbiamo aiutarlo integrando l'organico. Resta la nostra prima opzione, ma la Roma è sempre in movimento e in caso arriverà qualcun altro». [...]
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